JON ANZA, AUMENTANO SOSPETTI E PROTESTE

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Ieri a San Sebastian, 8000 persone hanno dato vita ad una manifestazione con convocata dal movimento pro amnistia per denunciare la scomparsa e  successiva “scoperta” del cadavere del rifugiato basco 11 mesi dopo in un obitorio di Toulouse. I manifestanti hanno gridato slogan contro il PSOE ed il Ministro degli Interni spagnolo Rubalcaba accusati di essere responsabili di un nuovo episodio di “guerra sporca”. Intanto nuovi elementi si aggiungono alle versioni inverosimili fornite dalla magistratura francese. Il silenzio fino ad ora delle autorità spagnole  , cosi solerti in questi mesi a rivendicare le azioni di polizia contro presunti membri di ETA in Spagna ma soprattutto in Francia, secondo il Ministero degli Interni spagnolo sono 32 le persone arrestate dall’inizio dell’ anno, aumenta i sospetti su questa intricata vicenda. Rubalcaba aveva respinto, nei mesi scorsi, le accuse della sinistra indipendentista e dei familiari, sostenendo che Anza sarebbe fuggito con il denaro che il rifugiato basco avrebbe dovuto consegnare a militanti di ETA. Oggi il quotidiano spagnolo El Mundo, pubblica una notizia secondo la quale quattro guardias civiles spagnoli abbandonarono precipitosamente l’aparthotel Adagio di Toulouse, tre giorni dopo, il 18 maggio 2009, che la comparsa di Jon Anza venne resa pubblica dalla denuncia dei suoi familiari. Nella fuga i guardia civiles si dimenticarono quattro pistole nell’appartamento che occupavano. Il fatto non fu messo a conoscenza nel del giudice istruttore di Baiona, Anne Kayanakis, incaricata del caso, ne del commissario della Polizia Giudiziaria che dirigeva le indagini Patrick Leonard. Le autorità francesi sono venute a conoscenza dell’episodio, sempre secondo El Mundo, solo il 17 febbraio scorso cioè nove mesi dopo la scomparsa di Jon Anza.  Intanto questa mattina la polizia francese ha caricato contro un centinaio di familiari ed amici di Jon Anza convocati dinnanzi all’ obitorio dell’ospedale Rangueil di Toulouse dove si trova il corpo di Jon Anza. I familiari chiedevano la presenza di un medico forense di fiducia per presenziare all’autopsia che veniva praticata questa mattina. Le autorità francesi avevano negato l’autorizzazione. Alle 10 e 15 l’autopsia si è conclusa senza la presenza del medico designato dalla famiglia.


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Una  premessa. Il risultato elettorale di domenica 22 maggio nel Paese basco non è esistito, o quasi, sui mass media italiani. Offuscata dalla reminiscenze del “miracolo spagnolo” di alcuni anni fa, o del siamo “tutti Zapatero”, della sinistra nostrana, la realtà di oggi, ma che era anche quella di ieri, riporta a dover fare i conti con una situazione completamente diversa. Una crisi economica da paura, con il 21% di disoccupazione e Zapatero in caduta libera di consensi dopo  aver approvato un pacchetto di misure economiche che colpiscono i diritti dei lavoratori e sono approvate dai banchieri, Botin, presidente del Banco de Santander, il primis. E la sinistra indipendentista basca entra nel panorama istituzionale basco dalla porta grande, nonostante all’ultimo minuto utile, il Tribunale Costituzionale abbia legalizzato la sua presenza attraverso la formula Bildu.

Non è nuovo questo atteggiamento informativo. Negli anni della lotta armata di ETA, il pretesto “terrorista” ovviava  considerare e analizzare in profondità il movimento politico  della sinistra indipendentista che si faceva interprete di una sentire sociale e politico che andava oltre il consenso, di per se significativo, di Herri Batasuna, Euskal Herritarrok o Batasuna. Ciò che non si prendeva in considerazione, per esempio, era quanto sosteneva il poeta spagnolo José Bergamin, che decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita nel Paese basco, dove mori nel 1981, per il quale le province basche era l’unico luogo dove era rimasto vivo e dominante lo “spirito della repubblica” schiacciato dalla genocida regime di Francisco Franco. Un altro dato nascosto o peggio stigmatizzato dalla sinistra italica, era la natura “nazionalista” del movimento indipendentista basco, quando in realtà queste affermazioni trasudano una concezione “grande nazionalista”. Quella che considera, di fatto, i grandi stati nazione come referenti naturali,  quando la loro storia è macchiata dai più grandi crimini che l’umanità abbia conosciuto. Il movimento indipendentista basco si è consolidato come corrente ideologica e politica durante il franchismo con la nascita di ETA, rappresentando un riferimento per tutti quei movimenti che univano la rivendicazione/constatazione della propria esistenza culturale nazionale con la questione sociale e di classe. Un antidoto storicamente radicato che è l’unico veramente capace di fare fronte, sul terreno politico identitario e di classe,  alla canea regionalista xenofoba montante in Europa che si è diffusa anche grazie anche la vuoto politico e di analisi della sinistra “grande nazionalista”. Insomma il silenzio di oggi si basa su una mistificazione di ieri dove la spocchia della intelighentia di sinistra è stata speculare alla arroganza della destra economica e politica egemone ai nostri giorni.

Ci troviamo quindi con  una sinistra, nel cuore dell’ Europa, la cui proposta politica consiste nella centralità delle classi lavoratrici, nel domino della politica sulla economia, nella partecipazione diretta nella vita politica e sociale dei cittadini e cittadine, nella solidarietà interna ed esterna, nella constatazione della pluralità culturale con pari dignità, nella rottura della cultura patriarcale, omofoba e xenofoba… che è diventata maggioranza relativa in termini elettorali, dopo che lo è a livello sindacale e sociale. Visto il panorama politico europeo forse qualche riga in più, un piccolo sforza magari in taglio basso, i mass media, almeno quelli più “sensibili” a certe tematiche lo avrebbero potuto fare.

Il voto.

Nelle  quattro province basche, Bizkaia, Guipuzcoa, Alava e Navarra la settimana scorsa sono stati chiamati alle urne 2.197.000 elettrici ed elettorali per il rinnovo dei consigli comunali e in Navarra anche per la Diputacion Foral, il parlamento autonomo provinciale. I dati della Navarra che utilizzeremo sono quelli della Diputacion dove un maggior numero di votanti ha espresso la propria preferenza. L’astensione è stata di 740000 votanti.

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