PENSIONI, LAVORO, NUCLEARE
Anche se la storia non è finita sono in molti che ci provano a raggiungere l’obiettivo. L’idea di una organizzazione e modello sociale che affronti i problemi di iniquità strutturali delle nostre società è sempre più messo da parte dalle cosiddette parti sociali. In Spagna con un movimento sindacale UGT e CCOO ormai da anni sulla difensiva che ha assunto la politica consociativa, in realtà “sussidiaria di limitazione dei danni”, il dibattito di queste settimane si centra sulla riforma delle pensioni. Come per la riforma del lavoro e le misure anticrisi gli strali dei due sindacati principali potrebbero ridursi a un nulla o poco di fatto. La minaccia di uno sciopero generale se il Governo Zapatero approverà una riforma che porterà a 67 anni i limite per accedere alla pensione potrebbe rientrare. Secondo alcuni mezzi d’informazione, il Governo sarebbe disposto a “prolungare la vita delle centrali nucleari”, contrariamente a quanto promesso in campagna elettorale, se i sindacati accetteranno non solo la riforma delle pensioni ma anche un piano generale industriale ed energetico. La prima di queste centrali che doveva essere chiusa nel 2013 è quella di Garona ubicata nella provincia di Burgos che tra posti di lavoro diretti e indotto occupa 1800 persone. Costruite nel negli anni sessanta è entrata in funzione nel 1971. La proposta di Zapatero troverebbe d’accordo sindacati CEOE (confindustria spagnola) e il Partido Popular. Nonostante le numerose proteste sociali di questi anni contro la centrale nucelare, il ricatto, nucleare in cambio di posti di lavoro temporanei e innalzamento dell’’età pensionabile, è una fotografia di della dialettica ufficiale capitale lavoro in Spagna. Le bacchettate date da Greenpeace Spagna sia a Governo che sindacati, ai primi per disattendere le promesse elettorali ai secondi per aver sempre “difeso l’occupazione nei settori di energia rinnovabili” probabilmente non sortiranno effetti. E nella Spagna con il “più duro” sistema penale in Europa come ama dire il ministro degli interni Rubalcaba non poteva mancare la notizia di una “censura” questa volta nei confronti di alcuni partecipanti alla manifestazione annuale contro la centrale nucealare di Garona. I fatti. Lo scorso 5 settembre il gruppo musicale “Orkestra Nzional” di Bilbao chiudeva la manifestazione con un concerto in cui interpretava le sue versioni musicali. Tra le canzoni suonate e cantate, c’era la canzone “Las Fuerzas de Seguridad”del gruppo punk rock “Vomito” pubblicata nel 1984. Gli agenti della Guardai Civil presenti si sono “sentiti offesi” denunciando alcuni membri del gruppo che in questi giorni dovranno presenziare al processo parto nei loro confronti con l’accusa di “ingiurie” nei confronti delle forze di sicurezza. La Coordinadora contra Garona” ha protestato contro quella che definisce “un attacco alla liberta d’espressione assolutamente ingiustificato e fuori luogo”. Del resto i risentimenti del movimento antinucleare contro la Guradi Civil in questo caso non nascono dal nulla. Il 3 giugno 1979 la giovane basca Galdys del Estal venne freddata con un colpo d’arma da fuoco sparato da un Guardi Civil, mentre la giovane ecologista si trovava seduta durante una manifestazione pacifica di protesta a Tudela (Navarra) contro il progetto di costruzione di una centrale nucleare nella località navarra. Inutile dire che il guardia civil autore dello sparo, José Martínez Salas, venne condannato ad una pena irrisoria di alcuni mesi per “imprudenza”.
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