COLOMBIA: VINCE SANTOS MA SI VA AL BALLOTTAGGIO

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Sovvertendo i pronostici dei sondaggi telefonici, fatti in un paese, come ricordava  il giornalista Guido Piccoli dove viene esclusa “la gran parte dei colombiani che non lo possiede (in Colombia ci sono, in percentuale, 1/3 dei telefoni fissi e 1/10 dei cellulari rispetto all’Italia”, l’ex ministro della Difesa Juan Manuel Santos, fedelissimo del presidente Alvaro Uribe, ha vinto con 47% dei voti le elezioni presidenziali. Il “fenomeno sociale” Atanas Mockus, si è fermato al 21%. La mancanza delle maggioranza assoluta rende necessario un ballottaggio tra questi due candidati previsto per il giugno prossimo. L’astensione è stata ancora una volta altissima più del 50%. La politica di sicurezza democratica di Alvaro Uribe, con il pretesto della lotta alla guerriglia,   fatta di sparizioni, uccisioni extragiudiziarie, falsos positivos, connessioni con paramilitari  ed alleanza militare con gli USA,  ha quindi sortito effetto ancora una volta, almeno tra la maggioranza i colombiani, meno della meta che vanno a votare. Nonostante la povertà che riguarda più del 50% della popolazione ed un crisi economica che favorisce una maggiore concentrazione della ricchezza nel paese latinoamericano con la peggiore distribuzione della ricchezza.La senatrice oppositrice Piedad Cordoba, protagonista in questi anni di iniziative per una soluzione politica ed umanitaria del conflitto tra il Governo e la guerriglia delle FARC ed ELN, ha affermato che l’appoggio al candidato presidenziale del partito Verde Atanas Mockus, è stato “fittizio e mediatico”. Per Piedad Cordoba questa costruzione del “candidato Mockus” aveva come obiettivo legittimare le elezioni. La senatrice ha inoltre aggiunto che attraverso le commissioni di controllo elettorale sono rilevate” centinaia di casi di frodi elettorali”, definendo “ben oliato l’apparato uribista” in riferimento al Partito di Alavaoro Uribe di cui fa parte Juan Manuel Santos

 


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