by Talking Peace | 2010-11-26 7:39 pm
Maeve Kelly. Campagna elettorale per le suppletive nella Contea di Donegal, presentazione delle proposte alternative alla finanziaria proposta dal governo della Repubblica irlandese, e prima ancora l’annuncio che alle prossime elezioni generali si candiderà nella Repubblica, nella Contea di Louth. Gerry Adams, 62 anni, ha la voce squillante di chi ha sempre gli occhi fissi sulla meta.
“Ho deciso di candidarmi alle elezioni generali nella Contea di Louth – dice al telefono da Belfast – perché come presidente del Sinn Fein voglio essere parte attiva della battaglia contro le politiche economiche sbagliate e devastanti di questo governo”.
Una decisione importante che anche dal punto di vista personale avrà delle conseguenze.
L’Irlanda è a un bivio. Questo paese si trova nel mezzo di una crisi economica e sociale profonda. Questo governo [la coalizione Fianna Fail-Verdi. Ndr] è probabilmente il più impopolare nella storia del paese. E continua a introdurre politiche errate e che danneggiano l’economia, mettendo in pericolo il futuro del paese. E non ha il mandato per farlo. Io sono convinto che ci sia un modo migliore di governare per ricostruire l’Irlanda. E’ necessario che ognuno faccia la sua parte in questo momento particolare. La gente deve prendere posizione, schierarsi. Io ho sempre chiesto alla gente di prendere posizione. E credo sia mio dovere fare un passo avanti in questo momento critico, fare quello che ho sempre chiesto agli altri di fare. Anche perché è evidente che in questa situazione la leadership politica ha una responsabilità ancora maggiore del solito.
In realtà nel processo di pace era prevista anche la possibilità per i deputati del Nord di sedere al parlamento del sud.
Come rappresentante eletto di West Belfast, dovrei potermi sedere al Dail, il parlamento irlandese. Ma il governo della Repubblica si rifiuta di accettare questo, nonostante l’impegno preso con l’Accordo del Venerdì Santo e successivamente con l’ex Taoiseach, l’ex premier Bertie Ahern che si era impegnato a introdurre i cambiamenti necessari per consentire ai rappresentati eletti al Nord di parlare anche al parlamento della Repubblica. Come leader dell’unico partito che rappresenta e si presenta in tutta l’Irlanda, posso scegliere se stare a Belfast, una città che amo, o candidarmi in un altro collegio elettorale al sud. West Belfast è la mia casa. E’ qui che io, mia moglie, la mia famiglia viviamo. Però ho deciso di candidarmi a Louth dopo averci pensato e riflettuto molto. Ne ho parlato con i miei compagni di partito che hanno accolto favorevolmente questa idea. E’ chiaro che se sarò eletto a Louth mi trasferirò qui, lavorerò sul campo, tornando a Belfast quando possibile. E voglio anche sottolineare che se sarò eletto a Louth mi dimetterò da deputato al parlamento nordirlandese. Il nome di chi mi sostituirà verrà annunciato nelle prossime ore. Manterrò invece il mio seggio al parlamento di Westminster fino alle prossime elezioni generali nella Repubblica irlandese.
Le elezioni sono previste per il 2012 ma potrebbero essere anticipate già al prossimo anno. La crisi economica infatti potrebbe costringere la già debole coalizione di governo ad anticipare il voto. Il Sinn Fein ha presentato le sue proposte di finanziaria alternativa a quella del governo. Quali sono queste proposte?
Il Sinn Fein propone quello che abbiamo chiamato un ‘pacchetto incentivo’ di 7 miliardi di euro destinati alla creazione di nuovi posti di lavoro. Parallelamente proponiamo un piano per ridurre il debito in un arco di tempo più realistico di quello proposto dal governo. Noi proponiamo sei anni, perché il 2014 ci sembra una data non realistica. Questo in linea generale. Entrando nei dettagli il pacchetto di 7 miliardi e 600 milioni di euro va spalmato su un periodo di tempo di tre anni e mezzo per consentire una ricrescita reale dell’economia. Abbiamo individuato oltre un miliardo di euro in spese non necessarie mentre oltre quattro miliardi di euro potrebbero essere recuperati attraverso una tassazione più equa. Le nostre proposte sulle imposte e sui risparmi sono mirate al raggiungimento di uno stato sano. Non sono cioè proposte che vanno a colpire chi già ha salari bassi o medi e soprattutto non contemplano tagli a servizi essenziali. Sono convinto che le proposte che abbiamo studiato rappresentino un’alternativa credibile alla politica di tagli che ha gettato la nostra economia in una crisi di tali proporzioni. Il governo della repubblica ha fatto scelte politiche chiare: colpire la fascia di popolazione più vulnerabile, tagliando il welfare e tagliando ben un miliardo di euro alla sanità. Noi abbiamo un’idea molto diversa.
Quale?
La nostra scelta va nella direzione di una crescita economica da raggiungere attraverso il taglio degli sprechi e un sistema fiscale più equo. Creare posti di lavoro e garantire le fasce meno abbienti e più vulnerabili. Il Fianna Fail e i Verdi hanno portato l’economia di questo paese sull’orlo del precipizio. Hanno presentato e approvato quattro finanziarie e provvedimenti di emergenza nel febbraio del 2009 basate esclusivamente su tagli. I dati parlano chiaro: abbiamo oggi 450 mila persone senza lavoro. Entro il prossimo anno si prevede una emigrazione verso altri paesi di almeno centomila persone. Le entrate fiscali sono collassate e il deficit è ormai entrato in una spirale da cui è sempre più difficile uscire. Gli interessi pagati dal governo irlandese sul mercato dei bond sono tre volte superiori a quelli pagati dalla Germania. Il 2014 è per noi una data non realistica perché non comprende il piano di ricapitalizzazione delle banche di circa 50 miliardi di euro né i 35 miliardi di euro dovuti al NAMA [National Asset Managament Agency creata dal governo irlandese alla fine del 2009 per far fronte alla crisi finanziaria. Ndr]. Il 4 dicembre il Sinn Fein ha in programma una grande manifestazione contro la finanziaria del governo.
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