KURDISTAN SENZA TREGUA

by Talking Peace | 20th October 2011 1:57 pm

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Erdogan non vuole la pace con i kurdi. Non la vuole perché ha in mente un piano di ricollocazione della Turchia sullo scenario internazionale nel quale i kurdi in questo momento sono elemento di disturbo. Perché sono, nei fatti, l’unica vera opposizione al disegno del premier islamico. Che è quello di fare della Turchia l’interlocutore principale dell’occidente (e degli USA in particolare) in medio oriente. Da qui anche le tensioni con Israele. La Turchia vuole diventare il braccio destro degli USA, oggi un ruolo ricoperto da Tel Aviv. E vuole essere il cavallo di Troia nella regione. Da qui il sostegno alle opposizioni (alcune) in Siria contro Assad o il suo porsi come mediatore in ogni conflitto in corso, da quello israelo-palestinese a quello libico. Erdogan ha fatto il giro dei paesi della primavera araba accolto come un leader. Il modello Turchia piace agli islamici che hanno bisogno di ‘svecchiare’, di mandare a casa i leader matusa per proporre un islam più ‘moderno’. In realtà un’altra versione dello stesso regime autoritario. Con in più la matrice religiosa.

InTurchia questo disegno si traduce in un governo religioso apparentemente ‘democratico’ e rispettoso dell’altro. La guerra contro i kurdi, lo sa anche Erdogan, non può essere vinta militarmente, perché non si può pensare di eliminare la lotta di un popolo che reclama il diritto a esistere. Ma la guerra, con i suoi morti, sposta l’attenzione dai problemi reali. Che sono quelli che vedranno il parlamento per esempio impegnato nella redazione di una nuova costituzione sulla quale i deputati kurdi e della sinistra hanno molto da dire

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