ACCORDO DI GERNIKA CONVOCA MANIFESTAZIONE

Loading

In risposta agli arresti del 10 gennaio scorso in diverse località del Paese Basco, gli agenti politico sindacali e sociali che hanno sottoscritto l’Accordo di Gernika, hanno lanciato un appello alla cittadinanza affinché “continui ad accompagnarci n questo cammino verso la pace e le soluzioni democratiche” e la invita a partecipare alla manifestazione convocata per sabato a Iruñea (Pamplona) con il motto “Nel cammino della pace, soluzioni democratiche adesso. Basta arresti”. In una conferenza stampa a Pamplona esponenti delle forze convocanti hanno denunciato che “di nuovo cittadine e cittadini baschi ha subito sulla propria carne le gravi conseguenze di una strategia che obbedisce unica ed esclusivamente a ragioni politiche”. Dopo l’annuncio di ETA di un ‘alto al fuoco generale permanente e verificabile “ arriva il momento che anche lo Stato faccia una qualche passo, invece di porre ostacoli sul cammino che Euskal Herria sta intraprendendo verso uno scenario di pace e soluzioni democratiche”

Dal canto suo ELA, il principale sindacato basco ha stigmatizzato l’operazione delle forze di sicurezza spagnole di questi giorni considerando “di enorme gravità che si tratti come terroristi persone che promuovono azioni in nome di organizzazioni che non avrebbero dovute esser mai state illegalizzate”


Related Articles

North of Ireland to vote on 2 March

Loading

Following the resignation, last week, of Sinn Fein’s Deputy First Minister Martin McGuinness in protest at unionist arrogance and intransigence, the Stormont

LA COSTRUZIONE IDEOLOGICA DELLA NOTIZIA

Loading

La notizia è di quelle di cui i mass media vanno a caccia: “ETA avrebbe voluto far saltare in aria

KURDISTAN, UN VOTO PER LA DEMOCRAZIA, CASA PER CASA

Loading

Ultimi giorni di campagna elettorale in Turchia. Domenica si vota per quelle che tutti definiscono ormai elezioni storiche. A Diyarbakir e in tutte le città kurde si respira un’aria di speranza convinzione che dopo il 12 giugno le cose non saranno più come prima. Nel bene o nel male. Ma in questo momento si preferisce pensare che il nuovo capitolo sarà nel bene. I guerriglieri del PKK sono in posizione di difesa attiva ma potrebbero riprendere le azioni armate dopo il 15 giugno, come ha affermato dal carcere di Imrali (dove è rinchiuso dal 1999) anche il leader kurdo Abdullah Ocalan. Questi però sono giorni in cui si vedono le cose in positivo. Il Blocco per il Lavoro, democrazia e libertà che raccoglie i candidati sostenuti anche dal partito kurdo BDP (Partito della pace e democrazia, che non avendo possibilità di superare l’assurdo sbarramento del 10% ha preferito presentare candidati independenti) è dato dai sondaggi come una delle sorprese di queste elezioni generali. I kurdi partono da 22 deputati ma potrebbero arrivare a 30. C’è chi dice 35.

La campagna elettorale è fatta casa per casa, villaggio per villaggio. In un’elezione che ha tanti simboli sicuramente uno dei più forti è quello rappresentato da Hatip Dicle. Ex deputato del DEP assieme a Leyla Zana (anche lei candidata quest’anno) negli anni ’90, con Zana e altri due deputati è stato arrestato subito dopo le elezioni. Accusati di separatismo i quattro deputati hanno passato dieci anni (la condanna era a 22) di carcere. Usciti nel 2004, Dicle come Zana sono ritornati a fare politica tra la gente. E la repressione non si è fermata un attimo. Hatip Dicle è oggi candidato ma non può fare campagna elettorale. E’ in carcere, detenuto come migliaia di altri politici e attivisti kurdi in quel processo farsa avviato dopo la vittoria del DTP kurdo (prontamente messo fuori legge) alle elezioni amministrative del 2009. Così la campagna elettorale per Dicle la fanno i suoi compagni fuori.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment