BOMBA IN NORD IRLANDA

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Una forte esplosione è avvenuta questa notte, alla caserma di polizia di Newtownhamilton, in County Armagh, nel nord Irlanda. L’esplosione è stata preceduta da una telefonata di avvertimento un’ora prima che l’ordigno scoppiasse. I vigili del fuoco giunti sul posto hanno detto di aver sentito anche dei colpi di arma da fuoco nella zona circostante che era stata evacuata.
L’esplosione è stata molto forte, tanto da essere udita in un raggio di venti chilometri. Dalle prime notizie non sono stati registrati feriti. La bomba è esplosa a dieci giorni da un episodio che ha visto coinvolta la stessa caserma della nuova polizia nordirlandese: un ordigno contenente liquido infiammabile era stato recuperato in un’auto abbandonata davanti alla caserma. L’attacco arriva a poco più di un paio di settimane dalle elezioni generali inglesi (che coinvolgono anche il nord Irlanda, ancora ‘parte’ del Regno Unito). La settimana scorsa un attentato al quartier generale dei servizi segreti inglesi MI5 a Holywood era stato rivendicato sia da Real Ira che da Oglaigh na hEireann, entrambi gruppetti fuoriusciti dall’Ira, Irish Republican Army. 


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INFOAUT. Il Sì vince in tutti i 4 quesiti referendari. E’ evidente il carattere doppiamente politico del risultato: su un primo livello in quanto dà la misura della rilevanza e importanza delle 4 poste in gioco su cui si era chiamati a votare; un secondo livello che boccia, poche settimane dopo le amministrative, l’operato del governo in carica. I conti dimostrano che la maggioranza assoluta degli italiani e delle italiane non è disposta a trattare su questioni fondamentali come il diritto ai beni comuni primari come l’acqua e la “sicurezza” (quella reale di poter vivere senza il terrore di essere contaminato dalle radiazioni per millenni, non quella sbandierata strumentalmente agendo sulle paure).

Qualcuno potrà anche chiamare in causa l’effetto-Fukushima, colpevole di aver spinto milioni di persone a “pensare con la pancia” ma il risultato addirittura superiore (per quanto di poche virgole) dei due quesiti relativi alla privatizzazione dell’acqua e alla possibilità di farne sopra profitti come fosse una qualsiasi altra merce mostra invero il processo di consapevolezza e lungo corso che ha portato a questo risultato. A partire da una raccolta firme che ha attraversato l’ultimo anno e mezzo.

Proprio il risultato equivalente delle 4 questioni deve essere letto come bocciatura esplicitamente politica dell’operato del governo, punito alle urne da un parte del proprio stesso elettorato. Segno che c’è una percezione diffusa di un sorpasso del limite e della decenza che non può più essere tollerato. E’ in qualche modo, anche qui, il voto di una cittadinanza “indignata”, per quanto nel nostro paese ancora non disposta a riconquistarsi spazi e modi della politica direttamente nelle piazze, ancora (troppo) fiduciosa nel risultato e peso delle scelte fatte nel segreto delle urne.

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