EKIN ANNUNCIA LO SCIOGLIMENTO

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Nuovo cambio nello scenario politico basco. La notizia è stata data dal quotidiano basco Gara. “ EKIN decide di auto sciogliersi dopo una riflessione interna. Nel contesto del Gudari Eguna (giornata del soldato basco). Ekin ha comunicato il suo auto scioglimento come organizzazione. Con questa decisione pone a fine ad un percorso iniziato nel 1999 e lo fa animando ai suoi militanti a continuare a lavorare per l’indipendenza e il socialismo nell’ambito della nuova scelta strategica della sinistra indipendentista.”

Nella miriade di organizzazioni, Ekin (azione), era forse quella più evocata da giudici, forze di sicurezza e forze politiche spagnole ma anche la meno conosciuta. Accusata di essere il “braccio politico di ETA” Ekin, si presentò pubblicamente in un atto celebrato a Pamplona nel novembre 1999.   I suoi rappresentanti erano quindi conosciuti e fin dalle loro prime uscite pubbliche affermarono di volere contribuire svolgere una funzione di militanza attiva nella sinistra indipendentista nella strategia politica per  l’indipendenza e socialismo.

La nascita di Ekin venne vissuta negli ambienti della sinistra indipendentista come un “atto dovuto” nella tradizione organizzativa del movimento basco. I richiami al ruolo svolto da KAS come garante della coesione ideologico e politica del movimento erano latenti. Era nata in una contesto di crisi del movimento indipendentista di sinistra basco. ETA stava annunciando la fine della tregua nell’ambito dell’ accordo Lizarra Garazi che acuì il dibattito interno sulla validità della strategia politico militare. Ekin  dovette fin da subito fu costretta ad operare nella zona grigia della semiclandestinità a causa della criminalizzazione della magistratura spagnola. Ekin sarà la prima organizzazione a cadere nelle maglie del teorema di Baltazar Garzon “tutto è ETA”, tanto che lo schema “ETA_EKIN BATASUNA” sarà il leit motiv delle centinaia di migliaia di pagine di istruttorie contro l’ area sociale della sinistra indipendentista basca. Il 13 settembre 2000, 22 militanti della organizzazione  persone vennero arrestate in una operazione che venne presentata dai mass media spagnoli come un duro colpo “all’apparto politico di ETA”.

La furia giuridica con la quale Baltzar Garzon farà chiudere ed incriminare associazioni movimenti quotidiani sorvolava sul principio della “certezza delle prove” facendo uso consueto e non eccezionale della carcerazione preventiva. 15 mesi dopo nel dicembre 2001 i, giudici della sala quarta della Audiencia Nacional respinsero parte del teorema accusatorio di Garzon e come nel caso di un’altra associazione Xaki decretarono la scarcerazione dei sei militanti di Ekin ancora in carcere.  Gli strali che Governo  e mass media lanciarono contro i giudici garantisti, che mettevano in crisi “l’offensiva giuridica” contro la sinistra basca” saranno ascoltati. Un oscuro episodio tolse di mezzo i giudici scomodi permettendo cosi che il macro processo 18/98 e gli altri casi giudiziari Jarrai Haika Segi, Egunkaria, Udalbilitza facessero il loto corso.

La svolta impressa dalla sinistra indipendentista negli ultimi due anni ha costretto una organizzazione come Ekin “a guardare avanti” come hanno sostenuto  i due militanti che hanno dato l’annuncio dello scioglimento dell’ organizzazione al quotidiano Gara. Ekin faceva parte di uno scenario ormai superato al meno dal movimento basco.

E sembrano prenderne atto anche gli altri attori. I mass media spagnoli hanno dato ampio risalto all’annuncio, El Pais  definisce Ekin il braccio politico di ETA,. Il portavoce del Governo spagnolo José Blanco dice che lo scioglimento di Ekin “è un nuovo passo verso la fine di ETA”. PSOE e PNV coincidono nel ritenere lo scioglimento di Ekin sia un passo importante nella direzione giusta. Invece il PP attraverso il presidente del partito nella Comunità Autonoma Basca “chiede più fatti e meno parole”.


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