ELOGI, INTERESSATI, USA AL PSOE

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Il Dipartimento di Stato Statunitense, nel suo “Rapporto sul terrorismo nei Paesi nel 2009”, elogia il Governo autonomo basco del socialista  Patxi Lopez “che ha messo in atto una politica più in equivoca per fare fronte a ETA”, dopo aver sottolineato come sia stato un fatto prominente “il cambio di governo nella amministrazione regionale basca”, dopo trent’anni di governo PNV. Il dicastero guidato da Hillary Clinton dopo aver sottolineato la cooperazione tra Spagna e Francia nella lotta contro ETA, applaude alle misure adottate dal Governo di Zapatero come l’aumento delle pene per delitti di apologia di terrorismo, “reclutamento, indottrinamento e finanziamento di terroristi”. Gli elogi sono continuati anche sulla legge sui partiti definita “una posizione intelligente” e di “duro lavoro” per frenare l’accesso di ETA (sic!) alle istituzioni. A conferma della sintonia totale sulla materia tra Madrid e Washington, il Dipartimento di Stato Usa afferma che nel 2009 sono stati arrestati 123 membri di ETA, cifra che salvo errori di stampa, include oltre a presunti militanti di ETA, le decine di membri di  liste elettorali forze politiche, movimenti giovanili baschi. Il rapporto include anche le accuse a Cuba di dare appoggio “ideologico” a rifugiati di ETA, e al Venezuela di ospitare un presunto membro di ETA, arrestato ma non estradato. Al di là delle reiterate “accuse” a Venezuela e Cuba che il giudice spagnolo Velasco ha voluto trsformare in un procedimento giidiziario, il rapporto conferma la partnership tra Washington e Madrid, come sottolinea la constatazione che “il Governo spagnolo di Jose Luis Zapatero, espresse appoggio alla decisione del presidente Barack Obama di aumentare il livello di truppe straniere in Afghanistan”. Ancora una volta il sostegno di Madrid alle imprese guerre degli Stati Uniti hanno come contropartita una avvallo pubblico alle politiche repressive di Madrid sulla questione basca. Lo aveva fatto nel 2003 Jose Maria Aznar quando celebrò l’inclusione di Batasuna nelle liste delle organizzazioni terroriste del Dipartimento di Stato americano, motivandola  con l’adesione della Spagna alla invasione dell’ Iraq  afianco di USA e Gran Bretagna.  “Questo dimostra a cosa servono certe cose”, disse orgoglioso Aznar.

Bush-Aznar, Obama-Zapatero, guerre globali e non soluzione della questione basca, è una simbiosi ispano-americana che non è mancata di essere colta dal presidente del PP nella CAV, Basagoiti, per il quale la sudditanza alla politica statunitense è tale da arrivare a dire che “il rapporto è la dimostrazione che nel Paese Basco ci voleva un cambio”. Chi non l’ha presa bene è stato Joseba Egibar, presidente del PNV della Guipuzcoa, partito chiamato in causa in modo abbastanza esplicito dal Rapporto, il quale ha detto di non “capire perché il rapporto Usa dice che adesso con Patxi Lopez si fa di più contro ETA”. Non ha mancato di lanciare una frecciata al governo statunitense quando riferendosi ai pericoli menzionati nel rapporto, Egibar ha detto che “conosciamo il concetto di sicurezza applicato dagli americani. Quando entrano dalla porta, i diritti e le libertà saltano dalla finestra”


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