BILBAO: UN’ONDATA DI SOLIDARIETA CON I PRIGIONIERI BASCHI
Una marea solidale
La manifestazione si è mossa poco dopo l’ora prevista, 17,30, non senza problemi vista l’affluenza di gente. Cinque colonne di familiari di detenuti e detenute, più di mille, hanno aperto il corteo occupando 700 metri della sede stradale della grande Calle Autonomia, dietro a una grande drappo con il simbolo che chiede il ritorno “a casa” dei prigionieri baschi, e lo striscione con la scritta: “Prigionieri baschi a Euskal Herria con tutti di diritti, facciamo un passo”. Tra slogan quali lo storico “Presoak kalera, Amnistia osoa (Prigionieri liberi, amnistia per tutti) o “Euskal presoak Etxera” (Priognieri baschi a casa) il corteo lentamente è avanzato tra ali di folla che si assiepava sui marciapiedi. Quando il corteo è arrivato dinnanzi alla sede del Municipio di Bilbao la coda aveva lasciato da poco il luogo partenza. A chiudere la manifestazione l’unica foto di un prigioniero basco quello di Joxe Mari Sagardui “Gatza”, il prigioniero politico con la più lunga detenzione in Europa, 30 anni. Nella manifestazione c’è chi, familiare o amico, regge un cartello con i chilometri da percorre per andare a visitare il detenuto o detenuta basca: “Cáceres-Badajoz, 1503 km, Alacant-Villena, 1408 km,…”.
Al termine della manifestazione Marifeli Etxeandia, sorella del detenuto basco José Miguel Etxeandia e il giornalista di Radio Vitoria, Iñaki Olasolo sono stati gli incaricati di trasmettere il messaggio dei promotori della marcia nell’atto finale che ha avuto luogo di fronte al palazzo del Municipio di Bilbao. Hanno detto che oggi si è compiuto “un passo importante” nella disattivazione dell’attuale politica penitenziaria e il suo carattere “puramente repressivo”, però allo stesso tempo hanno insistito che “c’è ancora strada da percorrere”, poiché negli ultimi dieci anni “è stato costruita una enorme Guatanamo per il collettivo dei prigionieri politici”. I due portavoce hanno esortato a far conoscere al mondo e “socializzare in qualunque angolo del pianeta” le “severe” violazioni di diritti che subiscono i prigionieri baschi, una realtà che “deve passare ad esser quanto prima una fotografia del passato”. “La democrazia deve farsi la strada – hanno detto – e, con essa, devo essere superate le ragioni che hanno portato centinaia di basche e baschi in carcere o nell’esilio, offrendo una soluzione democratica al conflitto politico e superando anche le conseguenze che ha comportato, tra queste l’esistenza di prigioniere e prigionieri, esiliati e esiliate”.
Fonte: http://www.gara.net/azkenak/01/241950/es/Arranca-manifestacion-calle-Autonomia-colapsada
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