I VUOTI NELLA MEMORIA UFFICIALE – Inaki Iriondo

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Gara. Essere vittima di ETA ripulisce il passato di gente come Luis Carrero Blanco o Melinton Manzanas, che oggi potranno essere onorati. Però ne l’amnistia del 1977 ne la bomba del Batallon Vasco Español del 1978 evitano che ricordare ad “Argala” sia punito con il carcere.

La Commemorazione di oggi, Giorno della Memoria, ha dei vuoti oggettivamente insormontabili. Si dice, per esempio, che bisogna centrare l’attenzione sulle vittime di ETA – ieri tornò a farlo la presidente del Parlamento della CAV – perché è l’unica organizzazione che continua ad essere attiva. Fino a quando bisognerà andare a ritroso?, si chiedeva Arantza Quiroga. C’è un risposta che almeno dovrebbero accettare i promotori della giornata: nonostante la falsità che comporta, il registro delle vittime di Lakua (sede del Governo autonomo della CAV) inizia nel 1960 con l’attribuzione ad ETA della morte della bambina Begoña Urroz. Perché allora non ricordare tutte le vittime degli ultimi 50 anni?

Il comunicato ufficiale parla delle vittime di ETA così come del GAL, BVE e altri gruppi violenti. La portavoce di Lakua, Idioia Mendia, ha detto ieri che gli attentati del GAL “sono fatti giudicati che appartengono alla storia”. Tuttavia ci sono in carcere militanti di ETA arrestati nei primi anni 80. Eppure non c’è nessuno per gli rari processi contro i GAL. Non solo. Jordi Porta Laborda, condannato a 27 anni di prigione per la morte di Robert Caplanne a Biarritz, fu arrestato l’agosto scorso come leader di una banda di narcotrafficanti.

Quelli che  senza dubbio hanno il loro posto assicurato sono, per esempio,  Luis Carrero Blanco, Meliton Manzanas ed altre molte presone di convinzioni e attuazioni scarsamente democratiche. La loro condizione di vittime di ETA ripulisce i loro passato, convertendosi la loro memoria nel “riferimento di un futuro in pace, basato sulla libertà, la tolleranza, la giustizia ed il rispetto del pluralismo”, per cui oggi potranno essere onorati. Eppure, nella lista delle vittime ce n’è almeno una, José Beñaran Ordeñana, Argala, alla quale ne la bomba del BVE ne l’amnistia del 1977 hanno cancellato il suo passato. Onorarlo viene punito con 15 mesi di prigione.

Così funziona la memoria ufficiale in un paese dove i tribunali ordinano di ritirare le targhe dedicate agli ultimi fucilati baschi del franchismo: Txiki e Otaegi.

Fonte: http://www.gara.net/paperezkoa/20101110/231211/es/Agujeros-memoria-oficial


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