ANOMALIA BASCA

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A una settimana dalle elezioni legislative spagnole nel Paese Basco si possono fare alcune considerazioni per cercare di collocare nei giusti termini quella scadenza elettorale.

Innanzitutto, seppur con significati diversi, le elezioni del 20N hanno confermato che esiste un panorama politico spagnolo, uno catalano e uno basco. Anche i risultati elettorali lo confermano.   La schiacciante sconfitta del PSOE che ha dato la vittoria al PP in Spagna ha fatto da contraltare alla vittoria del catalanismo di Convergencia i Unio con il mantenimento di Ezquerra Repubblicana in Catalunya e il sorpasso della forze politiche di ambito basco PNV, Amaiur e Geroa Bai rispetto a quelle spagnole in Euskal Herria (Comunità autonoma basca e Navarra).

Tra i paesi più esposti agli attacchi speculativi dei mercati internazionali, la Spagna evidenzia una frattura politica che rimane una constante in uno stato che storicamente  ha prima risolto questa contraddizione con le armi, epoca franchista, e poi accantonando il problema con il tentativo dello stato delle autonomia dal 1978 ad oggi. Ma ciò che è rimasto in sospeso, o meglio che rimane negato, è affrontare un riconoscimento di ambiti politici economici e culturali come quello basco e catalano non tanto come “d’incontro” ma “di decisione”.

20N nel Paese Basco, una tappa verso un nuovo scenario.

Arnaldo Otegi, l’esponente della sinistra indipendentista basca, attualmente in carcere, ha detto in una intervista che in questa fase preferisce “passi in avanti nel processo che risultati elettorali”. Parole che stanno ad indicare come la  svolta epocale della sinistra indipendentista con l’abbandono della strategia politico militare necessiti essere consolidata. Ci sono diversi aspetti che devono essere affrontati come il disarmo di ETA, eliminazione della politica di emergenza del Governo spagnolo e francese (politica penitenzieria, legge sui partiti, legalizzazione di Sortu, ruolo della Audiencia Nacional, presenza delle forze di sicurezza spagnole nelle province basche) e riconoscimento delle conseguenze del conflitto con riferimento alla vittime. Temi che rientrano nella agenda politica di tutte le forze politiche ma anche degli apparati dello stato che mantengono una dialettica sul “che fare” adesso che ETA ha abbandonato la lotta armata.

Le elezioni del 20 novembre hanno dato indicazioni su quali sono le forze in campo. Con una astensione minore che nel resto dello stato spagnolo, l’elettorato basco ha modificato le preferenze in un appuntamento elettorale, elezioni legislative spagnole, che storicamente ha visto rafforzarsi i partiti di ambito spagnolo. La minore astensione è stata dovuta alla presenza della sinistra indipendentista basca proscritta nelle passate elezioni del 2008.  13 deputati delle forze politiche di ambito basco contro i 10 di quelle spagnole. Nel 2008 furono 15 i deputati di PSOE e PP-UPN mentre solo 7 quelli di PNV e NafarroaBai.

PSOE

Il crollo elettorale PSOE ha avuto conseguenze anche in Euskal Herria dove dagli 11 deputati del 2008 è passato ai 5 di queste elezioni. L’assenza di protagonismo nel processo di pace simbolizzata dalla assenza del presidente della CAV, Patxi Lopez, durante la conferenza di San Sebastian e dalla incertezza sui passi da intraprendere dopo l’annuncio dell’ fine della lotta armata da parte di ETA, si è aggiunta al riflesso delle politiche del PSOE in Spagna per fronteggiare la crisi.  L’idea di vendere l’abbandono di ETA come una vittoria della “politica di fermezza” perseguita dal ex Ministro degli Interni dal candidato del PSOE alla presidenza Rubalcaba,  non era in sintonia con le aspettative di una società basca che mostra esigere nuovi linguaggi e proposte per uno scenario profondamente cambiato. Lo ricorda ripetutamente l’inascoltato presidente del PSE (PSOE nella CAV) Eguiguren, protagonista del dialogo con la sinistra indipendentista basca, ammonendo della deriva a cui rischia di andare incontro il PSOE in Euskal Herria se non ascolta la società basca. Il crollo del PSOE in termini di voti è stato significativo per esempio in Guipuzcoa dove l’onda lunga della sinistra indipendentista ha riconfermato il primato in quasi tutte le località dove aveva vinto nelle municipali del 22 maggio scorso. Emblematica la sconfitta a San Sebastian dove la lista Amaiur a superato ancora una volta quella del PSOE che candidava come deputato a Odon Elorza, sindaco per 20 anni di San Sebastian proprio fino alle elezioni del 22 maggio. Altra debacle in quello che fu il cinturone industriale della area metropolitana del Gran Bilbao, roccaforte de PSOE e dove di fatto è nato alla fine del 1800. Anche in Navarra il calo del PSOE è significativo. Il patto di stato con la destra di UPN per governare la provincia, ha visto un probabile travaso di voti verso le forze di ambito basco come Geroa Bai che assieme a Amaiur formano la seconda area elettorale della Navarra.  Il PSN si trova quindi a dover affrontare la questione storica del rapporto con la questione basca che ai giorni nostri è intimamente legata anche alla questione del modello sociale di società.

PP-UPN

Il PP il suo discorso di opposizione frontale a cambiare la sua politica rispetto alla processo di pace non ha dato frutti sperati in termini elettorali, soprattutto nell’ottica del prevedibile calo di voti socialisti e di un possible passaggio di voti tra PSOE e PP che si era verificato ripetutamente nelle passate elezioni legislative. Il PP ha mantenuto il risultato del 2008 con un leggero calo di consensi, evidenziando anche nel Paese Basco il risultato dello stato spagno in rapporto al PSOE. Il segretario del PP della CAV Oyarzabal ha chiesto “tranquillità e calma” rispetto alla richieste avanzate da più parti di compiere passi decisi verso un consolidamento del processo di pace. Il messaggio del PP è di un Rajoy, il neo presidente del Governo, che “sa cosa fare con realismo”, “senza dare vantaggi alla sinistra indipendentista che fino a ieri non accettava le regola de gioco”. E’ comunque chiaro che una occasione come questa è cioè di porre il sigillo alla fine di un conflitto storico per la Spagna, imporrà  a Rajoy di intraprendere una politica realista anche se probabilmente il pericolo maggiore sarà quello interno, in quei settori del partito, alimentati in questi anni da un politica di scontro contro ogni tentativo di soluzione e che adesso manifestano preoccupazione per quello che pavantano come “possibili cedimenti” al nazionalismo basco.  In Navarra la riproposizione della alleanza UPN-PP, voluta dalla attuale presidente della Provincia Navarra, Barcina (UPN), con l’esplicito proposito di frenare l’avanzata delle forze “di ambito basco” ha confermato la maggioranza dei voti ma anche di un calo rispetto alle elezioni del 2008. E questo risultato da la misura di come lo scenario in questa provincia stia cambiando non solo per la crescita costante delle forze politiche basche ma anche per analoga crescita del voto progressista.

Izquierda Unida

Mantiene un peso marginale nella politica basca non ottenendo alcun deputato anche se consolida il suo zoccolo duro con un risultato insperato in Navarra che conferma il risultato delle elezioni amministrative del maggior scorso.

PNV

C’era molta apprensione nelle fila del partito nazionalista basco durante la campagna elettorale. La crescita della sinistra indipendentista ma anche gli accordi stipulati con il Governo Zapatero sulle misure anticrisi dettate degli organismi internazionali, di tagli alle politiche sociali,la riforma del mercato del lavoro e delle pensioni, facevano temere una perdita di voti e la perdita del gruppo parlamentare. Invece la prova è stata superata mantenendo i cinque deputati che garantiscono un gruppo parlamentare, la supremazia elettorale nella CAV partecipando, anche se con un peso relativo, nel successo di Geroa Bai in Navarra. Di contro il fatto che il PNV ottiene i due terzi dei voti in Vizcaya e soprattutto nell’area metropolitana del Gran Bilbao, perde il confronto con la sinistra indipendentista nelle altre tre province cosi come nelle rispettive capitali ( se si considera che Geroa Bai non può essere ascritto come “voto al PNV”). Inoltre vede la maggioranza di seggi e anche di voti a Amaiur nelle quattro province. Insomma uno scenario ambivalente per il PNV in vista di quella che sarà una sfida elettorale a tutto campo con la sinistra indipendentista vale dire le elezioni della CAV previste per il 2013, salvo una caduta del governo Patxi Lopez improbabile per ora vista blindatura dall’accordo PSOE-PP che lo sostiene.

Geroa Bai

E’ stata la grande sorpresa di queste elezioni in Navarra. Raccolta attorno al carisma della sua candidata Uxue Barkos, Geroa Bai è stato il risultato dello scioglimento del progetto  politico Nafarroa Bai che aveva portato alle Cortes spagnole nel 2008 la stessa Uxue Barkos. Nafarroa Bai ha subito il prevedibile rimescolamento del panorama politico basco dopo la svolta della sinistra indipendentista Prima con l’uscita di Eusko Alkartasuna, che ha scelto il patto strategico con la sinistra indipendentista e Alternatiba, poi con l’abbandono della formazione Batzarre che ha stretto un accordo con Izquierda Unida navarra e poi, dopo le elezioni municipali, con la scelta di Aralar di partecipare alla colazione elettorale della sinistra indipendentista Amaiur. A rimanere attorno a Uxue Barkos sono stati gli indipendenti di Nafarroa Bai che hanno dato vita a una piattaforma, una lista locale e il PNV il cui peso elettorale in Navarra è pero scarso. Con queste prospettive le previsioni davano un assorbimento di parte del voto di ciò che era rimasto di Nafarroa bai a Amaiur mentre i voti a Gerao Bai avrebbero impedito il conseguimento di un secondo deputato per forze di ambito vasco in Navarra. Invece Geroa Bai non solo ha ottenuto un deputato ma anche superato Amaiur nel capoluogo Pamplona. Il dato di Geroa Bai suggerisce alcuni spunti. Che lo spazio elettorale per la sovranità e progressista basco si è ampliato  in Navarra (la presenza del PNV non condiziona almeno sulla carta le rivendicazioni sociali della coalizione), che il seggio è stato strappato a UPN-PP spostando l’asse della bilancia elettorale verso una presenza progressista basca che mai si era a registrata, che vista la complessità sociologica della Navarra questa presenza elettorale complica  piani della destra , e di Madrid, per fronteggiare un prevedibile offensiva politica di una sinistra che nella provincia assume un peso sempre maggiore. I limiti di Geroa Bai sono rappresentati dal carisma determinate della sua deputata Uxue Barkos e dal ruolo che riuscirà svolgere nel contenzioso sia sociale che nazionale nella provincia.

Amaiur

E’ stato il risultato più evidenziato dalla stampa internazionale dopo la vittoria del PP. 7 deputati a poche miglia di voti dalla lista più votata PP-UPN un presenza distribuita in modo equilibrato in tutti e quattro le province eccetto Guipzcoa dove a fatto il pieno di seggi e voti confermando la sua supremazia. Tra dati significativi la conferma del consenso elettorale dopo alcuni mesi di governo in decine di municipi e nella provincia di Guipuzcoa. Questo dato, trascurato nelle analisi del voto, rappresenta invece un aspetto fondamentale nelle prospettive future della coalizione della sinistra indipendentista. Significativo il risultato di San Sebastian dove la giunta di minoranza di Bildu ha dovuto affrontare mesi di attacchi politici da parte dei partiti opposizione PNV, PP, PSOE che non hanno risparmiato i mezzi. Però la politica di austerità  e al contempo di rafforzamento delle politiche sociali hanno permesso di mostrare il cammino attraverso il quale la sinistra indipendentista vuole cambiare il modo e i contenuti del fare politica. Le iniziative per favorire una democrazia partecipativa, attraverso l’incontro dei cittadini con il sindaco e la giunta comunale nei diversi quartieri, ha rappresentato una novità che necessiterà tempo per essere assorbita come modalità strutturale della partecipazione politica. Però alcuni risultati li ha già dati come il consenso ricevuto, anche in termini elettorali, nei quartieri colpiti nel mese di novembre dalle inondazioni. Il sindaco ha incontrato direttamente i cittadini in assemblee pubbliche “dando la faccia” ascoltando e prendendo nota delle critiche sulla gestione dell’ emergenza.

Nonostante le difficoltà di azione vista la crisi economica il messaggio lanciato è che è possibile una politica diversa centrata sul garantire le fasce sociali più svantaggiate proponendo una politica fiscale che esiga un maggior contributo dei redditi più alti, nonché una austerità nell’ esercizio della attività politica.

Se il risultato è stato importante alcuni elementi suggeriscono che sulla strada del processo politico che la sinistra indipendentista vuole percorre ci sono aspetti che dovranno esser affrontati. Il risultato in Navarra ha evidenziato come la confluenza di Aralar nella coalizione Amaiur non ha dato i risultati elettorali sperati. Troppo lacerante è stata frattura interna al partito di Patxi Zabaleta per scelta di uscire dalla coalizione Nafaorra Bai quando proprio in Navarra Aralar gode del sostegno maggiore.  Il risultato di Geroa Bai ha una relazione diretta con le divergenze interne a Aralar sulla scelte politiche fatte per queste elezioni. Altro aspetto riguarda la modulazione del messaggio politico vista la volontà di diventare forza egemone in Euskal Herria. La sinistra indipendentista ottiene un buon risultato in Vizcaya anche se il PNV rappresenta un maggioranza schiacciante. Qui Amaiur e Bildu hanno uno bacino di consenso potenziale anche tra l’elettorato socialista, quello soprattutto che vota PSOE più per l’immagine progressista che per la sua adesione al progetto spagnolo. In Guipuzcoa questo possibile travaso di consenso si percepisce in alcune località come Eibar e Renteria mentre in Vizcaya questa ipotesi si manifesta con meno forza.

Questo panorama politico evidenzia come purtroppo Euskal Herria rappresenti un anomalia nel contesto europeo. Una sinistra reale che compete alla pari con forze politiche il cui riferimento sociale e politico è quello dominante attualmente in crisi. Per questo la partita in gioco nel Paese Basco va al di là della penisola iberica per lanciare un messaggio all’ Europa che una altra democrazia è possibile. Il fatto che il movimento degli “indignados” abbia avuto relativo seguito nelle province basche testimonia ancor più che la proposta e l’azione della sinistra indipendentista non è per una nuova gestione del presente ma per il cambio delle gerarchie di potere sociale e per una democrazia  realmente partecipativa.


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