PARIGI ESTRADA, LONDRA NO.
La Corte di Cassazione francese ha respinto il ricorso degli avvocati di Jon Telleria, giovane indipendentista basco, contro l’estradizione alla Spagna, concessa in prima istanza dal Tribunale di Pau. Telleria venne arrestato il 9 giugno scorso su richiesta del giudice dell’ Audiencia Nacional spagnola Grande Marlasca che lo accusa di “appartenenza a Segi”. Telleria è stato arrestato poco dopo l’uscita dal commissariato di Donibane Loihizune dove si recava ogni giorno per firmare come aveva disposto il giudice di Pau, tra le misure cautelari adottate nei suoi confronti. Telleria subito dopo l’arresto è stato consegnato ieri alle autorita spagnole ed incarcerato nel carcere di Soto del Real.
Decisione opposta invece, quella adottata dalla Corte dei Magistrati di Londra, che ha esaminato la petizione di estradizione della Audiencia Nacional nei confronti Garikoitz Ibarluzea, accusato di aver partecipato ad azioni di kale borroka, (azioni di sabotaggio). Ibarluzea,, venne arrestato il 14 marzo scorso a Londra dove lavorava come cuoco. La giudice Daphne Wickha, oltre a manifestare la propria preoccupazione per il lungo periodo di arresto preventivo, ha respinto le richieste spagnole per vizi di forma e contraddizioni nelle motivazioni presentante. Comunque il giovane basco non potrà essere ancora scarcerato, per il ricorso presentato dal pubblico ministero che dovrà essere contestato entro 48 ore.
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17 febbraio – 3 marzo 2012
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AHT GELDITU (Movimento No-Tav) a ROVATO (BS)
SABATO 18 FEBBRAIO
AHT GELDITU (Movimento No-Tav) a RHO (MI)
AHT GELDITU (Movimento No-Tav) in VAL SUSA (TO)
DOMENICA 19 FEBBRAIO
IZQUIERDA ABERTZALE (Sinistra Indipendentista) a MILANO
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IZQUIERDA ABERTZALE (Sinistra Indipendentista) a TORINO
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MERCOLEDI 22 FEBBRAIO
HERRIRA, ETXERAT, EX PRIGIONIERI a MILANO (pom.)
HERRIRA, ETXERAT, EX PRIGIONIERI a MILANO (sera)
AHAZTUAK (Memoria storica) a FIRENZEMODELLO TURCO
Talkingpeace.Trentacinque corpi avvolti in coperte di lana, disposti uno accanto all’altro su un sentiero di montagna bianco di neve. Sono le ultime vittime della guerra della Turchia contro i kurdi. Una guerra dimenticata dall’occidente, troppo interessato a dipingere la Turchia come “modello”.
Mercoledì notte F-16 dell’aviazione turca e droni senza pilota (l’ultimo acquisto delle forze armate di Ankara) hanno bombardato i pressi di un villaggio chiamato Roboski (Ortasu in turco) al confine con l’Iraq. Raccontano i testimoni di aver sentito un odore acre di bruciato, di carne bruciata. Gli abitanti di Roboski sono accorsi subito sul luogo, nonostante la neve. Sicuri di quello che avrebbero trovato. Di fronte a loro i corpi mutilati di decine di giovani e uomini, animali sventrati. Racconta al telefono un giornalista kurdo dell’agenzia DIHA di aver sentito un urlo squarciare il silenzio tetro di quella visione: una mamma disperata in cerca dei suoi due figli. Morti entrambi in quel bombardamento. Quel giornalista è uno dei pochi scampati al carcere nell’ultima offensiva delle autorità turche che hanno, in 24 ore, arrestato 49 giornalisti kurdi e di sinistra. Scomodi testimoni della guerra sporca condotta contro i kurdi sia con le armi che con il carcere e la repressione. Scomodi testimoni anche di quest’ultimo massacro.
Le foto dei corpi avvolti nelle coperte delle vittime di Roboski stanno facendo – lentamente – il giro del mondo. E intanto si cominciano a conoscere le biografie di questi uomini che le forze armate turche hanno “scambiato per terroristi”.