by Talking Peace | 2010-04-25 5:54 am
Il Governo guatemalteco ha consegnato documenti confidenziali che rivelano il genocidio commesso dall’ esercito contro la popolazione indigena maya durante la dittatura di Efrain Rios Mont. Con questi documenti la Procura generale aggiunge nuove prove per aprire un procedimento giudiziario contro l’ex dittatore attualmente senatore nel parlamento guatemalteco. Già nel dicembre 2009 il National Security Archive www.gwu.edu/~nsarchiv/guatemala/index.htm.[1]una organizzazione non governativa, rivelò documenti dove venivano provati i massacri contro la popolazione indigena nell’ambito di quella che veniva definita la “lotta al comunismo”. Dal 1960 al 1996 più di 200 mila persone vennero assassinate dall’esercito guatemalteco. Il periodo più cruento fu nel biennio 1982 1983 durante la dittatura dell’allora generale Efraim Rios Mont. Nel documento di 359 pagine del Governo guatemalteco, in modo dettagliato, si elenca la mattanza di uomini, donne e bambini non armati, la distruzione di case, coltivazioni ed animali ed il bombardamento indiscriminato di rifugiati. L’ordine iniziale di quella che viene denominata Operacion Sofia, venne dato l’8 luglio 1982 dall’allora capo di stato maggiore dell’ esercito Hector Mario Lopez Fuentes. Nei documenti viene rivelato come l’esercito considerava paesi interi come nemici nella sua lotta contro il “comunismo” in riferimento alla attività del movimento guerrigliero. Nel biennio 1982-83 nelle operazioni di controguerriglia vennero sterminate circa 440 comunità di etnia maya nella regione del Quiché.
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