Hatefest

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Loyalist intimidation has reached shocking new levels after sectarian  graffiti appeared in south Belfast that threatens to ‘crucify’

Catholics, while Nazi flags were erected near a loyalist bonfire site in  County Antrim.

A chilling image of a masked gang with baseball bats and cudgels beside  graffiti which reads ‘Taigs [Catholics] will be Crucified’ appeared on  social media on Monday afternoon, signed ‘VTOT’.

‘VTOT’ stands for Village Team On Tour, a loyalist murder gang based in  South Belfast.

A large wooden cross later appeared placed beside graffiti warning that  “Taigs will be dealt with”. The 8ft cross has appeared on Donegall Road,  not far from the ‘crucify’ threat.

Sinn Fein’s Fra McCann has called for the PSNI to investigate the  graffiti and the picture as a sectarian hate crime.

“I would urge everybody in the vicinity to be vigilant,” he said. “I  would also urge loyalist and unionist political and community leaders  to condemn this publicly and to do whatever they can to help any  investigation into this.”

FLAGS

Meanwhile, a variety of Nazi flags were attached to lampposts by  loyalists in Carrickfergus on Tuesday, alongside the US Confederate  flag, British Union Jacks, loyalist paramilitary flags, and what  appeared to be an Israeli ‘Star of David’ flag.

One of the flags with a skull at its centre is believed to have been an  attempt to intimidate Polish nationals, as the flag once represented  Nazi forces in Poland.

The banners, which also feature swastikas and SS emblems, appeared at a  bonfire site at the loyalist Glenfield estate in the County Antrim town.

However, after images of the Nazi flags on social media provoked  condemnations by British Army veterans, they were removed.

DUP leader Peter Robinson tweeted: “Nazi flags have nothing to do with  unionism. I commend the residents who removed them. Shameful that such  flags were ever erected.”

Sinn Fein’s Martin McGuinness tweeted: “The overwhelming majority of the  unionist people will be as disgusted as the rest of us at these displays  of hatred.”

By Wednesday, loyalist representatives said the Confederate flag had  also been removed. Last week, loyalists made headlines when they hoisted  a US Confederate flag outside the home of a black family in east  Belfast.

Local Alliance Party representative Stewart Dickson, who was one of the  first to criticise the flags on Tuesday evening, said he had  subsequently been threatened in graffiti in the town. “I will always  speak up for what is right,” he said.

East Antrim Sinn Fein assembly member Oliver McMullan said all offensive  flags should be removed, including the loyalist paramilitary flags which  continue to fly in several areas across the North.

“It seems that unionist public representatives are unwilling to  challenge the erection of flags celebrating and promoting loyalist  murder gangs,” he said.

The appearance of loyalist paramilitary flags in nationalist areas of  south Down has raised tensions in that area.

The Republican Network for Unity urge residents of Killyleagh to remain  vigilant after the insignias were erected by masked paramilitaries  outside the Catholic church and near by nationalist areas of the  village.

The PSNI told residents they would take no action unless the flags were  “likely to cause a breach of the peace”, said RNU South Down  spokesperson Cathy Murray.

“It is our belief that somewhere down the line this partisan political  police force will have to be held accountable for their deliberate  appeasement of loyalist paramilitarism which is leaving nationalists  isolated and vulnerable to what amounts to state sponsored intimidation  and possible attack,” she said.


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RECUERDOS DEL FUTURO – Iñaki Egaña

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Sinistra Indipendentista, Eusko Alkartasuna Alternatiba: NUOVO ACCORDO PER LA SOVRANITA’ E IL CAMBIO SOCIALE

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Dopo l’accordo strategico firmato a Bilbao nel giugno 2010 tra Sinistra Indipendentista e Eusko Alkartasuna domenica scorsa  a Gasteiz (Vitoria) un nuovo passo è stato compiuto verso la creazione della convergenza per la “sovranità di sinistra e progressista basca”. Ad aggiungersi ai firmatari di Bilbao è arrivata Alternatiba,  una scissione di Ezker Batua, Izuierda Unida basca, che aveva sottoscritto anche la Dichiarazione di Gernika.

Nel palazzo dei congressi Europa, gremito di militanti delle formazioni politiche firmatarie, Pello Urizar (EA), Jone Goirizelaia (SI) e Oskar Matute (Alternatiba) hanno spiegato i motivi di questo accordo.

Urizar dopo aver rivendicato il ”diritto dei baschi ha disegnare il proprio vestito” ha rimarcato che ogni organizzazione pur mantenendo i propri obiettivi e identità lavorare anno in modo congiunto sui punti comuni stabiliti nel documento sottoscritto.

Urizar segnalò che “le organizzazioni firmatarie si compromettono  a perseguire il loro fini unicamente per vi pacifiche e democratiche” includendo “dal alvoro istituzionale alla disobbedienza civile”.

Jone Goirizelaia ha sottolineato che questo accordo arriva in un momento trascendentale dopo che ETA ha preso una “decisione senza precedenti e storica” con l’annuncio della tregua generale, permanente e verificabile.

La rappresentate della SI ha detto che si “è aperto la porta a una nuova fase politica” invitando al lavoro ed  a “essere perseveranti ed attivi” sapendo che non mancheranno “le provocazioni”. Inoltre ha riaffermato che i firmatari di questo accordo difendono tutti i diritti per tutte le persone e la legalizzazione di tutti i progetti politici, aggiungendo che verrà “svelato quanto di mercenario c’è nel conflitto”

Oska Matute è stato incaricato per sviluppare la parte dell’accordo che riguarda il modello socioeconomico. Considerando che “l’economia è il cuore della politica” i firmatari si compromettono nel “porre l’economia al servizio dei cittadini”. Dinnanzi alla dicotomia tra “difendere le persone e i loro diritti o il capitale e il suoi benefici” la scelta sulla prima opzione è inequivocabile. Matute ha colto l’occasione per annunciare l’appoggio di EA; SI, e Alternatiba allo sciopero generale che la maggioranza sindacale basca ha indetto per il 27 gennaio contro la riforma delle pensioni annuncia dal Governo Zapatero.

Euskal Herria ezkerretik

Il documento sottoscritto riguarda le quattro province di Hego Euskal Herria (province nello stato spagnolo)

Di seguito alcuni estratti:

1. Contesto della congiuntura

Euskal Herria si trova attualmente scossa da correnti sociopolitiche e socioeconomiche che incidono direttamente nella violazione dei diritti individuali e collettivi. Questa situazione è generata per tre motivi complementari: le strutture e politiche che hanno generato la crisi sistemica, le carenze democratiche degli stati spagnolo e francese e l’esaurimento dei quadri giuridici.

La ferma volontà di superare gli esauriti quadri giuridico politico attuali, che non rispondono ai desideri della maggioranza sociale del paese, la crisi del sistema socioeconomico e il quadro istituzionale artificiale, che limita i diritti individuali e collettivi della società basca e di Euskal Herria, ci ha portato all’impegno di lavorare in modo congiunto.

Alla negazione del diritto di Euskal Herria a definire il suo futuro come nazione, si unisce una situazione di profonda crisi del sistema, attaccando le basi del welfare state con il pretesto della crisi economica mediante la promozione di misure socioeconomiche regressive che influiscono sulla qualità della vita delle classi popolari.

SINISTRA A CONFRONTO IN NAVARRA

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Lo scenario politico basco è in continuo movimento dopo la decisione della sinistra indipendentista di adottare un modello organizzativo ed

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