BOLIVIA: PENSIONI A 58 ANNI

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Nonostante i problemi sociali presenti nel paese il Governo boliviano ha attuato un serie di misure economiche e sociali che lentamente cercano di migliore le condizioni di vita di uno dei paesi più poveri dell’America Latina. Lo sciopero generale ad oltranza indetto dalla potente organizzazione sindacale COB è fallito. Tra i motivi dello sciopero sono gli aumenti salariali e la riforma delle pensioni: la scarsa adesione alle manifestazioni e all’astensione dal lavoro si deve sia al considerevole consenso che ancora gode il governi di Evo Morales sia per l’inizio di una dialogo tra Governo e COB che è stato vissuto come contradditorio da molti lavoratori rispetto ad un azione cosi radicale come lo sciopero generale ad oltranza. Il Ministro de Hacienda boliviano, Luis Arce ha annunciato al termine dei primi incontri Governo COB, che la nuova legge sulle pensioni permetterà di andare in pensione a partire dai 58 anni rispetto ai 65 che prevedeva la legge del 1996. Arce ha anche aggiunto che i minatori avranno un riconoscimento extra potendo andare in pensione a 56 anni e quelli che hanno lavorato almeno 10 anni all’interno delle miniere potranno andare a 51 anni. E’stato anche creato un fondo di solidarietà per incrementare le pensioni (circa 130 dollari) che porterebbe le pensioni a 300 dollari.


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JOSEBA SARRIONAINDIA, SCRITTORE BASCO

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Joseba Sarrionaindia (1958) scrittore poeta e saggista basco ha vinto il Premio Euskadi della letteratura , che istituisce il Governo della Comunità Autonoma Basca, per il libro  “Moroak gara behelaino artean?”.  La giuria ha motivato l’assegnazione del premio sottolineando che “era un opera molto solida formalmente, una grande opera, molto documentata, anche nella sua originalità. Passeranno gli anni e l’opera potrà convertirsi in un classico della cultura basca”.

Il libro affronta un epoca quella della guerra colonialista spagnola in Marocco negli anni 20 attraverso  la descrizione di personaggi e visioni personali sulle culture e il mondo.

Sarrionaindia è considerato un referente della letteratura basca contemporanea. La sua prolifica opera ha  attraversato la poetica il romanzo la saggistica passando per una scrittura letteraria sperimentale. Il suo lavoro è stato riconosciuto non solo dai numerosi lettori e lettrici che attendo la sue opere ma anche dalla critica letteraria come il  Premio de la Critica di narrativa in euskera,  istituito dalla Asociación Española de Críticos Literarios che concesse il premio a Sarrionaindia nel 1986, por Atabala eta euria (Il tamburo e la pioggia), una collezione di racconti e nel 2001  per Lagun izoztua (L’amico congelato), il suo primo romanzo.

Il premio Euskadi che ha una dotazione di 18.000 euro più 4000 euro se l’opera viene tradotta, non verrà dato a Sarrionaindia secondo quanto è stato annunciato dal Governo di Patxi Loepz. La motivazione è data dal fatto che Joseba Sarrioanidia è profuogo dal 1985 quando fuggi dal carcere di Martutene (San Sebtstian) con Inaki Pikaebea ambedue militanti di ETA. Dal 1985 Sarrionaindia scrive dall’ esilio senza che ufficialmente si conosca dove si trovi.

La notizia della concessione dell’ennesimo premio a lo scritto basco ha sollevato il consueto acceso dibattito sui mezzi d’informazione spagnoli. Curiosamente sul quotidiano della destra spagnola, La Razon, ad un articolo dal titolo “Governo basco concede premio a profugo di ETA”, un lettore commenta laconicamente: “Il Premio della Critica di narrativa in euskera è un premio che concede l’Associazione Spagnola dei Critici Letterari nel’l ambito del concorso annuale del Premio della Critica alla migliore opera in prosa scritta in esukera. Nel 1986 venne concesso a Joseba Sarrionaindia per “Atabala eta euria” e nel 2001 lo concessero un’altra volta per “Lagun izoztua”.  Non sarà che è un gran scrittore?”

TRADIZIONE E SINCRETISMO di Joseba Sarrionaindia (1984)

Le attuali culture non sono alberi radicati nella terra che tendono i loro rami al vento senza muoversi dal loro luogo. Oggi, come mai nella storia, il mondo è aperto e ci sentiamo parte non solo della nostra terra natale ma di tutto questo mondo, al quale

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