by Talking Peace | 2010-08-14 7:14 am
Era poche le voci in Spagna che denunciavano come la politica di proibizione, censura, ed anche carcere, nei confronti della sinistra indipendentista basca, rientravano pienamente nella giurisprudenza denominata “codice penale d’autore”. Una filosofia giuridica con base inquisitoria, che punisce le intenzioni e non le azioni di una persona a causa della sua ideologia. Innumerevoli sono i casi di cittadini e cittadine basche che avevano convocato una manifestazione e si erano candidate in una lista elettorale e che venivano sanzionate con la proibizione delle iniziative a cui prendevano parte, unicamente per la loro adesione politica alla ideologia della sinistra indipendentista. Per esempio, l’eclatante episodio della paradossale cernita delle liste elettorali di Accion Nacionalista Vasca, in occasione delle lezioni municipali del 2007. Oggi questo dato oggettivo è stato ammesso da un giudice della Audiencia Nacional, Fernando Andreu, il quale ha respinto la richiesta del governo spagnolo attraverso, il pubblico ministero e il parere delle forze di polizia, di proibire la manifestazione che si terrà oggi a San Sebastian, indetta da un gruppo di cittadini. La manifestazione il cui slogan è “Per i diritti di Euskal Herria” è stata promossa da cittadini di San Sebastian che secondo la polizia avrebbero fatto parte di organizzazioni illegalizzate, riferendosi a Batasuna o liste elettorali proibite. Per il giudice Andreu, considerando che non esistono motivi per ritenere che nella manifestazione si faccia “riferimento a organizzazioni illegalizzate, a gruppi o organizzazioni terroriste, o offesa alle vittime del terrorismo”, non è possibile limitare i diritto di manifestazione, pe non incorrere nel “diritto penale d’autore”, che punisce una persona non per ciò che la persona ha fatto ma per quello che potrà fare in virtù dei suoi antecedenti. Questa ovvia constatazione, alla luce delle norme del diritto penale tuttora vigenti Spagna, nei fatti era stata violata sulla base del teorema coniato dal giudice Baltazar Garzon sull “entorno” di ETA, gruppi affini all’ideologia dell’organizzazione armata basca. Fu il giudice Garzon che diede inizio alla proibizione di manifestazioni[1] per solo fatto che chi le promuoveva era militante, esponente o simpatizzante di Batasuna.
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