RUBALCABA: LA MONTAGNA PARTORI UN TOPOLINO
L’operazione pensata dal Ministro degli Interni spagnolo Alfredo Perez Rubalcaba, ispirata dalla Guardia Civil e avallata dal giudice della’Audiencia Nacional ,Grande Marlaska, si è sgonfiata. L’arresto di 11 persone tra cui tre avvocati si è temporaneamente conclusa con la scarcerazione di 6 persone e l’incarcerazione di altri cinque. Rubalcaba aveva annunciato dopo gli arresti sei giorni fa, che c’erano “prove schiaccianti” contro quella che era stata definita come la “cinghia di trasmissione” tra il prigionieri politici baschi ed ETA. David Pla, militante basco arrestato a Hendaya, nell’ambito della stessa operazione, dalla polizia francese era considerato dall’autorità e dalla stampa spagnole come il responsabile di ETA che avrebbe coordinato questo gruppo. La magistratura francese ha scarcerato dopo poche ore il militante basco non riscontrando elementi che avvalorassero le accuse. Pla, come riportano gli stessi giornali spagnoli era stato pedinato in questi mesi mentre svolgeva una vita pubblica. Nonostante Rubalcaba avesse detto pubblicamente che le prove erano schiaccianti, i dieci arrestati nello stato spagnolo hanno dovuto rimanere nella mani della Guardia Civil, in isolamento per i cinque giorni stabiliti dalla legislazione antiterrorista. Tra le cinque persone arrestate e che sono state incarcerate ci sono i tre avvocati Jon Enparantza, Arantza Zulueta e Iker Sarriegi e le due militanti basche Naia Zuriarrain y Saioa Agirre. L’operazione era stata messa in atto poche ore dopo la sentenza della Audiencia Nacional che assolveva gli imputati nel caso Egunkaria, il giornale chiuso sempre dalla Audiencia Nacional nel 2003 con l’accusa di essere uno strumento di ETA . Un sentenza che aveva provocato forti polemiche sulla politicizzazione della magistratura spagnola. A confermare questa idea ci ha pensato il il presidente del PP nella Comunità Autonoma Basca, Antonio Basagoiti, il quale sul caso della scarcerazione di David Pla ha detto che “la decisione sarà stata presa sicuramente su fondamenti del diritto” ma anche aggiunto che “la migliore decisione da un punto di vista politico sarebbe stata che questo individuo stia in carcere fino al processo, perché è il luogo dove devono stare quelli che si suppone giustificano il terrorismo”
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