DICHIARAZIONE DELLA CONFERENZA DI DONOSTIA-SAN SEBASTIAN.
Al termine della conferenza, Jonathan Powell, Gerry Adams, Bertie Ahern, Kofi Annan, Gro Harlem Brundtland , Pierre Joxe hanno approvato questo documento
1. Chiediamo a ETA di emettere una dichiarazione pubblica di definitiva cessazione della attività armata e che solleciti il dialogo ai Governi di Spagna e Francia per trattare esclusivamente le conseguenze del conflitto.
2. Se questa dichiarazione verrà realizzata, instiamo ai governi spagnolo e francese di darne il benvenuto e accettare di iniziare conversazione per trattare esclusivamente le conseguenze del conflitto.
3. Instiamo a che vengano compiuti passi decisi per avanzare nella riconciliazione e riconoscere, ricompensare e assistere tutte le vittime, riconoscere il dolore causato e aiutare a sanare le ferite personali e sociali.
4. Nella nostra esperienza di risoluzione dei conflitti ci sono, spesso, altre questioni che se vengono trattate possono aiutare a raggiungere una pace duratura. Suggeriamo che attori non violenti e rappresentanti politici si riuniscano e discutano questioni politiche e altre in relazione al rispetto di una consultazione della cittadinanza, fatto questo che potrebbe contribuire a una nuova era senza conflitto. Nella nostra esperienza la parte osservatrice e facilitatrice aiuta il dialogo. Anche qui, il dialogo potrebbe trovare assistenza da facilitatori internazionali se cosi fosse deciso dalle parti coinvolte.
5. Siamo disposti a organizzare un comitato di accompagnamento a queste raccomandazioni.
….E LA SINISTRA INDIPENDENTISTA APPROVA.
La sinistra indipendentista appoggia i cinque punti della conferenza internazionale di San Sebastian. In una conferenza stampa, tenutasi poche ore fa a San Sebastian, Rufi Etxebarria ha letto un documento nel quale la sinistra indipendentista mette in risalto “la dimensione storica” delle conclusioni emerse dalla Conferenza Internazionale di Donostia e mostra il suo “totale e deciso appoggio” a “ognuna di esse”, poiché aprono le porte ad uno scenario nel quale “tutti e tutte possiamo e dobbiamo essere vincitori”. La sinistra indipendentista spera che sia ETA come il governi spagnolo e francese rispondano in modo positivo alla interpellanze realizzate dalle personalità internazionali
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COLPI DI STATO A LA TURCA
Una cinquantina di generali e colonnelli turchi in pensione e in servizio sono stati arrestati ieri in una nuova operazione di polizia. Gli arresti sono stati ordinati dai giudici che indagano su due presunti piani di colpi stato, Balyoz (mazza) e Kafes (gabbia). Anche questi golpe rientrerebbero nelle operazioni clandestine di Ergenekon, la cosiddetta gladio turca. I due piani per rovesciare il governo risalgono al 2003 e 2004.
Tra gli arrestati ci sono nomi di spicco della nomenclatura dell’esercito turco. Personaggi di un passato molto recente e che una volta in pensione avrebbero continuato a esercitare pressioni e potere nel tentativo di sconvolgere la vita politica turca. Il generale Ibrahim Firtina (un cognome simbolicamente indicativo, tempesta), comandante dell’areonautica in pensione, già interrogato a gennaio nell’ambito dell’inchiesta Ergenekon. Firtina è stato arrestato a Ankara ma la polizia ha perquisito abitazioni e eseguito ordini di cattura in quattordici città. Tra gli arrestati anche il generale Engin Alan, salito alle cronache per aver guidato l’operazione che nel 1999 ha portato all’arresto del leader del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), in Kenya. Ma Alan aveva già diretto anche l’operazione Yarasa (pippistrello) che portò alla cattura di uno dei comandanti del Pkk, Semdin Sakik. Quindici anni fa Alan era stato attaché militare a Baku e era stato implicato in un tentato colpo di stato contro l’allora governo dell’Azerbajan. In uno dei documenti relativi al golpe ‘Cage’, rinvenuti dalla polizia nel computer del colonnello in pensione Levent Bektas, Alan è definito “partner fidato”.
Il colpo di stato denominato Balyoz è venuto alla luce a gennaio, grazie alle indagini e alle rivelazioni del quotidiano Taraf. Forse il golpe più elaborato, perché oltre al rovesciamento del governo, a diversi omicidi (gli obiettivi erano giornalisti, politici) prevedeva anche un attentato a una delle più grandi moschee di Istanbul durante la preghiera del venerdì. Balyoz aveva anche una sorta di sotto-golpe, denominata Oraj (bufera) che prevedeva l’abbattimento di un jet turco per alimentare i dissidi con la Grecia .