ERDOGAN INCONTRA I ROM

ERDOGAN INCONTRA I ROM

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Il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato domenica la comunità rom. Un incontro voluto dal primo ministro nell’ambito della cosiddetta ‘iniziativa democratica’, cioè il pacchetto di proposte per concedere più diritti alle cosiddette minoranze etniche. In realtà l’iniziativa era nata come ‘iniziativa kurda’, il tentativo del governo turco di affrontare la questione kurda. In realtà l’iniziativa non è mai decollata, e le proposte di pace anche del presidente del PKK, Abdullah Ocalan, non sono neppure state rese pubbliche. Quanto alle proposte del partito BDP, che ha preso il posto dell’illegalizzato DTP, non vengono prese in considerazione da Ankara. Così Erdogan incontra i rom, perchè se l’iniziativa democratica è una semplice operazione di maquillage, bisogna far vedere comunque che qualcosa accade. In realtà domenica non è accaduto nulla, perchè i problemi principali dei rom, casa e scuola, non sono stati affrontati dal premier. Che ha puntato tutto sull’emotività, giocando la carta del ‘siamo tutti turchi’. Retorica mista a nazionalismo, dunque per un incontro che poteva davvero essere storico. Ma è chiaro che  l’obiettivo di Erdogan è quello di tenere buona l’Unione europea (che prontamente si è congratulata con il premier turco per l’iniziativa di apertura) e non certo quello di affrontare le questioni reali che riguardano la popolazione.


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Trentadue anni e finialmente i lavoratori della Turchia sono tornati a celebrare il 1 maggio nella piazza Taksim, a Istanbul.

LETTURE DI UNA SENTENZA POLITICA

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Dopo le reazioni a caldo, la sentenza contro gli esponenti della sinistra indipendentista mette in luce i motivi e le conseguenze di questo atto politico giudiziario. Sono molti gli elementi che appaiono. Che riguardano “le” questioni di fondo, il conflitto basco spagnolo e l’esistenza della sinistra indipendentista  ma anche la dialettica tra le forze politiche spagnole e basche.  La condanna a dieci anni a Otegi e Diez e a 8 a Jacinto, Zabaleta e Arkaitz ha fatto il giro del mondo anche per la “strana” lettura che comporta il leggere che sono stati/e condannati/e come dirigenti di una “banda armata” di cui chiedono la fine della azione armata…La magistratura alza una difesa corporativa alla sentenza. Baltazar Garzon, il giudice istruttore del caso in questione dice che la sentenza “è stata imparziale e equilibrata”, il che è per lo meno azzardato visto che la giudice, Angela Murillo, presidente della corte che ha giudicato Otegi e gli altri, si vide, dal Tribunal Supremo, revocata la sentenza contro Otegi in un altro processo per “manifesta mancanza di imparzialità con l’imputato”. Conde Pumpido, Procuratore Generale dello Stato, da parte sua dice che la sentenza “ci avvicina sempre di più alla pace”, che fa da eco a alla dichiarazione del 2003 dell’ allora Ministro degli Interni Acebes (PP) che considerava la chiusura manu militari del quotidiano in euskara, la lingua basca, Egunkaria, come di “una operazione in difesa e protezione dei diritti e delle liberta dei baschi, della loro cultura, del loro pensiero e della espressione della loro lingua in liberta”. Una idea tutta spagnola della democrazia – s’incarcera come “terrorista” chi chiede la fine della lotta armata e si “difende la cultura basca” chiudendo l’unico quotidiano in euskera-!!!

ARRESTATA LA STAMPA KURDA E DI SINISTRA

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E’ salito a 46 il numero dei giornalisti e operatori dell’informazione arrestati negli ultimi due giorni in Turchia. Una serie

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