SINISTRA INDIPENDENTISTA: PRIMI APPOGGI INTERNAZIONALI

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L’avvocato sudafricano e mediatore in diversi conflitti politici internazionali, Bryan Currin, ha definito importantissima l’assunzione “unilaterale ed incondizionata” dei principi del senatore Mitchel da parte della sinistra indipendentista basca. L’avvocato sudafricano in una conferenza promossa dal movimento per dialogo Lokarri, che si tenuta ieri Madrid, ha manifestato che “mai la sinistra indipendentista era andata cosi lontano. E’ la prima volta che si parla di irreversibilità”.  Brian Currin, che rispetto al conflitto basco spagnolo si è definito come “facilitatore”,  ha ricordato come il processo di riflessione interno alla sinistra indipendentista è durato più di due anni, un periodo non esente da difficoltà sia esterne che interne. Per Currin, i leader indipendentisti hanno esercitato una vera “leadership responsabile”. Come aveva ricordato in occasione della conferenza internazionale a Venezia il 14 novembre scorso, ha sostenuto l’importanza che questo processo di riflessone si sia svolto “senza fretta” affinché tutte le componenti della sinistra indipendentista possano condividere la scelta fatta. Currin, ha detto che adesso la palla passa al Governo spagnolo al quale chiede di rispondere in forma positiva alla dichiarazione della sinistra indipendentista. Currin ha sottolineato che, come in altri conflitti, è  necessario conquistare la fiducia degli interlocutori ma considera anche necessario che il contesto politico non sia viziato dalla violenza reciproca in riferimento  a ETA ma anche agli abusi delle Forze di Sicurezza spagnole ed alle leggi eccezionali costruite con una idea di “sicurezza nazionale” e con l’idea effimera di una “vittoria” mediante l’azione di polizia.  Currin ha insistito, pur non indicando passi precisi, che tocca la Governo spagnolo  rispondere in forma positiva e che adotti un “atteggiamento per la trasformazione del conflitto” .

 

Il Friendship del Parlamento europeo, gruppo di appoggio ad un processo di pace nel conflitto basco spagnolo, in una conferenza stampa tenutasi oggi a Bruxelles, ha definito  i dibattito interno alla sinistra indipendentista e la conseguente dichiarzone  “Zutik Euskal Herria” come “un asso di grande importanza nel Paese basco per raggiungere uno scenario di pace”. In rappresentanza dei 12 europarlamentari che fanno parte Friendship, Francois Alfonsi , Oriol Junqueras, Tatjana Zdanoka, del Gruppo Verdi-Allenza libera Europea, Bairbre de Brun del Gruppo Sinistra Unitaria Europea-Sinistra verde Nordica e Csaba Sogor del Gruppo del Partito Popolare Europeo, ritengono che la decisione presa dalla sinistra indipendentista “faclita uno scenario positivo dal quale dovrebbe derivare un processo di pace”. Per questo, chiedono a tutte le parti coinvolte che “reagiscano con responsabilità e si impegno per un processo che conduca a conversazioni di pace, con il fine ultimo che i baschi possano decidere sul loro futuro, liberamente e senza nessun tipo di intimidazione”.

Allo stesso tempo il Friendship chiede al Governo spagnolo che “agisca con responsabilità”, che “si impegni per un processo democratico” e che, come presidente di turno della Unione Europea, promuova il coinvolgimento delle istituzioni europee nel favorire la soluzione pacifica dell’ ultimo conflitto armato nella Unione Europea


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Immagine ottenuta dalla webcam del Municipio di Bilbao, che mostra la calle Autonomia 

 

E’ un tratto della cultura politica del Paese Basco la manifestazione di piazza. E quella di oggi rientra a pieno titolo tra le più numerose. Ancora una volta è Bilbao a “misurare”, come hanno scritto alcuni quotidiani spagnoli, l’adesione alla rivendicazione del rispetto dei diritti politici dei 735 detenuti e detenute politiche rinchiusi in decine carceri soprattutto in Spagna ma anche in Francia. C’era attesa per questo appuntamento. Attesa se si sarebbe svolta o meno, visti i divieti e proibizioni all’ultima ora a cui avevano abituato  l’Audiencia Nacional, il tribunale speciale spagnolo in questi anni di “proscrizione” a tutto quanto odori a sinistra indipendentista. In questo caso, però, l’ennesima richiesta avanzata dalla Asociacion Victimas del Terrorismo, e supportata dal Partido Popular, non ha avuto esito. Il giudice di turno dell’ Audiencia Nacional, Pedraz non  ha riscontrato nella piattaforma che ha organizzato la marcia un legame organico con organizzazioni ilegalizzate ne “la rivendicazione di un cambiamento della politica penitenziaria può essere identificata con apologia di terrorismo”. Insomma tutto faceva presagire che questa volta le arterie e piazze che dividono in due il capoluogo basco sarebbero state invase “fino a tracimare” da decine di migliaia di persone. E cosi è stato.  Migliaia di persone che hanno dimostrato ancora una volta che al di là della identificazione o meno con le azioni delle persone detenute, la “questione dei prigionieri” rimane un aspetto determinante nella soluzione del conflitto basco spagnolo. Una sensibilità storica verso la detenzione politica che ha accompagnato in modi diversi  la storia di questo paese per tutto il secolo scorso fino ai nostri giorni. Attesa c’era anche per cosa avrebbero detto le forze politiche Sinistra Indipendentista, Eusko Alkaratuna, Aralar Alternatiba e sindacali ELA LAB Ehne, Esk le principali organizzazioni della area progressista basca che, oltre ad aderire alla manifestazione, hanno anche sottoscritto l’Accordo di Gernika nel quale si chiede esplicitamente a ETA e Governo spagnolo di intraprendere un camino di soluzione pacifica del conflitto. Attesa c’era anche se ETA avrebbe “detto qualcosa” in questa occasione, quando sono settimane che politici e mezzi d’informazione annunciano “a breve” un comunicato dell‘organizzazione armata basca, meglio sarebbe dire IL comunicato, nel quale ETA rivelerebbe se accetta le esigenze contenute nell’Accordo di Gernika. In tal senso si è espresso il portavoce del Partido Socialista basco, Pastor, per il quale la manifestazione “sarebbe una buona occasione” per chiedere a ETA la fine della lotta armata. Ma gli esponenti delle forze politiche presenti alla manifestazione hanno evitato di pronunciarsi su altri argomenti che non siano quelli inerenti la necessita di un cambiamento della politica penitenziaria nei confronti dei detenuti baschi da parte del Governo spagnolo. Del resto, in Spagna la questione basca viene ormai percepita come incamminata verso una sua evoluzione e che la sinistra indipendentista presto o tardi tornerà ad essere protagonista anche in ambito elettorale e istituzionale. Per questo sia il quotidiano conservatore El Mundo sia quello filo socialista Publico, attribuivano alla manifestazione la funzione di “banco di prova” per la sinistra indipendentista. El Pais, da parte sua, ha riferito “in diretta” della manifestazione, fatto questo unico per questo riguarda una manifestazione della sinistra basca. Ma c’è anche chi ha manifestato la sua totale contrarietà a questa manifestazione soffiando sul fuoco del “conflitto perenne”.  Cosi il quotidiano monarchico ABC titola “Marcia a Bilbao al grido di “senza amnistia non ci sarà pace” (sic), mentre per il presidente del Partido Popular del Paese basco, che appoggia il  governo del Partito socialista nella Comunita Autonoma Basca, Antonio Basagoiti, la manifestazione di oggi a Bilbao “è tanto ripugnante come un atto a favore di stupratori detenuti”.

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