Haiti: ricostruzione di mercato o solidale? L’esperienza cubana
La comunità internazionale si è impegnata a contribuire con 5 miliardi e trecento milioni di dollari per la ricostruzione di Haiti, il paese caraibico devastato dal terremoto che ha provocato 220.000 morti ed un milione e mezzo senza casa. Nella conferenza dei Donanti per il Nuovo Futuro di Haiti, che si è svolta nelle sede delle Nazioni Unite a New York, il dibattito ha sancito un aumento degli aiuti che le Nazioni Unite avevano previsto per 3 miliardi e 900 milioni di dollari. L’impegno assunto pone diversi interrogativi sulle clausole di questi aiuti. Venezuela e Cuba hanno manifestato la necessita di una ricostruzione che garantisca l’indipendenza del paese più povero delle America del Sud, evitando in questo modo che si ripeta il meccanismo di una nuova e maggiore dipendenza attraverso l’indebitamento del paese. Francisco Arias Cardenas, vice cancelliere venezuelano per l’America Latina e Caribe ha respinto la creazione “di nuovi fondi per indebitare” i cittadini del paese caraibico. Cardenas ha detto che il Venezuela vuole e sta “lavorando per costruire una nuova società (in Haiti) , con l’appoggio dei paesi dell’ ALBA, nell’ambito delle richieste del presidente haitiano, René Prevale”. Cardenas ha anche aggiunto che lo stesso ex presidente statunitense, Bill Clinton ha detto che “è in Haiti l’unica coincidenza che ho con Venezuela e Cuba”. Durante al Conferenza il cancelliere cubano, Bruno Rodriguez, ha spiegato il cammino da intraprendere concretamente per sostenere Haiti. Rodriguez ha annunciato la creazione di 101 centri di attenzione medica ad Haiti dei quali 23 sono già funzionati. Cuba che fu il primo paese a prestare aiuto medico poche ore dopo il terremoto, secondo Rodriguez, permetterà in questo modo di attendere “2,8 milioni di pazienti realizzare 1,3 milioni dì’interventi d’urgenza medica, 168 mila parti e somministrare 3 milioni di vaccini”. Rodriguez ha anche aggiunto che nel piano previsto vengono inclusi 30 ospedali di riferimento di livello terziario, distribuiti su tutta la geografia del paese, datati di tecnologia avanzata per attendere a più di due milioni di pazienti, cosi come effettuare 54 operazioni chirurgiche e attendere un milione di urgenze. Il piano di salute contempla anche la creazione di un ospedale dove lavoreranno 80 specialisti al più alto livello che coordineranno la formazione di personale sanitario haitiano che lentamente sostituirà i medici cubani. Tutto il piano di salute per Haiti avrà un costo di circa 690 milioni di dollari. Rodriguez ha sostenuto che attualmente sono già in funzione ad Haiti 15 ospedali comunitari , 21 sale di riabilitazione nelle quali lavorano 783 medici cubani, 481 haitiani e 278 di altri paesi formatisi nelle università cubane. “Ci vuole generosità e volontà politica” ha detto Rodriguez, “ si necessita l’unita di questo paese invece di una sua divisione in parcelle di mercato e progetti di dubbia carità”. Rodriguez ha rivelato che nei giorni scorsi è stato firmato un accordo con il governo brasiliano per cooperare in questo progetto. Pochi giorni dopo il terremoto la Norvegia aveva sostenuto il progetto medico cubano attraverso un contributo di 800.000 dollari.
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