Arte dall’Iran alla Biennale Donna promossa dall’Udi

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Arte Contemporanea dall’Iran e’ la mostra collettiva scelta per la XIV edizione della Biennale Donna, organizzata dall’UDI – Unione Donna in Italia di Ferrara con le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara, in programma dal 18 aprile al 13 giugno 2010 al Padiglione d’Arte Contemporanea.

L’esposizione ripercorre l’esperienza di sei artiste contemporanee iraniane già affermate a livello internazionale: Shirin Fakhim, Ghazel, Firouzeh Khosrovani, Shadi Ghadirian, Mandana Moghaddam e Parastou Forouhar. Sei donne che oltre ad aver vissuto un tormentato passato, a partire dalla Rivoluzione Islamica del 1979 fino alla guerra Iran-Iraq (1980-1988), testimoniano soprattutto la difficile condizione della donna in uno dei paesi mediorientali piu’ conservatori. Nella cultura iraniana la discriminazione femminile e’, infatti, ancora una limitazione quotidiana e anche se tentativi di cambiamento sono stati fatti, la donna iraniana e’ tuttora collocata ai gradini piu’ bassi della scala sociale, considerata come una cittadina di -seconda classe-.

Filo conduttore della mostra sono le memorie di un passato ed un presente ancora in bilico fra desiderio di modernizzazione e volontà di salvaguardia delle tradizioni culturali e religiose islamiche, in un delicato ma altrettanto articolato percorso visto dagli occhi di coraggiose donne, instancabili portavoce di una realtà che vuole essere raccontata.

L’indagine che ne consegue riprende volutamente l’esperienza di artiste che hanno seguito percorsi diversi, presentando le riflessioni sia di chi ha deciso di rimanere in Iran, sia di chi già da anni ha scelto l’esilio, in uno stato di nomadismo geografico obbligatorio che pero’ non dimentica la forte identità culturale.

La rassegna ripercorre temi quali il ruolo sociale e familiare della donna nel mondo islamico, il legame con il proprio Paese e la speranza di un cambiamento verso un futuro piu’ democratico, il tutto proposto con ampia varietà di linguaggi espressivi: dalla videoarte all’installazione, dalla fotografia ad opere site specific realizzate appositamente per la Biennale, fino ad arrivare al documentario, un genere che sta vivendo in Iran un importante sviluppo espressivo.

La mostra si apre con la presentazione di alcuni dei piu’ significativi lavori mai esposti in Italia della giovane Shirin Fakhim, sculture a grandezza naturale che con audacia ed evidente provocatorietà affrontano il tema del grande aumento di prostitute a Teheran, triste risultato del ripudio, degli abusi domestici o della vedovanza subiti da donne che -perdono la propria dignità- come previsto da regole religioso-sociali. La rassegna prosegue con la complessa video-installazione di Ghazel, artista già affermata a livello internazionale che porta alla Biennale un’opera in esclusiva italiana, un intimo diario quotidiano fortemente autobiografico che racconta gesti, atteggiamenti e parentesi di vita di una donna dalla multipla e complessa identità. L’unico documentario presente in mostra, quello della giovane giornalista e documentarista Firouzeh Khosrovani, ripercorre invece la concezione del corpo femminile dalla Rivoluzione Islamica fino ad oggi, quando anche i manichini femminili nelle vetrine dei negozi di Teheran diventano oggetto di accese controversie che sfociano nell’inverosimile decisione di mutilarne le forme femminili.

La privata riflessione sull’individualità femminile trova una giusta espressione nelle opere della fotografa Shadi Ghadirian: originali e suggestivi scatti evidenziano le contraddizioni dell’Iran odierno, rivelandone le incoerenze e sostenendo che non si puo’ rincorrere uno sviluppo da potenza mondiale se prima non ci si fa carico delle arretratezze sociali ancora evidenti. Di grande impatto visivo e tipicamente concettuali sono i lavori composti da cemento, capelli veri e specchi di Mandana Moghaddam, installazioni dalla forte tensione creativa che giocano sull’inatteso bilanciamento fra la forza maschile e quella femminile, resa con la finezza caratteristica del percorso artistico di Moghaddam. A chiudere la rassegna le opere di Parastou Forouhar, controversa artista che ha vissuto in prima persona la violazione dei diritti umani a causa della brutale uccisione dei suoi genitori, all’epoca oppositori politici in Iran. L’arte di Forouhar, indubbiamente influenzata da una dolorosa storia personale, si concentra infatti su temi quali la libertà di pensiero e la lotta per i diritti delle donne.

La mostra, organizzata dal comitato Biennale Donna dell’UDI composto da Lola Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Dida Spano, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Antonia Trasforini, Liviana Zagagnoni, e’ curata da Silvia Cirelli, ed e’ sostenuta dal Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Ministero per le Pari Opportunità e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

In occasione della esposizione sarà edito un catalogo bilingue italiano ed inglese che contiene le riproduzioni di tutte le opere esposte e apparati biografici, unitamente a contributi critici di Silvia Cirelli e Rose Issa.

Alla Biennale Donna verranno poi affiancate una serie di iniziative collaterali strettamente legate al filo conduttore della mostra, come una rassegna cinematografica, presentazioni letterarie e dibattiti.

dal 17/4/10 al 13/6/10

Palazzo Massari Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara

www.undo.net


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