by Talking Peace | 2010-05-18 8:12 am
Come aveva denunciato la senatrice colombiana Piedad Cordoba, ci sono molti elementi che confermano la presenza di narco paramilitari colombiani in Spagna ed in Europa. Un tema ovviato dai grandi mezzi d’informazione che invece hanno dato risalto alla iniziativa del Giudice spagnolo Velasco su un presunto piano di azione contro diplomatici colombiani da parte delle FARC con l’appoggio dell’ETA. Esiste invece una direttiva elaborata nel 2002 dall’ex direttore del DAS, i servizi segreti ascritti alla presidenza del governo colombiano, Jorge Noguera Cotes per la creazione di “100.00 amici all’estero” appoggiata dal vicepresidente ed attuale candidato presidenziale Francisco Santos. Una iniziativa questa, parallela al piano di spionaggio diplomatico contro movimenti e governi di sinistra latinoamericani come ha rivelato un membro del DAS in una intervista[1] realizzata dal giornalista colombiano Holman Harris. I sospetti che questa trama civile sia estesa in vari paesi venne denunciato, ad esempio, in Costa Rica nel 2005 con la persecuzione del rifugiato politico Hernando Vanegas che a causa del suo rifiuto a collaborare con il DAS sfuggi ad un sequestro, fatto questo che portò l’ACNUR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, a trovare un rifugio in Svezia al dissidente colombiano. L’avvocato Enrique Santiago, che difende cittadini colombiani in Spagna sostiene che “c’è una importante collaborazione nella polizia spagnola ed europea con i corpi di sicurezza colombiani, i quali a loro volta hanno una chiara connivenza con i gruppi paramilitari che perseguono ed minacciano i rifugiati ed esiliati colombiani in Spagna ed in tutta Europa”.
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