E GLI OPERAI CHIEDONO: SCIOPERO GENERALE! – Orsola Casagrande

Loading

Torino. “Volevamo le fabbriche vuote e le piazze piene e ci siamo riusciti”.  Giorgio Airaudo, responsabile auto della FIOM (il sindacato dei metalmeccanici), commenta così il lungo corteo che gli sfila davanti. Dalla stazione di Porta Susa, fino a Piazza Castello, è un colorato e chiassoso serpentone che sembra non finire mai. “Siamo quarantamila, no cinquantamila”, dicono gli organizzatori dal palco. I dati dell’adesione allo sciopero del resto parlano chiaro: alle meccaniche di Mirafiori l’adesione è stata dell’80%. In testa al corteo due striscioni che riassumono bene i sentimenti di questo sciopero. “Mirafiori, l’accordo della vergogna”, dice il primo riferendosi all’accordo firmato dagli altri due sindacati moderati dei metalmeccanici (FIM e UILM) e avallato con un voto sofferto e una maggioranza risicata dai lavoratori dello stabilimento Fiat di Mirafiori, solo due settimane fa. L’altro striscione invece dice “Per la libertà del lavoro”, uno slogan che viene declinato in molti modi lungo il corteo torinese. Per gli operai della Fiat libertà del lavoro significa non essere costretti a sottostare a ricatti come quello dell’amministratore delegato Sergio Marchionne: o firmate l’accordo o chiudo la fabbrica. Ma significa anche sicurezza nel posto di lavoro: in Italia dall’inizio dell’anno sono già stati decine gli incidenti mortali, nelle fabbriche metalmeccaniche. Accanto agli operai, alle “tute blu” ci sono gli studenti. Tanti, medi e universitari. Cantano, urlano slogan e si mescolano agli operai. Compiono un piccolo blitz a un’agenzia interinale, lanciando all’interno alcuni fumogeni.

La composizione del corteo è varia. Insieme ai metalmeccanici, pettorina gialla e casco rosso, c’è il popolo No Tav, i cittadini della Val di Susa impegnati da anni nella lotta contro il treno ad alta velocità che si vorrebbe da Torino a Lyon. Uno scempio per la natura e la salute dei cittadini. Ieri al corteo i No Tav erano migliaia in una rinnovata solidarietà con i metalmeccanici che nel 2006 avevano proclamato uno sciopero regionale a sostegno della lotta contro l’alta velocità. Lo spezzone ‘sociale’, cioè quello composto da studenti, associazioni, centri sociali è molto consistente. Apre questo pezzo di corteo lo striscione ‘Antagonisti contro la crisi’. Dietro allo spezzone ‘sociale’ ci sono i sindacati di base, Cobas e Usb. Consistente a Torino anche lo spezzone della CGIL: sono soprattutto lavoratori del pubblico impiego e della conoscenza, oltre ai pensionati, e sono per lo più gli aderenti alla corrente di sinistra, “la CGIL che vogliamo”.

Dalle altre piazze (sono 18 le città in cui ci sono state manifestazioni) arrivano i dati che confermano la piena riuscita dello sciopero generale proclamato dalla FIOM. Padova, quarantamila persone in corteo, Cassino, Roma, Milano. Una partecipazione di piazza cui corrispondono fabbriche vuote, il 75% in degli operai ha scioperato in Lombardia, medie simili in Veneto e Lazio. Deserte le fabbriche al sud. A Pomigliano, dove la Fiat ha sperimentato l’accordo poi imposto a Mirafiori. A Termini Imerese, in Sicilia, dove ha aperto il corteo uno striscione degli operai Fiat per i quali proprio ieri è iniziato un nuovo periodo di cassa integrazione. Un’adesione che fa gridare a gran voce alla FIOM e ai pezzi di società civile che hanno sostenuto lo sciopero di ieri che è ora per la CGIL (la confederazione sindacale maggiore e di sinistra) di proclamare lo sciopero generale. Ieri gli esponenti della CGIL invitati sul palco a parlare in tutte le piazze d’Italia sono stati pesantemente fischiati. A Torino è toccato a uno dei segretari nazionali, Enrico Panini, che a stento è riuscito a concludere il suo intervento.

 


Related Articles

La internacionalizacion del conflicto vasco espanol – Giovanni Giacopuzzi

Loading

                Gara. Leyendo en estos dias los rios de parablas sobre el abandono

COLOMBIA: URIBE FINE MANDATO

Loading

La Corte Costituzionale della Colombia ha respinto la richiesta del presidente Alvaro Uribe di promuovere un referendum sulla riforma della

ARNALDO OTEGI: ALLEANZA STRATEGICA INDIPENDENTISTA E PROGRESSISTA

Loading

RES PÚBLICA ha ottenuto una intervista in esclusiva con Arnaldo Otegi. In carcere dal 13 ottobre del 2009 accusato assieme ad altri  otto esponenti della sinistra indipendentista di contribuire alla elaborazione del documento di discussione nella sinistra indipendentista che è stato approvato alcune settimane fa. In esso si sancisce le vie esclusivamente politiche e democratiche per la costruzione, senza alcun tipo di violenza ed ingerenze, di un processo democratico. Un altro punto qualificante del documento è la creazione di un polo progressista e di sinistra indipendentista.

D: Il Tribunale di Strasburgo ha sancito l’illegalizzazione di Batasuna approvando, di fatto la Ley de los Partidos. A cosa attribuisce questa decisione? E’ la giustizia della Unione Europea cosi politicizzata come lo nello Stato spagnolo?

R: In primo luogo dobbiamo segnalare che se anche è vero che ci ha deluso profondamente questa decisione, è una decisione che ci aspettavamo. Ci ha deluso, in primo luogo, perché giuridicamente è una sentenza povera, poco argomentata e che ha sorpreso molti esperti in diritto per la sua scarsa costruzione giuridica, un fatto non abituale nella Corte di Strasburgo. Questo dato e che non fosse stata accettata per essere discussa nella Grande Camera (composta da 17 giudici ndt), nonostante fosse stata la stessa sezione del tribunale che decise di accogliere la denuncia a proporre  il trasferimento della causa alla Grande Camera vista la sua importanza (fatto questo a cui si oppose il regno di Spagna), ci porta a dire che ci sono state grandi pressioni da parte dello Stato spagnolo che hanno potuto influire in questa decisione. Noi sappiamo che per lo Stato spagnolo il conflitto politico basco è la principale questione di stato incluso a livello internazionale. Inoltre lo Stato spagnolo non è uno Stato che si caratterizzi per il suo rispetto verso istituzioni internazionali ed i principi d’indipendenza dei poteri giudiziari etc. Il profilo delle persone che abitualmente vengono nominate come giudici della Corte di Strasburgo lo testimonia; l’attuale giudice prima di essere nominato aveva collaborato con il PSOE o la Fondazione per la Libertà. Ed il suo predecessore era stato in precedenza rappresentante dello Stato nella Corte. Certamente non va a nominare giudici di riconosciuto prestigio ed imparzialità per esercitare una carica come è il caso di altri stati con un’ ampio trascorso democratico. Inoltre il fatto che non si senta vincolato dalle decisioni della

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment