by Talking Peace | 2010-09-13 9:50 am
Il 58% degli elettori turchi ha oggi detto «sì» in un cruciale referendum per una parziale ma controversa riforma della Costituzione destinata a cambiare nel prossimo futuro il volto della Turchia. E questo risultato, quasi certamente, contribuirà anche a spianare la strada al premier Tayyip Erdogan per vincere un terzo mandato alle elezioni politiche in programma nel luglio 2011. Sono queste le impressioni «a caldo» di analisti turchi e stranieri che stanno cercando di spiegarsi, e di spiegare, il perchè di questa vittoria non a valanga ma neanche troppo preannunciata, tanto che la maggior parte degli ultimi sondaggi davano il «sì» e il «no» (che ha avuto il 42% delle preferenze) quasi testa a testa. Di certo il risultato, ma anche il dato sull’affluenza alle urne (77%), dimostrano che su questo tema il Paese si è estremamente polarizzato fino quasi a spaccarsi a metà. Alla consultazione, secondo dati ufficiali, ha preso parte solo circa il 30-35% dei 20 milioni di curdi che vivono in Turchia (che hanno votato sì) mentre i restanti hanno boicottato i seggi seguendo le indicazioni dei loro politici. Il pacchetto approvato oggi riguarda 26 articoli della Costituzione redatta nel 1982 dagli autori dell’ultimo colpo di Stato militare compiuto due anni prima. Gli emendamenti interessano soprattutto la riorganizzazione della magistratura, i rapporti tra giustizia civile e militare, ma anche i diritti civili e la protezione di donne, minori e anziani. Erdogan ha sempre sostenuto che questa parziale riforma era necessaria per democratizzare di più il Paese e adeguarlo agli standard richiesti per l’adesione della Turchia all’Ue. Per questo ha già incassato l’approvazione di Bruxelles.
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