SOLIDARIETA’ CON I RAPPRESENTANTI DI UDALBILTZA

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I giorni  15, 16, 22 y 23 luglio 2010 e dopo l’estate, il 7, 8, 9,14,15 e 16 settembre, si svolgerà il processo nell’Audiencia Nacional di Madrid per la “causa 6/03”, contro 22 consiglieri comunali e lavoratori amministrativi per appartenere a Udalbiltza accusati “di un possibile delitto di integrazione in organizzazione terrorista

 

 

Manifesto di solidarietà con i rappresentanti di Udalbiltza processati dall’Audencia Nacional spagnola

L’”Assemblea di Municipi e Rappresentanti Municipali di Euskal Herria, UDALBILTZA”, la prima istituzione nazionale del Popolo Basco, fu creata il 18 settembre del 1999 dalla volontà di più di 1.700 consiglieri comunali e sindaci delle sette province basche con il fine di affermare l’esistenza del Popolo Basco –Euskal Herria come nazione; coadiuvare la sua strutturazione istituzionale; promuovere al costruzione nazionale di Euskal Herria; avanzare nella collaborazione tra i municipi baschi in ambito come la lingua, la cultura, lo sport, l’ambiente, lo sviluppo economico e il benessere sociale.

Il 29 aprile 2003, le autorità dello Stato spagnolo ordinarono la realizzazione di una operazione di polizia, diretta dal Juzgado Central de Instruccion n. 5 della Audiencia Nacional, che culminò con l’arresto di diversi rappresentanti municipali che facevano parte della istituzione così come di vari lavoratori. Questa operazione interruppe una ricca traiettoria democratica di progetti condivisi tra municipi di tutta Euskal Herria. In seguito, vennero rinviati a giudizio 22 persone, rappresentanti eletti municipali e lavoratori dell’ istituzione. Prossimamente, tutte queste persone, così come l’istituzione UDALBILTZA verranno processati con l’accusa di terrorismo. Dovranno fare fronte a richieste di pene che vanno dai 10 ai 23 anni di carcere e alla illegalizzazione della Istituzione.

Dinnanzi a questi fatti noi, firmatari di questo appello, ci rivolgiamo all’opinione pubblica per:

1.Manifestare la nostra profonda preoccupazione per il processo di questi rappresentanti municipali e dei lavoratori e per le gravi pene di carcere richieste dalle accuse. Questa preoccupazione è avallata da due constatazioni:

In primo luogo, non viene imputata alle persone processate alcuna attività delittuosa individualizzata e gli argomenti delle accuse contemplano unicamente attività che rientrano nel normale sviluppo delle competenze municipali. In secondo luogo, il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite nel suo Informe dell’Ottobre 2008 (CCPR/C/ESP/5/2008-10-27) mostra la “sua preoccupazione per l’ambito potenzialmente eccessivo delle definizioni di terrorismo nel diritto interno” e insta al Regno di Spagna “alla modifica degli articoli 572 a 580 del Codice Penale per limitare la sua applicazione alle infrazioni che rivestano indiscutibilmente un carattere terrorista”.

2.Manifestare che il diritto degli/delle rappresentanti democraticamente eletti/e in qualsiasi ambito istituzionale a creare, promuovere, sviluppare e finanziare istituzioni di ambito nazionale, siano esse riferite all’insieme di Euskal Herria e a qualsiasi altra Nazione del mondo, deve rispettato si dallo Stato spagnolo come da qualsiasi stato che si consideri democratico.

3. Manifestare e sollecitare pubblicamente, per quanto detto in precedenza, che il pubblico ministero ritiri le accuse contro UDALBLTZA ed ai suoi membri processati nella causa dell’Audiencia Nacional e che detta causa sia archiviata.

4. Manifestare la nostra solidarietà con le persone processate (sindaci, consiglieri comunali e lavoratori) nel processo contro UDALBILTZA.

Aureli Argemí, August Gil Matamala, Bill Bowrin, Julen Zabalo, Pep Ruanyes, Yann Choucq, Tata Rafael Quispe, Rizgar Wan, Kathleen Funchion.

Per firmare l’adesione a questo appello clicca qui


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Peacereporter. Figlio di un magnate delle costruzioni di origine yemenita (Mohammed Awad Bin Laden) e di una donna di origine siriana, Osama nasce il 10 marzo 1957 a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita. All’età di 13 anni perde il padre. A 17 si sposa con la prima delle tre mogli, una ragazza siriana, sua parente. Il matrimonio a una così giovane età fa parte – per il suo carattere di protezione dalla corruzione e dall’immoralità – della rigida educazione religiosa che gli viene impartita. Compie tutti i suoi studi nelle scuole della città di Gedda, fino a conseguire la laurea in Management ed Economia all’università Re Abdul Aziz.

In questo periodo si accosta al movimento della “Fratellanza musulmana” e, negli anni che seguono, inizia a stringere sempre più stretti contatti con numerosi gruppi di integralisti islamici. Oltre che ad accumulare una discreta fortuna occupandosi della gestione dell’impresa paterna. Abbandonerà tale attività nel 1979 quando, a seguito dell’invasione dell’Afghanistan da parte di truppe sovietiche, si dedicherà ad aiutare i fratelli musulmani contro i “senzadio” comunisti. Inizia infatti ad investire le proprie ricchezze per reclutare volontari, e, in seguito, per addestrarli e per fornirgli le armi necessarie per combattere al fianco dei mujaheddin afgani. Crea così il gruppo del “Fronte di salvezza islamico”, potendo tra l’altro contare, oltre che sui propri fondi, anche sull’aiuto economico proveniente dagli Stati Uniti e sul appoggio della Cia (vedi sotto “Blowback”).

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