E ADESSO RIMANE SOLO LA VIOLENZA DELLO STATO – Iñaki Iriondo
Ciò che dice ETA nel suo comunicato di oggi è semplice: fermo impegno con un processo di soluzione definitivo e la fine del confronto violento. Questo, evidentemente –tanto la soluzione definitiva come la fine del confronto armato, esige movimenti che vanno oltre le proprie forze. C’è chi dice che questa seconda parte è facile. Che si può fare con un tratto di penna. Basta un comunicato. Questa è scienza finzione, ben oltre di quanto, arrivato il momento, debbano dire da parte loro una organizzazione politica e militare con più di cinquanta anni di storia e lo Stato spagnolo.
Però l’essenziale è che nello scenario politico basco ormai non c’è altra violenza che quella che esercita o Stato. Ci sarà chi dice che, evidentemente, seguendo i canoni democratici è proprio allo stato che gli corrisponde il suo monopolio legittimo. Il fatto è però che lo Stato spagnolo sono decenni che sta praticando un uso illegittimo della sua forza. Arresti arbitrari, torture e violazione dei diritti degli arrestati. Interrogatori illegali, pedinamenti e sparizioni. Utilizzo della Polizia (spionaggio, controllo dei cittadini censiti, archivio e utilizzo di informazione su attività legali dei cittadini) e la Audiencia Nacional per destabilizzare una forza politica e tutto un settore sociale (“pensavano forse che non ci saremo azzardati”, come confessò Aznar) e per alterare la mappa istituzionale. E la c’è, come massima espressione di tutto questo, l’articolo 8 della Costituzione rifiutata in Euskal Herria che assegna alle Forze Armate la missione di garantire l’unità territoriale della Spagna.
Questa è l’unica violenza che persiste: la imposizione spagnola che impedisce che i cittadini e cittadine basche possano decidere il loro futuro in libertà e con uguali condizioni tra tutte le opzioni.
FONTE: http://www.gara.net/azkenak/01/242256/es/Ya-solo-queda-violencia-Estado
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