I DEPUTATI DEL BLOCCO KURDO E DI SINISTRA NON VANNO IN PARLAMENTO
I deputati del Blocco kurdo e della sinistra Lavoro, Democrazia e Libertà hanno deciso questa mattina (giovedì) che non andranno in parlamento per protestare contro la decisione della Commissione elettorale che ha privato Hatip Dicle (eletto a Diyarbakir e attualmente in carcere) del suo mandato.
La decisione è stata presa dopo che ieri il DTK (Congresso della Società Democratica), organizzazione che raccoglie tutte le formazioni che hanno aderito al Blocco, aveva esplicitamente chiesto ai deputati eletti (36 in tutto) di boicottare il parlamento.
Il DTK aveva articolato la sua proposta in 7 punti:
1- Invitiamo il governo dell’AKP e il principale partito di opposizione in particolare a prevenire questa ovvia provocazione e a revocare assolutamente la decisione presa, inoltre invitiamo la grande assemblea nazionale a prendere urgentemente nelle proprie mani la situazione e ad aprire la strada a un processo democratico.
2 – Per la revoca urgente della decisione e per l’apertura di una strada che assicuri la rappresentanza democratica del nostro popolo attraverso il signor Hatip Dicle, noi chiediamo al nostro popolo di organizzare manifestazioni civili e democratiche in ogni luogo con uno spirito di mobilitazione patriottica.
3 – Come struttura civile e politica più rappresentativa del Kurdistan, il nostro congresso fa appello a tutte le sue componenti, organizzazioni e istituzioni, organizzazioni della società civile, singoli individui e opinion leaders a mostrare il loro più trasparente atteggiamento contro questa decisione fascista e a promuovere le loro attività democratiche.
4 – Allo stesso tempo, facciamo appello a tutte le nostre componenti per adottare tutte le istituzioni previste dall’Autonomia Democratica che è il progetto di soluzione del nostro popolo approvato attraverso il risultato elettorale e per implementarlo in tutti gli aspetti inclusa la proclamazione del processo di costruzione.
5 – In accordo con la decisione del nostro più importante partito, il BDP, che “nessuno degli eletti entrerà in parlamento se ne mancasse anche solo uno”, raccomandiamo urgentemente alla gente di pubblicizzare e dichiarare chiaramente la loro libera scelta alla Turchia e all’opinione pubblica mondiale.
6 – Con la consapevolezza che questa decisione antidemocratica è un duro colpo alla fratellanza fra i popoli, invitiamo tutti gli intellettuali, i democratici, le forze progressiste e rivoluzionarie della Turchia, il blocco del Lavoro, della democrazia e della Libertà in particolare, a stare a fianco della resistenza del nostro popolo per la libertà e la democrazia.
7 – Invitiamo tutte le organizzazioni per i diritti umani e la democrazia nel mondo, l’Unione Europea, la Commissione Europea, le Nazioni Unite in particolare, a esprimere la loro forte condanna nei confronti del governo e dello stato turco che perseguono una politica di distruzione e di negazione nonostante da parte nostra si insista indefinitamente su mezzi pacifici e democratici per risolvere la questione kurda, e a chiedere la revoca della decisione.
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