SINDACATI BASCHI: NO A MISURE ANTISOCIALI

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La maggioranza sindacale basca, ELA; LAB, ESK, STEE-EILAS, HENE e Hiru hanno convocato una manifestazione il 12 giugno prossimo, per rivendicare “un ambito di relazioni lavorative per Euskal Herria”. L’iniziativa ripete 16 anni dopo quella che apri la strada alla collaborazione tra la due correnti sindacali basche, quella favorevole allo statuto di autonomia e quella “rupturista”, che si concretizzò nel manifesto del Aberri Eguna del 1995 a favore dell’autodeterminazione. La crisi economica, la politica di esclusione dei governi autonomi della CAV e della Navarra ricompattano un movimenti sindacale basco entrato in crisi nel 2000 dopo la rottura dell’accoro di Lizarra Garazi. Per il 25 maggio è stato indetto un sciopero generale nel settore pubblico per protestare contro le misure adottate dal Governo spagnolo Zapatero che prevedono tra l’altro il taglio del 5% dei salari nel settore pubblico ed il blocco delle pensioni. La manifestazione del 12 giugno ha un obiettivo strategico, quello di un ambito di relazioni lavorative basche considerando la specificità del conflitto capitale lavoro nelle province basche. I sindacati spagnoli UGT e CCOO da sempre hanno avversato questo obiettivo, preferendo un ambito di negoziato spagnolo di concertazione come stabilito dai patti della Moncloa del 1977 che, di fatto, disattivarono forza del movimento operaio spagnolo. Nella conferenza stampa di presentazione della iniziativa, i rappresentanti dei sindacati baschi hanno detto che gli obiettivi di queste mobilitazioni sono “rifiutare ed esigere l’immediato ritiro sia della misure antisociali annunciate dal presidente del Governo spagnolo, José Luis Rodrguez Zapatero, la scorsa settimana, come le riforme del mercato del lavoro, delle pensioni e della contrattazione collettiva”. Inoltre i sindacati baschi chiedono alle istituzioni presenti nella CAV ed in Navarra (Hego Euskal Herria) “un cambiamento delle politiche nella direzione indicata dalle proposte contenute nel decalogo sindacale, avvallato da 132.000 firme”.


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