CONFERENZA INTERNAZIONALE – CHIAMIAMOLA GIUSTIZIA POETICA Iñaki Iriondo

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Gara. La celebrazione, lunedì prossimo, della Conferenza Internazionale di Risoluzione del Conflitto è la conferma di un fallimento. Sono passati, ieri, due anni dalla retata ordinata da Alfredo Perez Rubalcaba e firmata da Baltazar Garzon che cercò di evitare che tutto questo si potesse solo immaginare. Però ogni giorno che passa dimostra che sono arrivati tardi. Non solo perché le basi del documento che determinerà il maggior cambio strategico della sinistra indipendentista circolavano già su internet senza che nessuna polizia ne potesse impedire il passaggio, ma perché già allora personalità internazionali coinvolte nella ricerca di soluzioni a questo conflitto conoscevano anche di prima mano la volontà dell’indipendentismo basco.

Due anni dopo, Arnaldo Otegi, Rafa Díez, Sonia Jacinto, Miren Zabaleta y Arkaitz Rodríguez, si trovano ancora in carcere, quando per meriti propri dovrebbero partecipare a questa Conferenza Internazionale guidando la delegazione della sinistra indipendentista. Però non ci è difficile immaginarli sorridendo. Otegi lo disse al pubblico ministero durante il processo: “Lei ha difeso qui le sue tesi ed io la mia. Però tra i due c’è una differenza, in questi due anni è avvenuto quanto io dico e non quanto dice lei”. A Otegi e i suoi compagni vennero comminate pesanti condanne. Adesso, le immagini di  rappresentanti  istituzionali internazionali che arrivano, con voli privati, per assistere all’appuntamento di Donostia, dove saranno ricevute dalle massime autorità locali e provinciali, ambedue di Bildu, ha  il sapore di un regolamento di conti – nel senso buono del termine – con la storia del paese, incluse quella retata e il successivo processo nella Audiencia Nacional. Sono anche una vittoria dei condannati. Chiamiamola giustizia poetica.

Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20111014/296835/es/Llamemosle-justicia-poetica


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Desde la última entrevista concedida por Otegi han pasado muchas cosas en Euskal Herria hasta llegar al vuelco del 22-M. Sin embargo, el escenario sigue sin normalizarse, y la mejor prueba es que en ocho días se sentará de nuevo en el banquillo de la Audiencia Nacional junto a siete compañeros. Otegi remarca que la nueva estrategia de la izquierda abertzale ha sintonizado con el pueblo y está logrando grandes avances, pero aboga por «seguir sumando fuerzas, en términos tácticos y estratégicos».

Hace apenas un mes el mapa institucional vasco experimentó un gran vuelco tras la irrupción de Bildu como fuerza legal. Sin embargo, en sólo ocho días la Audiencia Nacional española juzgará la apuesta política de la izquierda abertzale sentando en el banquillo a ocho personas por el «caso Bateragune», entre ellas Arnaldo Otegi. Una situación aparentemente contradictoria que hace más relevante aún la opinión de Otegi, aunque sea a través de las limitaciones impuestas por las circunstancias de la prisión -donde lleva casi dos años-. El cuestionario remitido por GARA comienza precisamente por el análisis de la situación actual y del resultado del 22-M, y llega hasta el juicio que empezará el 27 de junio, pero las respuestas suponen sobre todo una mirada de largo alcance sobre el proceso vasco.

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