OGGI SCIOPERO GENERALE BASCO (VIDEO)

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La maggioranza sindacale basca ELA, LAB, STEE-EILAS, ESK, EHNE e Hiru, sta valutando positivamente la risposta allo sciopero generale indetto, nelle quattro province basche del sud, CAV e Navarra, contro la riforma del mercato del lavoro del Governo Zapatero.  Nonostante il poco tempo di preparazione, era stato indetto un paio di settimane fa, la partecipazione allo sciopero è stata alta nel settore industriale e delle costruzioni ma anche negli esercizi pubblici. Nei trasporti  l’astensione dal lavoro è stata significativa anche se limitata dalla precettazione imposta dal governo autonomo basco.  Per il Governo autonomo basco invece la risposta dei lavoratori è stata del 30% mentre per l’associazione degli industriali baschi CONFEBASK lo sciopero è stato “un fallimento totale”. Le manifestazioni svoltesi alle 12 nei quattro capoluoghi di provincia, Bilbao, San Sebastian, Vitoria, e Pamplona hanno visto la partecipazione di migliaia di lavoratori. Quella di Bilbao è stata definita dagli organizzatori come”la più numerosa manifestazione di lavoratori degli ultimi anni”. Il sindacato CCOO che ha convocato per separato lo sciopero generale e solo  nella CAV, ribadendo il buon esisto dello sciopero, ha denunciato le cariche della polizia autonoma basca Ertzaintza , contro i picchetti informativi, che hanno provocato diversi feriti. Nel tardo pomeriggio la maggioranza sindacale basca in una conferenza stampa fornirà i dati della mobilitazione di oggi. Per vedere immagini dello sciopero generale nelle province basche del sud clicca qui


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Paese basco: voci di pace, arresti nel mucchio

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In una notte di novembre, nei paesi e città del Paese basco, 650 poliziotti e guardia civiles spagnoli, guidati dal giudice istruttore Grande Marlaska, con il seguito di televisioni e giornali, irrompono in 90 abitazioni e centri sociali. 34 ragazze e ragazzi vengono arrestati. Ragazze e ragazzi. I giornali il giorno dopo titolano che Segi l’organizzazione giovanile della sinistra indipendentista, considerata “terrorista” dal Tribunale Supremo spagnolo nel 2007, è stata decapitata. Poi l’omertà, quella per cui la sorte di questi giovani non conta più nulla. La casistica sulle numerose denuncie di maltrattamenti nei commissariati di polizia spagnoli, confermate da organismi internazionali, per i media spagnoli sono invenzioni. Il fatto che una organizzazione giovanile, la più grande le Paese basco, sia stata considerata terrorista pur non utilizzando la violenza come metodo politico, per Governo magistratura e gran parte dei media spagnoli, non è un attacco alla libertà di opinione, ma una misura di “sicurezza nazionale”. Non ETA ma il suo “entorno” vale dire la realtà sociale della sinistra indipendentista basca è il vero pericolo.
I familiari ed amici  viaggiano verso la capitale, dove sono stati trasferiti i giovani.  Con la paura in corpo. Nessuna notizia dei loro familiari. La legge antiterrorismo permette l’isolamento assoluto nelle  mani dei funzionari di polizia per cinque giorni. Madri e padri rimangono da mattina a sera davanti al tribunale speciale dell’ Audiencia Nacional, nel cuore di Madrid, aspettando che i loro figli, dopo essere passati tra le mani di poliziotti e guardia civiles, confermino  dinnanzi al giudice le deposizioni che sono stati costretti a firmare. Quando? Nulla è dato a sapere: Grande Marlaska proibisce dare informazioni sui giovani arrestati. Dopo quattro giorni arrivano i primi 11 che vengono spediti in carcere. Poi altri 12. Per due di loro è libertà su cauzione. Ed infine gli altri 11.
32 inviati nelle carceri spagnole. Nell’euforia “per l’arresto di 34 pericolosi  ragazzi e ragazze indipendentisti baschi”, un veicolo camuffato della guardia civil, con a bordo uno degli arrestati, sfreccia per le vie della capitale spagnola dopo aver eseguito il meticoloso interrogatorio, travolgendo un donna di 84 anni che perderà la vita. Passano due giorni prima che vice sindaco della capitale porga le sue scuse ai figli della donna uccisa.

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