BATASUNA: RICHIESTI 372 ANNI DI CARCERE
Mentre la sinistra indipendentista continua nel suo processo di costruzione di un processo democratico, lo stato spagnolo risponde con il carcere. La Fiscalia dell’Audiencia Nacional chiede una condanna di 372 anni di carcere per i 40 membri della disciolta Batasuna , nell’ambito del processo 35/2002 . L’accusa è di integrazione o collaborazione con ETA per la presunta “subordinazione” di Batasuna all’organizzazione armata basca quando il movimento indipendentista era legale. L’istruttoria venne aperta dal giudice Baltazar Garzon nell’aprile 2002 con l’arresto di 11 persone ed il successivo sequestro delle 75 Herriko Taberna, considerate le sedi sociali di Batasuna. Quattro mesi più tardi Garzon, decise in modo unilaterale senza nessun processo di sospendere le attività di Batasuna e la chiusura di tutte le sue sedi. Una settimana dopo l’iniziativa di Garzon la Procura Generale avanzò la richiesta di illegalizzazione dei partiti Herri Batasuna, Euskal Herritarrok e Batasuna al Tribunale Supremo. Il 27 marzo 2007 , il Tribunale Supremo accolse la richiesta con la motivazione di una presunta subordinazione di questi movimenti ad ETA.. La maggioranza degli imputati si trova attualmente in libertà provvisoria.. In carcere si trovano invece Analdo Otegi, arrestato nel ottobre 2009, con l’accusa di partecipare nella ricostruzione del movimento indipendentista e nell’elaborazione della proposta di soluzione politica che ha dato luogo nel febbraio scorso al documento Zutik Euskal Herria, nel quale si riafferma la strategia di soluzione politica del conflitto basco spagnolo attraverso r un processo democratico con strumenti politici e democratici senza violenza ne ingerenze. Un altro imputato che si trova attualmente in carcere è José Luis Elkoro, promotore nel 1976 del movimento antifranchista dei sindaci democratici, per la condanna inflittagli nel macroprocesso 18/98. Nonostante le motivazioni addotte, integrazione e collaborazione con ETA, nel istruttoria del giudice Baltazar Garzon venne esplicitamente scritto che ETA non era altro “che l’ultima ratio. Perché anche se non fosse esistita ETA o la kale borroka, azioni di sabotaggio non si fossero mai realizzate Batasuna per il suo modo di operare è da considerarsi una associazione illecita”, senza portare nessun elemento che giustificasse una tale affermazione. La maggiore richiesta di condanna, 12 anni di carcere, è per Arnaldo Otegi, Joseba Permach y Rufi Etxeberria, mentre per altri venti imputati vengono richiesti 10 anni. Si tratta di Karmelo Landa, Juan Kruz Aldasoro, Joseba Álvarez, José Luis Elkoro, Josu Iraeta, Adolfo Araiz, José Antonio Egido, Txekun López de Aberasturi, Karlos Rodríguez, Mikel Arregi, Esther Agirre, Miren Jasone Manterola, Floren Aoiz, Kepa Gordejuela, Isa Mandiola, Juanpe Plaza, Antton Morcillo, Santi Hernando, Xanti Kiroga y Jon Gorrotxategi. 8 anni vengono richiesti per José Luis Franco, Maite Amezaga, Joseba Garmendia, Juan Francisco Martínez, Juani Lizaso, Jaione Intxaurraga, Joseba Imanol Kortazar, Rubén Granados, Enrike Alaña, Agustín Rodríguez, Patxi Jagoba Bengoa, Idoia Arbelaitz, Izaskun Barbarias, Sabin del Bado, Bixente Enekotegi, Andrés Larrea y Pedro Félix Morales
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IL PKK PROLUNGA LA TREGUA DI UN MESE
La Confederazione Democratica del Kurdistan (KCK) ha annunciato il prolungamento del cessate il fuoco unilaterale di un mese. La tregua era stata dichiarata il 13 agosto scorso. In prima battuta il PKK aveva annunciato che le attività armate sarebbero riprese il 20 settembre. Quindi ha prolungato di una settimana la tregua e ieri l’annuncio di un altro mese di tregua.
“Il cessate il fuoco sarà rivisto fra un mese – ha detto Murat Karayilan in una conferenza stampa sui monti di Kandil – e se i passi intrapresi dal governo turco saranno ritenuti sufficienti potremmo decidere di trasformare la tregua temporanea in cessate il fuoco permanente”.
Head of the Executive Committee of the Kurdistan Democratic Confederation Murat Karayilan stated that they have extended the unilateral ceasefire declared on 13 August for another month. “The ceasefire will be reviewed in a month time and if reassuring steps and efforts come during this month we may turn the temporary ceasefire into indefinite” added Karayilan.
Karayilan declared the extension of the ceasefire in a press conference held in Medya Defence Territories in South Kurdistan in which several national and international press took part.
Speaking at the press conference Karayilan also said: “We are willing to turn this non-action period into an indefinite ceasefire; however we are concerned about the initiatives of the AKP government to purge our movement which have been increasing for the last two weeks.”