UN NUOVO STRUMENTO PER UNA NUOVA ERA

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Lo aveva paventato il giudice Baltazar Garzon un anno ed un mese fa quando incarcerò la una decina di esponenti di spicco della sinistra indipendentista, accusati si “ricostruire”una formazione politica che prendesse il posto di Batasuna illegalizzata “anche” dal famoso giudice spagnolo. L’ossessione del suo teorema “tutto è ETA” lo portò a sostenere che quell’operazione politica era ordita dalla organizzazione armata basca. A nulla valsero le palesi contraddizioni presenti nella sua stessa ordinanza a smentire che cosi fosse. A nulla valsero le conferme della “scelta strategica della sinistra indipendentista” che poche settimane dopo quella caccia alle streghe, perché di questo si tratta, si materializzarono nelle dichiarazioni di Alsasua e Venezia e un paio di mesi dopo nel documento Zutik Euskal Herria. A nulla sono valsi i seguenti passi Dichiarazione di Bruxelles, documento di Gernika in cui si chiede a ETA un sostanziale “deponete le armi”. La stigma della sacralità della Spagna “una” che accompagna la storia di questo stato ha messo in moto tutto il suo battage istituzionale e legislativo per impedire che la sinistra indipendentista possa fare ciò che più fa male a questa idea di Spagna: fare politica presentare progetti farsi interprete in modo progressista di un sentire probabilmente maggioritario nella società basca che chiede di potere decidere liberamente che modello sociale istituzionale e politico darsi. Un “probabile sentire sociale” testimoniato da una storia di questi decenni fatta di grandi avvenimenti e di storie quotidiane segregate dall’ “imperiosa  necessita politica spagnola” di negare altre sovranità possibili. Ciononstante la sinistra indipendentista ha scelto di proseguire sulla strada di un vero processo democratico. Come lo ha fatto nel 1978, quando unico movimento politico e sociale, aveva contestato l’atto di impunità e omertà insito nella transizione spagnola che di fatto legittimò quart’anni di dittatura franchista, che sotterrò ancora una volta le centinaia di migliaia di repubblicani gettati in fosse comuni dalla “crociata franchista”, rivendicando non solo “terre libere” ma anche “uomini liberi”. E poche ore dopo che il PSOE e PP presentano una modifica legislativa alla Legge sui Partiti del 2002, fatta ad hoc per illegalizzare la sinistra indipendentista, tendente ad dotare di strumenti discrezionali il giudice di turno per decretare la proscrizione di una qualsiasi lista elettorale in odore o che “ospiti” la sinistra indipendentista, la sinistra indipendentista annuncia che domani presenterà un nuovo progetto politico un movimento. Nonostante Rubalcaba, Aznar, Gonzales, Zapatero, Rajoy Ares  Lopez,  un pezzo importante della società basca rivendica il diritto alla democrazia piena.

Di seguito l’editoriale del quotidiano basco Gara (26 novembre 2010)

Gara. Quando sono passati giustamente nuove mesi da “Zutik Euskal Herria”, questa road map continua a dare frutti. La sinistra indipendentista renderà pubblici domani, i principi di un progetto politico organizzativo completamente nuovo, indirizzato alla accumulazione di forze per la sovranità, indipendentiste e progressiste e impegnato con vie esclusivamente politiche e democratiche. La notizia mette, ancor un volta, fuori gioco a chi cercò di presentare questo “Zutik Euskal Herria” come un mero gioco dialettico con avrebbe avuto vita breve e nessun effetto pratico. Però soprattutto è un fatto che guarda ala futuro, che deve servire per riparare il deficit democratico che caratterizza il panorama politico basco dalla il legalizzazione e anche per “rendere irreversibile il cambio politico”, obiettivo dichiarato della sinistra indipendentista.

Sono passati più di cinque anni da quando poliziotti chiusero con le mazze le sedi di Batasuna e politici e giudici la gettarono nelle nebbie elettorali, con una strategia assolutamente ripudiabile in termini democratici. Basta solo vedere come formazioni politiche di Ipar Euskal Herria (Stato francese) per niente sospettabili di connivenza con l’indipendentista, come il Partito Socialista o Modem, si sono rivoltati contro il tentativo di esportarla al nord del Bidasoa con il caso di Aurore Martin. Con questi presupposti, la sinistra indipendentista avrebbe piena legittimità per sostenere la richiesta della legalizzazione di Batasuna. Però questo contribuirebbe solo al blocco – proprio ciò che vuole urgentemente superare -. E risulta evidente, inoltre, che la sinistra indipendentista ha assunto la sfida di “cambiare noi stessi” per cambiare lo stato delle cose.

Per questo, si sbaglierà nuovamente che legga questa iniziativa come una manovra tattica o a breve termine. Non è uno strumento per nuove elezioni o un nuovo periodo più o meno ambiguo. E’ un nuovo progetto per una nuova era in Euskal Herria. La era della politica. Politica in tutta la sua estensione, senza ingerenze però senza limiti di nessun tipo, ne a sigle ne a progetti.

Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20101126/234351/es/Un-nuevo-instrumento-para-una-nueva-era


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