DIRIGENTE INDIGENO UCCISO IN MESSICO.

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 Nuovo omicidio politico nello stato messicano dell’ Oaxaca. Il dirigente indigeno Timoteo Alejandro Ramirez assieme alla sua sposa sono stati uccisi da un commando armato. L’omicidio è stato perpetrato nella comunità autonoma di San Juan Copale, nello stato di Oaxaca. In una conferenza stampa il portavoce della comunità indigena Triqui, Jorge Albino, ha chiesto al presidente messicano Felipe Calderon ed al ministero di giustizia di indagare l’omicidio. Il portavoce ha accusato il governato di Oaxaca Ulises Ruiz Ortiz ed la gruppo Movimiento de Unificacion de Lucha Triqui (MULT) di essere responsabili dell’attentato. 28 persone hanno perso la vita dall’ inizio del conflitto indigeno nel novembre del 2009. Tra le vittime si trovano la difensora dei diritti umani Beatriz Carino e l’osservatore internazionale finlandese Jyri Antero Jakkola, ucciso nell’attacco, di alcune settimane fa, contro la caravona di solidarietà internazionale con il Municipio Autonomo di San Juan Copala 


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MADRID ORDINA, ROMA UBBIDISCE: ESTRADATI ZURINE, ARTZAI E FERMIN – Marco Santopadre

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Radio Città Aperta. In casi analoghi le corti di Nord Irlanda, Gran Bretagna e Francia avevano deciso che non vi erano elementi sufficienti a consegnare a Madrid dei giovani attivisti baschi arrestati nei rispettivi paesi sulla base di un ordine di cattura europeo spiccato dalla magistratura spagnola. Che la persecuzione di Madrid nei confronti dei giovani indipendentisti baschi sia tutta politica e infondata dal punto di vista giuridico comincia ad essere noto anche in quei paesi che pure collaborano, e attivamente, con la cosiddetta “lotta al terrorismo” di Madrid. Ma i magistrati italiani non hanno seguito l’esempio dei loro omologhi di Londra, Belfast e Parigi ed in più occasioni hanno accordato alle autorità spagnole la consegna di Zurine, Artzai e Fermin, tre giovani arrestati a Roma lo scorso 10 giugno mentre si apprestavano a tenere una conferenza stampa per informare i media italiani sulla loro condizione di perseguitati politici. Neanche il fatto che il Procuratore Generale Otello Lupacchini, che nell’udienza in Corte d’Appello dello scorso 8 settembre rappresentava l’accusa, abbia chiesto ai giudici di rigettare la consegna, ha fatto desistere la Cassazione dal respingere il ricorso presentato dallo stesso Lupacchini lo scorso 16 settembre.

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