by Talking Peace | 2010-05-08 2:03 pm
Giornali e televisioni boliviane avevano dato la notizia che due studenti sarebbero stati uccisi oggi nella località di Caranavi a nord della capitale La Paz. Vi sarebbero anche 15 feriti con arma da fuoco tra cui tre funzionari di polizia. Gli scontro si sono registrati dopo che il governo aveva deciso di inviare contingenti di polizia per togliere i blocchi stradali che abitanti della località avevano innalzato da una settimana per protestare sulla mancata costruzione di una fabbrica. I manifestanti un precedenza avevano dato fuoco al Comando Regionale della Polizia in pieno centro di Caranavi. Polizia e manifestanti si accusano reciprocamnte sull’uso di arami da fuoco. Uno dei leader della rivolta il segretario generale della Federaccion de Greminales, Daniel Villanueva ha sostenuto che la polizia “ha presso la manifestazione prima con gas lacrimogeni poi con armi da fuoco”. Da parte sua il comandante della Polizia Oscar Nina ha affermato che mentre liberavano le strade dai blocchi sono stati feriti con arma da fuoco un comandante e due poliziotti. Secondo il funzionario di polizia “l’utilizzo di armi da fuoco ci porta a concludere che c’è un apparato delinquenziale dietro le mobilitazioni”. Questo pomeriggio il Ministro Sacha Llorenti ha semtito la morte dei due giovanni affermando che si trovano riconverati nell’ospedale di La Paz. Pochi giorni fa il Governo boliviano denunciò che uno dei leader della rivolta, Luis Achu, ricevette denaro dalla Divisione Antinarcotici degli Stati Uniti (NAS) in Bolivia nel 2006. L’episodio si inserisce in un contesto di forti proteste contro la politica economica del Governo di Evo Morales che dopo aver superato la crisi delle azioni golpiste nei dipartimenti denominati mezza luna, di due anni fa, sembra avere grosse difficoltà su un terreno, quello sociale e sindacale, che è stato l’elemento fondamentale delle vittorie politiche dal 2006. Il potente sindacato boliviano Confederacion Obrera Boliviana (COB) ha decretato uno sciopero generale ad oltranza a partire da lunedì prossimo per un aumento dei salari. Settori del sindacato vicini alle posizioni del partito al governo MAS si sono pronunciati contro questo sciopero. Il vicepresidente boliviano Garcia Linera ha attaccato la decisione della COB definendola “una misura politica estrema” che storicamente ha l’obiettivo di abbattere i governi. Una divisione interna la movimento sindacale che dalla vittoria di Evo Morales nel 2006 aveva visto l’adesione alla COB di un migliaio di organizzazioni sindacali boliviane. Il primo maggio la fotografia di questa divisione fu patente tanto che la direzione del sindacato accusata di essere cooptata dal Governo venne espulsa dalla manifestazione che si è svolta a La Paz. La COB ed altre organizzazioni sindacali tra cui quella dei poliziotti reclama un aumento salariale del 10% considerando il 5% proposto dal Governo insufficiente.
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