BADATOR KORRIKA 2011!

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Domenica 17 aprile si concluderà a Donostia, la 17. edizione della Korrika   la manifestazione popolare per la promozione della lingua basca, l’euskara. Nata nel 1980 su iniziativa di AEK, movimento popolare basco per la promozione della lingua euskara, la korrika rappresenta una manifestazione unica nel suo genere. Una corsa non competitiva che attraversa tutta la geografia basca per 10 giorni. A guidarla un testimone che viene passato di mano in mano all’interno del quale c’è un messaggio che verrà letto al termine della corsa, domenica prossima a Donostia.

Di seguito l’annuncio della manifestazione realizzato dalla Associazione Euskara di Roma  e un estratto dell’intervista a Edurne Brouard,  di AEK, tratto dal libro “Storie Basche”, nella quale la militante basca racconta la nascita della Korrika

 

 Associazione Euskara. L’edizione 2011 della KORRIKA è cominciata!!! Dal 7 fino al 17 aprile un grande serpentone colorato sta invadendo le strade basche. Badator, korrika, 2011 urteko KORRIKA! Euskararen alde Apirilaren 7tik 17ra, Euskal Herriko bailara eta txoko guzietara hurbilduko den egitasmoa.

 

Come due anni fa non abbiamo saputo tenere la gambe a posto ed abbiamo deciso di andare anche noi a correre in Euskal Herria, comprando un km e aiutando a raccogliere fondi per l’insegnamento dell’euskara.
Lo spezzone sarà condiviso con altre euskal etxeak, Londra, Barcellona, Pau, Svizzera, Madrid, per dare più visibilità alle associazioni della diaspora e a tutt* quell* che si spendono affinché la cultura e la lingua basca basca siano mobili e possano esprimersi e risuonare anche fuori dai suoi confini. Duela bi urte egin genuen bezala, aurten ere, Eromatik eta Italiatik  Euskal Herrira goaz, euskara irakaskuntzaren alde dirua jasotzen laguntzera. Kilometro bat hartu  dugu London, Barcelona, Pau, Suiza eta Madrideko Euskal Etxeekin batera. Euskara eta euskal kultura Euskal Herritik kanpo bizirik eta gogo betez izan ahal dadin hainbat jarduera eta egitasmo betetzen duen jendearekin batera.

Vieni anche tu a correre in favore dell’euskara!
Zatoz zu ere euskararen alde Korrika!
Un viaggio divertente per mettere alla prova il tuo euskara o imparare i primi rudimenti se non lo hai mai studiato…  

Quando
: domenica 17 aprile, giornata finale della manifestazione.
Dove: A donostia! Alle h. 09:17 sul lungomare della kontxa. 
Come: scrivici una mail a info@euskara.it e ci metteremo d’accordo per incontrarci e correre insieme
Cosa serve: scarpe da ginnastica, un minimo di fiato per la corsa e molto di più per la festa che durerà tutto il giorno e forse anche la notte…

 

 

 

Da “Storie Basche” Edizioni NDA Press, 2005. Angelo Miotto, Giovanni Giacopuzzi, Roberta Gozzi

 

Edurne Brouard: La manifestazione del Bai Euskarari (1976) indubbiamente ne ispirò molte altre nel nascente movimento cittadino basco. Ma in quegli anni la presenza di massa nelle strade e nelle piazze di Euskal Herria era una costante. La federazione delle ikastola di Gipuzkoa, nel 1979, ideò Kilometroak, una manifestazione che si svolge in una giornata dove migliaia di persone percorrono un tragitto prestabilito in una località della provincia e versano all’inizio una certa somma di denaro. La manifestazione ebbe un grosso successo e sarà poi ripresa dalle altre province basche: Ibialialdia in Bizkaia, Nafarroa Oinez in Navarra, Araba Euskaraz in Araba e Herri Urrtats in Iparralde. Anche sull’onda del successo del Kilometroak, durante una cena tra alcuni membri di AEK, nasce l’idea di una manifestazione che sia allo stesso tempo di promozione e di autofinanziamento.

La cena fu il lancio di un’idea che poi ebbe ovviamente tutta una serie di aggiustamenti, modifiche ecc., però da quella cena venne fuori l’idea: “se quelli di Kilometroak hanno ottenuto un tale successo di promozione ed economico, dobbiamo farlo anche noi a tutti i costi. Se loro lo hanno fatto camminando, noi lo faremo correndo; se loro lo hanno fatto in una località sola, noi lo faremo per tutta Euskal Herria. Era una discussione dove le proposte puntavano molto in alto, tendevano ad esagerare… insomma un po’ una “bilbainata”.

Tutte le grandi idee nascono dalla necessità ed anche questa nasce dalla necessità. Si diceva “noi abbiamo bisogno di molto denaro in poco tempo”. Quindi per raggiungere questo obiettivo si costatava che solo con una grande partecipazione popolare era possibile raggiungere questo risultato. Perché tra le idee c’era anche quella di chiedere agli artisti delle arti grafiche, che avevano anch’esse registrato a metà degli anni sessanta un grande rinascimento, Oteiza, Chillida, Mendiburu, alcune loro opere e venderle.   Tuttavia questa sarebbe stata un’iniziativa molto di élite, ed avrebbe lasciato ai margini la popolazione. Quindi, quando pensammo a questa iniziativa avevamo come obiettivo che portasse denaro e persone. Doveva dimostrare che tutta questa mobilitazione popolare vista nel Bai Euskarari, nel Kilometroak, continuava e che avrebbe sostenuto anche il lavoro di AEK. La chiamammo Korrika, non solo perché la manifestazione si fa correndo, ma perché pensammo che doveva trasmettere un messaggio ideologico forte: “Dobbiamo alfabetizzare di corsa perché, se non corriamo, la nostra lingua scomparirà”. Non dobbiamo dimenticare che eravamo in un’epoca dove tuttavia si viveva una fase di retrocesso della lingua in tutti i territori. In poche parole, erano più le persone bascofone che morivano rispetto a quelle che l’apprendevano. La Korrika ricorreva anche ad un’altra simbologia: un testimone che passava di mano in mano per simboleggiare che la lingua si trasmette “di mano in mano”; non solo di generazione in generazione ma anche tra di noi, seguendo lo slogan “Herria Irakasle” (il popolo è professore). Il testimone fu realizzato da Mendiburu che propose un testimone vuoto affinché al suo interno fosse messo uno scritto che così passava di mano in mano per tutta la corsa fino alla fine quando verrà letto nella Fiera de Muestras di Bilbao, dove si concluderà la prima Korrika. In quella prima edizione si decise di rendere omaggio alla stessa AEK, che aveva promosso l’alfabetizzazione degli adulti e aveva lanciato quest’idea della Korrika. E fu inserita la lettera, considerata un po’ l’atto di fondazione simbolico di AEK, che Arregi aveva inviato alla presidenza di Euskaltzaindia sulla necessità di alfabetizzare anche gli adulti.

La partecipazione in quella prima edizione fu impressionante. Nessuno, nemmeno nelle più rosee previsioni, si aspettava quell’imponente partecipazione. In realtà non fu omogenea. Per esempio in Zuberoa non c’era nessuno. Non c’era nessuno a livello organizzativo, né persone che ad ogni chilometro ricevessero il testimone per portarlo fino al chilometro successivo. Mi ricordo che tutta Zuberoa fu coperta dal gruppo di AEK di Bizkaia: si fecero tutti i chilometri di Zuberoa correndo. Mai una volta il testimone salì su un’auto. No. Uno correva alcuni chilometri, intanto gli altri venivano portati a venti chilometri per aspettare l’arrivo del testimone. Perché, come in tutte le Korrike successive, il testimone non si ferma mai, 9 giorni e 9 notti, per una media di 2150 chilometri. Dopo Zuberoa però la situazione cambiò completamente e sulla costa di Iparralde c’erano migliaia di persone ad accompagnare il testimone. Già nella seconda edizione, quando molti avevano visto cos’era la Korrika, non ci fu nessun problema per tutto il percorso né in Zuberoa e nemmeno nelle zone meno bascofone, come la Ribera Navarra. Anche perché il primo anno nessuno sapeva cosa fosse la Korrika. Nemmeno noi di AEK sapevamo cosa ne sarebbe venuto fuori. Il responsabile di quella Korrika, Uzarrasti, ricorda sempre un episodio: la Korrika, in quel novembre del 1980, partì da Onati. C’era un tempo orribile. Pioveva, faceva freddo, c’era vento. Per tutta la Korrika il tempo fu veramente orrendo. Tre giorni dopo, Uzarrasti, andò fino a un passo di montagna per vedere come stava andando la corsa. Nevicava. La Korrika allora era accompagnata da un’auto con un megafono e basta. Lui vede arrivare in mezzo alla neve l’automobile con il megafono e, dietro, un uomo con una palla di pietra sulla spalla. Era un harrijasotzaile, un sollevatore di pietre, che saliva su per la strada con la sfera di pietra su una spalla ed il testimone nell’altra; quando vide quell’immagine pensò: “fatta questa non ci ferma più nessuno. La Korrika durerà per sempre.” Ed infatti fu così.

 

La Korrika diverrà un potente strumento di promozione per AEK. Le 14 edizioni che si sono svolte sino ad ora, l’ultima nel 2005 con partenza da Orreaga (Roncisvalle) e arrivo a Bilbao, si sono sviluppate con un arricchimento di strumenti organizzativi e di promozione. Ogni Korrika propone uno slogan che ne caratterizza l’obiettivo generale, e individua una località dove destinare i fondi raccolti al fine di potenziare l’insegnamento dell’euskara. Nelle ultime edizioni, di volta in volta sono stati chiamati dei gruppi musicali baschi a scrivere e musicare canzoni che diventano una sorta d’inno della Korrika. Nonostante il numero di partecipanti vari di anno in anno, la sua caratteristica di massa e partecipativa rimane come il dato saliente di questa manifestazione linguistica unica nel suo genere. Si tratta della prima manifestazione che ha coinvolto l’intero territorio di Euskal Herria. La sua funzione di sensibilizzazione, mobilitazione e di raccolta fondi sarà sostenuta da un profondo significato simbolico che accompagnerà la corsa in ognuno delle centinaia di chilometri che migliaia di persone percorrono in un ambiente di festa e rivendicazione.

 

“L’ esperienza della Korrika è quella di una serie di rituali collettivi nel quale i suoi attori rispondono ad un insieme di stimoli di provenienza diversa che provocano una lettura popolare.(..)  . I simboli rendono possibile l’espressione di un concetto di popolo vicino e intimo, che si applica a tutti i livelli della società basca. Con esso scompaiono le differenze sociali e le origini, integrando quelli che sono nati fuori da Euskal Herria, quelli che parlano diversi dialetti e quelli che comunicano in spagnolo; in questo modo si produce nella Korrika l’esperienza di una società nuova.”(1)

(1)Teresa del Valle, Korrika, rituales de la lengua en el espacio, Editorial Anthropos 1988 pagg.285-286

 

 

 

 


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