LIBERI SETTE INDIPENDENTISTI BASCHI

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Txema Jurado, Mikel Etxaburu, Eusebio Lasa, Joseba Zinkunegi, Nuria Alzugarai, Aitor Aranzabal eta Mikel Garaiondo sono stati rilasciati dal carcere dietro il pagamento di una cauzione di 50 mila euro a testa. Come già accaduto il 3 febbraio scorso con la liberazione di Pernando Barrena, il tribunale speciale spagnolo ha imposto la cauzione anche agli altri sette indipendentisti di sinistra. Ai sette è stato vietato di “compiere gli stessi atti che hanno portato alla loro detenzione”, cioè a dire “riunioni, manifestazioni, formazioni di gruppi, partiti politici, coalizioni di caratteristiche uguali” a quella di Batasuna. Se violeranno il divieto, saranno riarrestati. I sette indipendentisti erano stati arrestati l’11 febbraio del 2008, una settimana dopo l’arresto di Pernando Barrena e Patxi Urrutia, nell’ambito dell’operazione condotta dal giudice Baltasar Garzon contro la sinistra indipendentista. Qui l’intervista a Pernando Barrena, prima che fosse arrestato.


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RES PÚBLICA ha ottenuto una intervista in esclusiva con Arnaldo Otegi. In carcere dal 13 ottobre del 2009 accusato assieme ad altri  otto esponenti della sinistra indipendentista di contribuire alla elaborazione del documento di discussione nella sinistra indipendentista che è stato approvato alcune settimane fa. In esso si sancisce le vie esclusivamente politiche e democratiche per la costruzione, senza alcun tipo di violenza ed ingerenze, di un processo democratico. Un altro punto qualificante del documento è la creazione di un polo progressista e di sinistra indipendentista.

D: Il Tribunale di Strasburgo ha sancito l’illegalizzazione di Batasuna approvando, di fatto la Ley de los Partidos. A cosa attribuisce questa decisione? E’ la giustizia della Unione Europea cosi politicizzata come lo nello Stato spagnolo?

R: In primo luogo dobbiamo segnalare che se anche è vero che ci ha deluso profondamente questa decisione, è una decisione che ci aspettavamo. Ci ha deluso, in primo luogo, perché giuridicamente è una sentenza povera, poco argomentata e che ha sorpreso molti esperti in diritto per la sua scarsa costruzione giuridica, un fatto non abituale nella Corte di Strasburgo. Questo dato e che non fosse stata accettata per essere discussa nella Grande Camera (composta da 17 giudici ndt), nonostante fosse stata la stessa sezione del tribunale che decise di accogliere la denuncia a proporre  il trasferimento della causa alla Grande Camera vista la sua importanza (fatto questo a cui si oppose il regno di Spagna), ci porta a dire che ci sono state grandi pressioni da parte dello Stato spagnolo che hanno potuto influire in questa decisione. Noi sappiamo che per lo Stato spagnolo il conflitto politico basco è la principale questione di stato incluso a livello internazionale. Inoltre lo Stato spagnolo non è uno Stato che si caratterizzi per il suo rispetto verso istituzioni internazionali ed i principi d’indipendenza dei poteri giudiziari etc. Il profilo delle persone che abitualmente vengono nominate come giudici della Corte di Strasburgo lo testimonia; l’attuale giudice prima di essere nominato aveva collaborato con il PSOE o la Fondazione per la Libertà. Ed il suo predecessore era stato in precedenza rappresentante dello Stato nella Corte. Certamente non va a nominare giudici di riconosciuto prestigio ed imparzialità per esercitare una carica come è il caso di altri stati con un’ ampio trascorso democratico. Inoltre il fatto che non si senta vincolato dalle decisioni della

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