I LABURISTI INGLESI RISCHIANO IL KO ALLE ELEZIONI GENERALI
Finale di campagna elettorale segnato da gaffe, scuse, scene per la verità penose. Il 6 maggio si vota nel Regno unito e i laburisti sembrano destinati al disastro. Gli ultimi sondaggi danno infatti i Liberal Democrats in testa con il 39%, seguiti dai conservatori con il 35%. Terzi i laburisti, che raggiungerebbero a stento il 18%. Cronaca di una morte annunciata? Probabilmente sì. Almeno in parte. Il 1997 e la travolgente vittoria di Tony Blair e del suo new Labour sembra lontanissimo. E lo è. In tre mandati vinti dal Labour, il partito ‘nuovo’ si è progressivamente spostato al centro. Ma soprattutto Tony Blair, quasi accecato dalla sua arrogante sicurezza, ha portato il paese in guerra, anzi in due guerre. E questo è stato il colpo di grazia. Anzi, ancor più che una guerra non voluta è stata la certezza di essere stati portati in una guerra con delle menzogne che non è piaciuta agli inglesi. Il declino di Blair e del new Labour è accelerato da allora, cioè dal 2003, inizio dell’invasione dell’Iraq. Ma le cause del declino sono molte. Il Labour ha progressivamente rinunciato alla sua vocazione di partito che tutela i lavoratori e i cittadini, trasformandosi in un partito che guida uno stato che stipula ‘accordi’, o meglio ‘contratti’ con i suoi cittadini. Uno stato che non dà ma chiede in cambio delle sue ‘concessioni’. Insomma i diritti devono essere conquistati. Se sei disoccupato non hai semplicemente diritto al sussidio di disoccupazione, ma devi dimostrare di meritare questo sussidio. Quindi devi accettare quello che lo stato ti propone (che sia un lavoro a 50 chilometri da casa, che sia un lavoro flessibile, che sia un lavoro che ti complica la gestione familiare), altrimenti passi automaticamente nella categoria di quelli che non si prendono le proprie responsabilità. Con il Labour la povertà è diventata non una condizione determinata da precise cause, ma responsabilità del povero. In altre parole, se sei povero è colpa tua, vedi di fare qualcosa per prenderti le tue responsabilità e uscire da questa condizione.
La degenerazione del Labour ha riguardato ovviamente tutti i servizi, dalla scuola alla sanità. E la privatizzazione è stata la parola d’ordine e la formula magica. Con il conseguente declino della scuola, come della sanità, dei trasporti.
Non è dunque una sorpresa che il Labour non goda di molti favori tra gli elettori inglesi. Il problema è che una vera alternativa non c’è. I Liberal Democrats di Nick Clegg sono un po’ il partito del né carne né pesce. E comunque certamente sono conservatori moderati, che guardano alle privatizzazioni e alla midolle class. I conservatori, sono i Tories di sempre. Anche nel Regno Unito sarà interessante vedere che peso avrà l’astensione che si preannuncia alta.
Fa ancora parte del Regno Unito anche il nord Irlanda. E quindi anche i repubblicani e i partiti nordirlandesi corrono per un seggio a Westminster. Attualmente il Sinn Fein ha 4 deputati e in queste elezioni punta a mantenerli se non ad aumentarli. Anche in questa logica, quella di far ottenere al fronte nazionalista (oltre al Sinn Fein c’è anche il partito socialdemocratico, Sdlp), il Sinn Fein aveva proposto al Sdlp un patto elettorale per cui i voti di uno o dell’altro sarebbero andati al candidato nazionalista con più chance di vincere. Ma l’Sdlp ha rifiutato l’accordo.
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