“NOI BASCHI OFFESI DALLA BANDIERA LEGHISTA” – Lucia Ezker, Mikel Leyun

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Infoaut.org Di qualche giorno fa, riproduciamo questa lettera di due baschi contro le letture leghiste  (e le presunte simmetrie che pretendono di scorgervi) delle vittorie politiche della sinistra abertzale.

Le scrivono due cittadini baschi residenti in Lombardia. Ci sentiamo molto offesi e sconcertati dopo aver letto il suo articolo “Addio Lega di governo. Si torna ruvidi” apparso sulla testata Varese News il 23 novembre 2011 (http://www3.varesenews.it/politica/articolo.php?id=219343). Abbiamo visto la nostra bandiera appesa sul balcone della sede della Lega Nord di Varese. Doppiamente offesi. Da un lato come baschi per l’insulto e affronto della Lega Nord di Varese che, strumentalizzando la lotta basca, millanta somiglianze e affinità inesistenti; non siamo come loro, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai. Dall’altro lato, come lettori per la continua manipolazione dei media italiani e la totale disinformazione e impreparazione dei giornalisti italiani

 

Il movimento della sinistra abertzale (nazionalista) basca nasce con la finalità di “unire”: unire le nostre terre e unire le popolazioni basche sparse in territori spagnoli e francesi. Il Paese Basco era uno Stato tanti anni fa, il celebre Regno di Navarra, e ha poi subito una dura invasione. L’anno prossimo ricorrono i 500 anni di questa invasione; un’invasione militare, che non è riuscita però a cancellare il nostro sentimento di popolo, e nemmeno a zittire la nostra bocca né la nostra lingua. Euskaldun (basco in lingua basca), vuol dire portatore dell’euskera (lingua basca). Qualunque immigrato che parli l’euskera può essere riconosciuto tanto basco quanto noi. Siamo orgogliosi e felici di avere una componente di immigrati così alta nelle nostre terre, vera e propria ricchezza sociale e culturale. Questa è una delle grandi differenze con la Lega Nord: l’inclusione da una parte e l’esclusione dall’altra. Per questo siamo fieri di sottolineare ogni volta ciò che ci differenzia da chi costantemente fa campagne di odio e razzismo, dentro e fuori le istituzioni.
Lo stato spagnolo ci ha invaso militarmente, perché questo è l’unico campo in cui sono forti. Per questo noi baschi vinceremo con la parola, con le idee, con le nostre azioni quotidiane, per far fronte ad un assedio che è quotidiano, da 500 anni, e ad una persecuzione diretta verso qualunque traccia che odori di basco, sia politica che culturale. E quotidiana è stata anche la nostra resistenza. In questo contesto, 50 anni fa, è nata E.T.A., organizzazione armata, nata dalla volontà di molti studenti universitari che, durante la dittatura fascista di Franco, si sono espressi a difesa popolare e contro il fascismo. ETA ha però terminato pochi mesi fa la lotta militare perché il popolo basco ha chiesto questo. Recentemente tutte le organizzazioni, partiti, collettivi, associazioni che hanno fatto o fanno parte del Movimento di Liberazione Nazionale Basco hanno deciso, con convinzione, di far confluire la lotta ideologica e politica della popolazione in organizzazioni politiche come quella, per esempio, di Amaiur, una coalizione formata da numerosi partiti che rivendicano la sovranità popolare e la difesa dei diritti di base, tutt’altro che scontati in Euskal Herria (Paese Basco). Il nuovo panorama politico evidenzia come Euskal Herria rappresenti un’anomalia nel contesto europeo: una sinistra reale che compete alla pari con forze politiche il cui riferimento sociale e politico è quello dominante attualmente in crisi. Il Paese Basco sta lanciando un chiaro messaggio all’Europa: un’altra democrazia è possibile. La proposta e l’azione della sinistra indipendentista non è per una nuova gestione del presente ma per il cambio delle gerarchie di potere sociale e per una democrazia realmente partecipativa. I neo eletti della coalizione Amaiur, rappresentanti politici eletti democraticamente dai cittadini, porteranno le rivendicazioni di giustizia e libertà fino a Madrid, utilizzando solo l’arma della politica. Definire la coalizione politica di Amaiur “terrorista” vuol dire non conoscere e non sapere leggere e analizzare gli accadimenti che poco lontano dall’Italia accadono.
Avevamo detto di essere doppiamente offesi. Sappiamo che la manipolazione dell’informazione negli stati francesi e spagnolo è una cosa sistematica, ma non capiamo come paesi che non hanno interessi in questo conflitto si facciano complici, sia con il silenzio che con la manipolazione. Un silenzio che occulta le denunce delle torture subite dai cittadini baschi nelle carceri spagnole, torture che anche organismi come Amnesty International e relatori internazionali per i diritti umani riportano e smascherano costantemente. In Italia la manipolazione è addirittura doppia, visto che la Lega utilizza, sempre a sproposito, il conflitto basco-spagnolo, per il proprio interesse.
Siamo quindi offesi sia come cittadini baschi sia come lettori. Ci auguriamo che, almeno nel secondo caso, si debba ad un errore o a semplice ignoranza. Capiamo che chi non è informato sull’indipendentismo basco possa fare confusione con la Lega Nord, ed è per questo motivo che vorremmo invitare il Sig. Rotondo ed i lettori del giornale in cui scrive ad essere maggiormente attenti, interessati e curiosi, con la voglia di capire cosa sta loro intorno, con la voglia di capire cosa accade a un migliaio di km da casa loro, nel territorio basco.
Vorremmo invitar loro anche alla lettura dell’opuscolo “Lega chi la conosce la evita, chi la capisce la combatte” a cura del Comitato Autonomo Varesino dove si spiegano le differenze che abbiamo prima citato (inclusione/esclusione per fare un esempio) ed alle iniziative dei diversi comitati Euskal Herriaren Lagunak / Amici e amiche dei Paesi Baschi, sparsi in tutta Italia. A febbraio, da numerosi anni, si organizza una settimana di solidarietà con il Paese Basco con dibattiti, proiezioni, conferenze con rappresentanti baschi, a Milano e dintorni. Vi invitiamo calorosamente a queste iniziative, sperando che siate numerosi e numerose, perché siamo convinti che se per noi vale la frase “Lega, se la conosci la combatti”, allo stesso modo per voi potrebbe valere la frase “Sinistra Abertzale, se la conosci la condividi”.

 

Fonte: http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/3398-noi-baschi-offesi-dalla-bandiera-leghista

 


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27 GENNAIO, PAESE BASCO ANCORA SCIOPERO GENERALE

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Dopo quello del 29 giugno contro la riforma della legge sul lavoro, le organizzazioni sindacali basche ELA, LAB, EHNE, HIRU, ESK, che rappresentano la maggioranza sindacale nelle province basche, hanno promosso un nuovo sciopero generale contro la riforma delle pensioni che in questi giorni è oggetto di un serrato dibattito tra Governo, sindacati, UGT e CCOO, e CEOE, l’associazione industriali spagnoli. Come scrive Joserra Bustillo su Diagonal “ le ragioni dell’opposizione alla riforma si centrano su tre aspetti essenziali: l’ampliamento del computo per calcolare il valore della pensione da 15 a 20 anni; l’ampliamento del periodo contributivo per ricevere la pensione completa da 35 a 40 anni e l’aumento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni. Inoltre le organizzazioni che hanno promosso lo sciopero respingono i limiti posti ai prepensionamenti, il congelamento delle pensioni per il 2011 o la promozione che si sta facendo delle assicurazioni private con la possibilità che migliorino ancor più le loro agevolazioni fiscali”. E’una agenda separata, ormai quella della maggioranza sindacale basca.UGT e CCOO hanno scelto di fatto dal 1977 con i Patti della Moncloa, la politica di concertazione lavorando, in questi ultimi anni, per la creazione di “contratti collettivi nazionali superando quelli esistenti provinciali che, nel contesto spagnolo, significherebbero  annullamento della maggioranza sindacale basca che dagli anni 90 ha rappresentato una spina nel fianco alle politiche neoliberiste dei diversi Governi spagnoli ed autonomi baschi. 

Un ruolo quello sindacale che è stato stigmatizzato dal “ministro” degli Interni del Governo autonomo basco, il socialista,  Alfonso Ares, il quale contestando la nacessita dello sciopero generale ha accusato “ELA e LAB di voler essere l’avanguardia nella lotta al Governo basco”. Di certo questa mobilitazione generale sta trovando considerevoli consensi. Scontata l’adesione delle forze politiche per la sovranità e progressiste basche come Eusko Alkartasuna, Alternatiba, Aralar e Sinistra Indipendentista. Quest’ultimo movimento nel dare l’appoggio allo sciopero sottolinea che “l’attuale riforma delle pensioni non risponde ad alcuna logica economica ne sociale. Non pretende garantire le pensioni ne dei più giovani ne delle persone anziane, solo vogliono che le banche facciano affari con le nostre pensioni”. Del resto lo stesso Emilio Botin, presidente del Banco de Santander, la principale holding finanziaria dello Stato spagnolo che nel 2009 chiuse con un utile di quasi 9 miliardi di euro, ha più volte affermato la necessita della riduzione delle spese dello stato, e della riforma delle pensioni che assieme alla “contrattazione collettiva centralizzata” sono “misure necessarie e opportune”. Che la grande banca faccia sentire la sua voce condizionate non è una novità ma in questa epoca di crisi questa azione diventa una necessita. Come ricorda Miren Etxezarreta, cattedratica emerita di Economia Applicata de la UAB, “ Il settore finanziario fu il causante immediato dell’ incendio e  adesso i finanzieri comandano: i grandi agenti economici dettano le politiche”

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