LA STRATEGIA DEI CASSONETTI?

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Che i processi di pace siano irti di ostacoli è cosa risaputa e constatabile. Se poi uno degli interlocutori frena rispetto alla soluzione del conflitto, gli ostacoli sono all’ordine del giorno. Le forze politiche spagnole sembrano impegnarsi in questa direzione. Non manca giorno che il politico di turno inveisca contro sinistra indipendentista accusata di “mentire”, di non fornire “prove inequivocabili” sulla scelta di un processo democratico “senza violenza ne ingerenze”. Tutto l’establishment spagnolo aspetta la parola magica della “condanna” della “violenza” ovviamente solo quella di ETA. La scelta della Sinistra indipendentista è stata chiara: le condanne non servono a nulla, essendo in molti casi, un puro esercizio di retorica. Ciò che serve è una scelta e pratica coerente con i principi democratici che possano risolvere l’annoso conflitto.  La pratica politica della Sinistra Indipendentista di questi ultimi mesi conferma la sua scelta come inequivocabile. Ma non basta. Anzi sembra sempre più chiaro che questa scelta provoca un disorientamento nella classe politica spagnola che reagisce costruendo una realtà virtuale che confermi la propria visione del conflitto intesa come uno scontro tra “democratici” e “violenti”. Ultimo episodio in ordine di tempo le diverse azioni di “sabotaggio?”, “vandalismo?” che sono state messe a segno negli ultimi giorni in alcune località del Paese basco, che hanno fatto scrivere alla stampa spagnola di una ripresa della “kale borroka”, vale dire la strategia di azioni di sabotaggio che a partire dai primi anni novanta aveva caratterizzato il conflitto basco spagnolo.  Che la cosa sia strana lo testimonia l’obiettivo di queste azioni che nella quasi totalità erano cassonetti delle immondizie. Se gli obiettivi erano relativamente facili, anche le conseguenze sono da manuale. Attacchi contro al Sinistra Indipendentista e richiesta di una esplicita condanna. La risposta della Sinistra indipendentista è venuta da una nota nella quale di denuncia la “utilizzazione politica” di questi episodi non chiariti per mantenere l’attuale paralisi politica e accusa il Dipartimento degli Interni del Governo autonomo basco, ai sindaci, ai partiti e ai mezzi d’informazione che hanno aderito a questa campagna di attuare “con totale irresponsabilità”. “Quale che sia l’intenzionalità di questi atti” continua la nota “la sinistra indipendentista ha manifestato chiaramente la sua scelta inequivocabile per un processo democratico con la utilizzazione d vie esclusivamente politiche e democratiche, per cui qualsiasi atto che rompa questa strategia si situa fuori dalla stessa”. Insomma dopo gli arresti, domenica scorsa, di “due militanti di ETA”, clandestini,  cosi faceva intendere la nota del Ministero degli Interni, quando in realtà una dei due è stata rilasciata poco dopo perché il suo arresto era stato “un errore”, mentre l’altro attendeva a casa sua l’arresto per  compiere una condanna, adesso la “kale borroka (sic)” dei cassonetti. Chi ha paura del dialogo “senza ingerenze ne violenza”?


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