FARC Women: In the guerrilla we were always treated with respect
Last week several media, including RCN television and Blu Radio, reproduced the stories of a supposed FARC former-guerilla woman, who spent her time in smearing the commanders and guerrillas, for what she called permanent sexual harassment.
I dare to assure you that the story given by Mrs. Sara Morales, a deserter of the FARC organization, is a great defamation when she speaks to the media saying that the guerrillas recruited by force, that women were raped all the time and that the commanders allowed this.
I joined the FARC at 14. My dream was to study, but because I was the daughter of poor peasants, I could not do it. Besides poverty, my father was very strict with his children, and that I couldn’t stand when I was at home. When I asked to join the guerrillas, both men and women, told me: “Girl, this is very hard, you would suffer a lot, don’t come here. Wait a few years to think it over”. I stubbornly insisted, my thought being that the suffering should last for a while not all the time.
Finally they accepted me in. I came to the guerrilla, where no man disrespected me. On the contrary, they helped me a lot, because I was still a child, they advised me how to behave, how to do things. My commanders told me that I could not get a boyfriend until I was 16.
It is a great ignorance to believe that in an armed force, where women carry rifles, pistols and grenades, and where they are prepared for combat, they will be raped and outraged, without any reaction on their part. Who would think that if this really were the case there would be so many women in ranks in the FARC?
I stayed in the guerrilla for 26 continuous years until the abandonment of arms. I was a fighter, who, like all those I met in the guerrilla, enjoyed respect and consideration from men commanders and comrades. Like many other girls I had a son, nobody forced me to have an abortion.
Today I am really angry to hear statements such as those of this deserter and the campaign that right-wing politicians, who know nothing of respect for human rights, in alliance with various media, seek to discredit the struggle of an organization of sons and daughters of the people, who gave everything for a better future for their compatriots.
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Sinistra Indipendentista, Eusko Alkartasuna Alternatiba: NUOVO ACCORDO PER LA SOVRANITA’ E IL CAMBIO SOCIALE
Dopo l’accordo strategico firmato a Bilbao nel giugno 2010 tra Sinistra Indipendentista e Eusko Alkartasuna domenica scorsa a Gasteiz (Vitoria) un nuovo passo è stato compiuto verso la creazione della convergenza per la “sovranità di sinistra e progressista basca”. Ad aggiungersi ai firmatari di Bilbao è arrivata Alternatiba, una scissione di Ezker Batua, Izuierda Unida basca, che aveva sottoscritto anche la Dichiarazione di Gernika.
Nel palazzo dei congressi Europa, gremito di militanti delle formazioni politiche firmatarie, Pello Urizar (EA), Jone Goirizelaia (SI) e Oskar Matute (Alternatiba) hanno spiegato i motivi di questo accordo.
Urizar dopo aver rivendicato il ”diritto dei baschi ha disegnare il proprio vestito” ha rimarcato che ogni organizzazione pur mantenendo i propri obiettivi e identità lavorare anno in modo congiunto sui punti comuni stabiliti nel documento sottoscritto.
Urizar segnalò che “le organizzazioni firmatarie si compromettono a perseguire il loro fini unicamente per vi pacifiche e democratiche” includendo “dal alvoro istituzionale alla disobbedienza civile”.
Jone Goirizelaia ha sottolineato che questo accordo arriva in un momento trascendentale dopo che ETA ha preso una “decisione senza precedenti e storica” con l’annuncio della tregua generale, permanente e verificabile.
La rappresentate della SI ha detto che si “è aperto la porta a una nuova fase politica” invitando al lavoro ed a “essere perseveranti ed attivi” sapendo che non mancheranno “le provocazioni”. Inoltre ha riaffermato che i firmatari di questo accordo difendono tutti i diritti per tutte le persone e la legalizzazione di tutti i progetti politici, aggiungendo che verrà “svelato quanto di mercenario c’è nel conflitto”
Oska Matute è stato incaricato per sviluppare la parte dell’accordo che riguarda il modello socioeconomico. Considerando che “l’economia è il cuore della politica” i firmatari si compromettono nel “porre l’economia al servizio dei cittadini”. Dinnanzi alla dicotomia tra “difendere le persone e i loro diritti o il capitale e il suoi benefici” la scelta sulla prima opzione è inequivocabile. Matute ha colto l’occasione per annunciare l’appoggio di EA; SI, e Alternatiba allo sciopero generale che la maggioranza sindacale basca ha indetto per il 27 gennaio contro la riforma delle pensioni annuncia dal Governo Zapatero.
Euskal Herria ezkerretik
Il documento sottoscritto riguarda le quattro province di Hego Euskal Herria (province nello stato spagnolo)
Di seguito alcuni estratti:
1. Contesto della congiuntura
Euskal Herria si trova attualmente scossa da correnti sociopolitiche e socioeconomiche che incidono direttamente nella violazione dei diritti individuali e collettivi. Questa situazione è generata per tre motivi complementari: le strutture e politiche che hanno generato la crisi sistemica, le carenze democratiche degli stati spagnolo e francese e l’esaurimento dei quadri giuridici.
La ferma volontà di superare gli esauriti quadri giuridico politico attuali, che non rispondono ai desideri della maggioranza sociale del paese, la crisi del sistema socioeconomico e il quadro istituzionale artificiale, che limita i diritti individuali e collettivi della società basca e di Euskal Herria, ci ha portato all’impegno di lavorare in modo congiunto.
Alla negazione del diritto di Euskal Herria a definire il suo futuro come nazione, si unisce una situazione di profonda crisi del sistema, attaccando le basi del welfare state con il pretesto della crisi economica mediante la promozione di misure socioeconomiche regressive che influiscono sulla qualità della vita delle classi popolari.Turkey establishing “Turkmen belt” along Syrian border
The Turkish state is using different groups to occupy Syria. They all go under the name of “Syrian National Army-SMO (Ceyşul Wetenî)”
The people of Diyarbak?r said: Erdo?an you are not welcome
The message is loud and clear. The people of Diyarbak?r said to Prime Minister Recep Tayyip Erdo?an: don’t come. After