MESSICO: ACCUSE AGLI STATI UNITI
Il segretario agli Interni messicano, Fernando Gomez Mont, ha chiesto agli Stati Uniti di assumere “la vergogna di vendere le armi con le quali assassinano i messicani in questo peese”, attraverso una violenza alimentata “dalla domanda” di droga dagli Stati Uniti. Non è la prima volta che il governo messicano alza la voce con il potente vicino a causa della guerra del narcotraffico che dalla avvento al governo di Felipe Calderon ha provocato circa 23 mila morti. Le risposte del Governo americano fino ad ora sono state fatte con vecchie ricette come quella avanzata dall’ex presidente statunitense, Bll Clinton, su una “Piano Messico” per combattere il narcotraffico. Un precedente fu il “Plan Colombia” che presentato come uno strumento per combattere il narcotraffico si è rivelato in realtà un piano per il controllo politico dell’area e per accrescere le violazioni dei diritti umani nel paese latinoamericano. Ad accrescere il malumore delle autorità messicane è arrivata anche la decisione del governo federale dell’Arizona di imprimere un giro di vite sulle politiche d’immigrazione con una serie di misure di carattere razzista. Le dichiarazioni di Fernando Gomez Mont, giungono dopo l’ennesima imboscata dei commandos dei cartelli del narcotraffico, che a Ciudad de Juarez, ha provocato la morte di quattro persone. Obiettivo dell’attentato era la segretaria alla Sicurezza Pubblica dello stato messicano di Michoacan. Nonostante lo schieramento di decine di migliaia di soldati dell’ esercito e della polizia federale i cartelli del narcotraffico mostrano una grande capacità di fuoco come a ricordato Gomez Mont. “Nelle ultime settimane la dinamica della violenza è cambiata” provocando diverse vittime tra i militari ed i poliziotti. Interpellato sulla proposta di Bill Clinton, Gomez Mont ha detto che “i piani e le risposte dello Stato contro la violenza devono nascere dallo Stato messicano”.
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BDP: LAVORARE PER UNA SOLUZIONE
La co-Presidente del Partito della pace e della democrazia (BDP) Gulten Kisanak, ha affermato nel corso di una conferenza stampa:
JOSEBA SARRIONAINDIA, SCRITTORE BASCO
Joseba Sarrionaindia (1958) scrittore poeta e saggista basco ha vinto il Premio Euskadi della letteratura , che istituisce il Governo della Comunità Autonoma Basca, per il libro “Moroak gara behelaino artean?”. La giuria ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando che “era un opera molto solida formalmente, una grande opera, molto documentata, anche nella sua originalità. Passeranno gli anni e l’opera potrà convertirsi in un classico della cultura basca”.
Il libro affronta un epoca quella della guerra colonialista spagnola in Marocco negli anni 20 attraverso la descrizione di personaggi e visioni personali sulle culture e il mondo.
Sarrionaindia è considerato un referente della letteratura basca contemporanea. La sua prolifica opera ha attraversato la poetica il romanzo la saggistica passando per una scrittura letteraria sperimentale. Il suo lavoro è stato riconosciuto non solo dai numerosi lettori e lettrici che attendo la sue opere ma anche dalla critica letteraria come il Premio de la Critica di narrativa in euskera, istituito dalla Asociación Española de Críticos Literarios che concesse il premio a Sarrionaindia nel 1986, por Atabala eta euria (Il tamburo e la pioggia), una collezione di racconti e nel 2001 per Lagun izoztua (L’amico congelato), il suo primo romanzo.
Il premio Euskadi che ha una dotazione di 18.000 euro più 4000 euro se l’opera viene tradotta, non verrà dato a Sarrionaindia secondo quanto è stato annunciato dal Governo di Patxi Loepz. La motivazione è data dal fatto che Joseba Sarrioanidia è profuogo dal 1985 quando fuggi dal carcere di Martutene (San Sebtstian) con Inaki Pikaebea ambedue militanti di ETA. Dal 1985 Sarrionaindia scrive dall’ esilio senza che ufficialmente si conosca dove si trovi.
La notizia della concessione dell’ennesimo premio a lo scritto basco ha sollevato il consueto acceso dibattito sui mezzi d’informazione spagnoli. Curiosamente sul quotidiano della destra spagnola, La Razon, ad un articolo dal titolo “Governo basco concede premio a profugo di ETA”, un lettore commenta laconicamente: “Il Premio della Critica di narrativa in euskera è un premio che concede l’Associazione Spagnola dei Critici Letterari nel’l ambito del concorso annuale del Premio della Critica alla migliore opera in prosa scritta in esukera. Nel 1986 venne concesso a Joseba Sarrionaindia per “Atabala eta euria” e nel 2001 lo concessero un’altra volta per “Lagun izoztua”. Non sarà che è un gran scrittore?”
TRADIZIONE E SINCRETISMO di Joseba Sarrionaindia (1984)
Le attuali culture non sono alberi radicati nella terra che tendono i loro rami al vento senza muoversi dal loro luogo. Oggi, come mai nella storia, il mondo è aperto e ci sentiamo parte non solo della nostra terra natale ma di tutto questo mondo, al qualeRIVOLTA, FOTO DI GRUPPO NELLA CASA “COMUNE” Orsola Casagrande
Dalla Sicilia alla Lombardia. Movimenti da tutta Italia per la due giorni di Marghera: «O si fa qualcosa adesso oppure