CONFERENZA INTERNAZIONALE – CHIAMIAMOLA GIUSTIZIA POETICA Iñaki Iriondo

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Gara. La celebrazione, lunedì prossimo, della Conferenza Internazionale di Risoluzione del Conflitto è la conferma di un fallimento. Sono passati, ieri, due anni dalla retata ordinata da Alfredo Perez Rubalcaba e firmata da Baltazar Garzon che cercò di evitare che tutto questo si potesse solo immaginare. Però ogni giorno che passa dimostra che sono arrivati tardi. Non solo perché le basi del documento che determinerà il maggior cambio strategico della sinistra indipendentista circolavano già su internet senza che nessuna polizia ne potesse impedire il passaggio, ma perché già allora personalità internazionali coinvolte nella ricerca di soluzioni a questo conflitto conoscevano anche di prima mano la volontà dell’indipendentismo basco.

Due anni dopo, Arnaldo Otegi, Rafa Díez, Sonia Jacinto, Miren Zabaleta y Arkaitz Rodríguez, si trovano ancora in carcere, quando per meriti propri dovrebbero partecipare a questa Conferenza Internazionale guidando la delegazione della sinistra indipendentista. Però non ci è difficile immaginarli sorridendo. Otegi lo disse al pubblico ministero durante il processo: “Lei ha difeso qui le sue tesi ed io la mia. Però tra i due c’è una differenza, in questi due anni è avvenuto quanto io dico e non quanto dice lei”. A Otegi e i suoi compagni vennero comminate pesanti condanne. Adesso, le immagini di  rappresentanti  istituzionali internazionali che arrivano, con voli privati, per assistere all’appuntamento di Donostia, dove saranno ricevute dalle massime autorità locali e provinciali, ambedue di Bildu, ha  il sapore di un regolamento di conti – nel senso buono del termine – con la storia del paese, incluse quella retata e il successivo processo nella Audiencia Nacional. Sono anche una vittoria dei condannati. Chiamiamola giustizia poetica.

Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20111014/296835/es/Llamemosle-justicia-poetica


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