ARRESTATI QUATTRO GIOVANI INDIPENDENTISTI

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Paradossali arresti questo pomeriggio in Iparralde (Paese Basco nord). Quattro giovani indipendentisti baschi che erano sfuggiti alla retata del 24 novembre scorso contro il movimento giovanile  Segi, che aveva portato all’arresto di 24 persone, sono stati fermati dalla Polizia francese in collaborazione con la Guardia Civil. I loro nomi sono: Carlos Renedo, Asier Colorna, Gaizka Likona, Olatz Izagirre. La stampa spagnola ha dato notizie contrastanti. Mentre i quotidiani El Pais e El Mundo accusavano i quattro di “far parte di ETA”, il quotidiano Publico sosteneva che “sono militanti di Segi ma non sono ancora entrati in ETA”. Accuse pesanti quando in realtà  i quattro giovani stavano vivendo una vita pubblica in Iparralde (Paese basco Nord). Si erano iscritti nell’ufficio di collocamento con i loro nomi , cosi come avevano registrato i loro telefoni ed i contratti di affitto. Da mesi stavano vivendo in Iparralde ed avevano partecipato ad attività politiche e mobilitazioni nelle province basche in Francia. Per il movimento pro amnistia basco questi arresti sono “un nuovo capitolo della guerra di propaganda” del ministro degli Interni spagnolo Alfredo Perez Rubalcaba, che ha messo in relazione questi giovani indipendentisti con ETA “quando sapeva che stavano conducendo una vita totalmente normale in Iparralde”. Secondo il movimento antirepressivo poliziotti in borghese avevano vigilato i  quattro giovani fin da quando avevano trasferito la loro residenza in Iparralde


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La verita? su quanto sta accadendo in Val di Susa, e sul suo significato generale, sta tutta in una quarantina di ore. Nel breve spazio che va dal sabato pomeriggio al lunedi? mattina. Sabato, una valle intera – un popolo – molte decine di migliaia di persone, anziani, giovani, donne, bambini, contadini, operai, piccoli imprenditori, commercianti, “popola- zione”, riempiono le strade, i campi circostanti, le rotatorie e i borghi, per dire no al Tav. Pacificamente, con volti sorridenti e idee chiare in testa. Lunedi? mattina – come se niente fosse – una colonna di uomini armati marcia, secondo programma, sull’area- simbolo di Clarea, sui terreni di proprieta? comune risparmiati dal primo blitz del 27 giugno 2011 e diventati il simbolo della resistenza, per occuparli. Indifferenti a tutto, muovono per spianare la Baita che ha ospitato in questi mesi l’anima della valle, come se con le ruspe potessero cancellare le ragioni di tutti. In mezzo, un uomo che cade da un traliccio, folgorato, e solo per miracolo non perde la vita.

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