COLOMBIA: ELEZIONI E PARAMILITARI
Il Movimiento de Observacion Electoral (MOE) ha annunciato che 80 candidati al Congresso colombiano nelle elezioni svoltesi la scorsa settimana, hanno vincoli con i paramilitari. L’investigatore e membro del MOE, Ariel Avila, assicurò che “per lo meno 80 candidati che aspirano ad occupare un seggio nel Congresso sono indagati per avere relazioni con i paramilitari di estrema destra o sono familiari di politici accusati di questo delitti”. Oltre al ritardo nella informazione sui risultati, o “i voti comprati” denunciati dalla Organizzazione degli Stati Americani (OEA), la presenza del paramilitarismo, responsabile di decine di migliaia di vittime e di centinaia di migliaia di profughi interni scacciati con la forza dalle loro terre, è sempre più strutturale nelle istituzioni rappresentative colombiane. Secondo Avila, il grande vincitore delle scorse elezioni è il Partido de Integracion Nacional nato appena en novembre scorso e che è riuscito ad ottenere l’8.1% dei voti pari a 8 senatori, “nonostante la brutta immagine sui mezzi d’informazione, nonostante lo scarso prestigio dei suoi candidati”. Il PIN è stato indicato come uno dei partiti dove la “parapolitica” gioca in casa. “La maggioranza degli aspiranti ad occupare i seggi nel parlamento colombiano con presunti vincoli con i gruppi armati illegali presentono le loro candidature nei partiti della colazione del governo di Alvaro Uribe, tra il quali il PIN ed il Partido de la U (Partido Social de Unidad Nacional) afferma Avila. Nella precedente legislatura in dei 102 senatori e 162 deputati, circa 80, la maggioranza appartenenti alla coalizione governativa, vennero o sono indagati, processati e condannati per vincoli con i paramilitari delle AUC.
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HONDURAS: MASSACRO E BARBARIE NEL BAJO AGUAN – Giorgio Trucchi
È stato un vero massacro quello di lunedì 15 novembre, nella finca El Tumbador, municipio di Trujillo, nel nord dell’Honduras. Un esercito di più di 200 guardie di sicurezza del produttore di palma africana Miguel Facussé Barjum, presidente della Corporazione Dinant, ha attaccato con armi di grosso calibro i membri del Movimento contadino dell’Aguán, Mca, i quali avevano recuperato quelle stesse terre da oltre nove mesi. Terre che erano state usurpate loro dal sanguinario impresario per seminare palma africana.
L’attacco dei gruppi paramilitari ha lasciato un tragico saldo di cinque morti – Teodoro Acosta (45), Ignacio Reyes (50), Raúl Castillo, 45, Ciriaco Muñóz (45) e José Luis Sauceda Pastrana (32) -, uno scomparso – Noé Pérez – e vari feriti, alcuni dei quali sono ricoverati in gravi condizioni.
“Le guardie di Facussé sono arrivate alle 5 di mattino e hanno intimato ai contadini di abbandonare il luogo. Di fronte al rifiuto di questi ultimi hanno chiamato rinforzi. Sono arrivate più di 200 guardie e senza proferire parola hanno aperto il fuoco con armi di grosso calibro”, ha raccontato Santos Cruz, membro del Mca, alla Lista Informativa “Nicaragua y más” e a Sirel.
Secondo varie testimonianze, le guardie dell’impresario palmero hanno usato armi da guerra: AK-47, M-16 e fucili R-15. Hanno invaso la proprietà e hanno iniziato a inseguire i membri del Mca per più di quattro ore. Nemmeno la Polizia, che come sempre è arrivata quando la situazione si era calmata e il massacro consumato, è potuta entrare nel terreno, in quanto totalmente controllato e protetto dalle guardie. “È stato un massacro. Hanno sparato per uccidere. La gente scappava tra le palme, cercando di proteggersi. Ci sono ancora due compagni scomparsi (uno, José Luis Sauceda, è stato poi ritrovato assassinato con tre colpi di R-15 al volto dopo l’intervista ndr) e non sappiamo se si siano nascosti o se siano stati assassinati e i loro corpi sono ancora nella proprietà. Nessuno può entrare. Queste terre sono nostre e le difenderemo”, ha spiegato Cruz.
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