by Talking Peace | 2010-05-13 9:43 pm
Nel 1954 il governo turco ha iniziato ad elaborare il progetto di una diga, Ilisu, che una volta completata sommergerebbe Hasankeyf sotto 30 metri d´acqua.
La diga Ilisu fa parte del progetto Gap, Progetto Idrico per l’Anatolia Sud-Orientale, che prevede la costruzione di dighe e centrali idroelettriche lungo l’alto corso del Tigri e dell’Eufrate. Dal 1980 alcune dighe sono giá state costruite e 320 villaggi evacuati, molto spesso con metodi discutibili. La mancanza di finanziamenti ha però fatto slittare l’inizio dei lavori di Ilisu fino a quando, negli ultimi anni ’90, alcune banche europee si sono dette interessate a finanziare il progetto.
Il governo turco riprende il progetto, sostenendo di voler terminare i lavori della diga entro il 2014. Ilisu sará la seconda diga del paese, con una capacitá di circa 12 MW e una superficie di 313 km2, sommergerá 6mila ettari di terre arabili e il bacino idrico che si formerá inonderá una valle lunga 136 km, con una produzione di 3833 Gwh l’anno per 300 milioni di dollari di ricavi.
Il rovescio della medaglia è ovviamente drammatico: oltre 289 siti d’inestimabile valore archeologico verranno spazzati via e più di 200 insediamenti umani saranno sommersi, costringendo in tutto 55mila persone allo sradicamento, alla perdita del lavoro, delle case o al trasferimento forzato in altre zone del paese, esposte all’esclusione sociale e all’emarginazione.
Inoltre Ilisu nascerá a soli 65 km dal confine con la Siria e l´Iraq, dove il controllo delle acque del fiume da parte della Turchia avrá particolari ripercussioni su equilibri geo-politici giá delicati e sulle popolazioni civili.
Oggi gli istituti di credito europei che avrebbero dovuto finanziare il progetto si stanno ritirando: le agenzie di credito all’export, inviate dalle singole banche, hanno fatto verifiche in Turchia e hanno riscontrato che il piano operativo proposto da Ankara non è adeguato agli standard europei. Così si è per ora bloccata la costruzione dell’invaso. Ma il governo di Ankara non si arrende: la diga Ilisu deve essere realizzata prima possibile.
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