ETA: UCCISO POLIZIOTTO FRANCESE
Per la prima volta nella storia del conflitto basco, un polizotto francese muore in un conflitto a fuoco con militanti di ETA. L’episodio è avvenuto ieri nella periferia di Parigi. Secondo i mezzi d’informazione francesi, ieri sera un gruppo di presunti militanti di ETA era stato intercettato da poliziotti francesi mentre stava rubando automobili in un concessionario. Secondo le prime versioni il commando era formato da sei o sette persone. Nello scontro a fuoco un poliziotto, Jean S. di 53 anni, nonostante portasse il giubbotto antiproiettile, è stato colpito da una pallottola penetrata sotto l’ascella unica parte non protetta. Dopo lo scontro a fuoco uno dei membri del commando è stato arrestato mentre gli altri si sono dati alla fuga L’arrestato si chiama Joseba Fernandez Aspurzu ricercato dalla polizia spagnola. Nel corso della sua storia ETA non aveva mai ucciso poliziotti francesi nonostante le decine di operazioni delle forze di sicurezza francesi nelle quali erano stati arrestati militanti baschi. Solo in poche altre occasioni ne erano nati scontri a fuoco. Era una prassi stabilita dall’ organizzazione armata basca di non rispondere con armi da fuoco alle azioni della polizia francese . In territorio francese ETA ha provocato in una sola occasione vittime mortali. E’ stato nel dicembre del 2007 quando un gruppo operativo della guardia civil spagnola aveva intercettato due militanti di ETA a Capbreton. I militanti di ETA avevano aperto il fuoco uccidendo due militari spagnoli. L’ultimo attentato mortale di ETA risale al 30 luglio 2009 quando l’esplosione di una bomba collocata sotto un automezzo della Guardia Civil a Palma de Mallorca uccise due membri del corpo di sicuerezza militare.
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Paese basco: voci di pace, arresti nel mucchio
In una notte di novembre, nei paesi e città del Paese basco, 650 poliziotti e guardia civiles spagnoli, guidati dal giudice istruttore Grande Marlaska, con il seguito di televisioni e giornali, irrompono in 90 abitazioni e centri sociali. 34 ragazze e ragazzi vengono arrestati. Ragazze e ragazzi. I giornali il giorno dopo titolano che Segi l’organizzazione giovanile della sinistra indipendentista, considerata “terrorista” dal Tribunale Supremo spagnolo nel 2007, è stata decapitata. Poi l’omertà, quella per cui la sorte di questi giovani non conta più nulla. La casistica sulle numerose denuncie di maltrattamenti nei commissariati di polizia spagnoli, confermate da organismi internazionali, per i media spagnoli sono invenzioni. Il fatto che una organizzazione giovanile, la più grande le Paese basco, sia stata considerata terrorista pur non utilizzando la violenza come metodo politico, per Governo magistratura e gran parte dei media spagnoli, non è un attacco alla libertà di opinione, ma una misura di “sicurezza nazionale”. Non ETA ma il suo “entorno” vale dire la realtà sociale della sinistra indipendentista basca è il vero pericolo.
I familiari ed amici viaggiano verso la capitale, dove sono stati trasferiti i giovani. Con la paura in corpo. Nessuna notizia dei loro familiari. La legge antiterrorismo permette l’isolamento assoluto nelle mani dei funzionari di polizia per cinque giorni. Madri e padri rimangono da mattina a sera davanti al tribunale speciale dell’ Audiencia Nacional, nel cuore di Madrid, aspettando che i loro figli, dopo essere passati tra le mani di poliziotti e guardia civiles, confermino dinnanzi al giudice le deposizioni che sono stati costretti a firmare. Quando? Nulla è dato a sapere: Grande Marlaska proibisce dare informazioni sui giovani arrestati. Dopo quattro giorni arrivano i primi 11 che vengono spediti in carcere. Poi altri 12. Per due di loro è libertà su cauzione. Ed infine gli altri 11.
32 inviati nelle carceri spagnole. Nell’euforia “per l’arresto di 34 pericolosi ragazzi e ragazze indipendentisti baschi”, un veicolo camuffato della guardia civil, con a bordo uno degli arrestati, sfreccia per le vie della capitale spagnola dopo aver eseguito il meticoloso interrogatorio, travolgendo un donna di 84 anni che perderà la vita. Passano due giorni prima che vice sindaco della capitale porga le sue scuse ai figli della donna uccisa.
Dorleta Urretabizkaya Loretxoa – Il fiorellino
Nola, zergatik eta zertarako jakin gabe, hezetasun eta iluntasunaren koba epeletik mundu hotz eta zaratatsu honetara ekarri zuten ostikada batez.
AFGHANISTAN, UNA GUERRA CHE NON SI PUO’ VINCERE – Tariq Ali
The Guardian. Non è nessun segreto su cosa sta facendo Pakistan con i talebani. Tutte le parti in conflitto sanno