EX PRESIDENTI E CONTI IN SOSPESO

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In America Latina i presidenti o ex presidenti stanno affrontando procedimenti giudiziari sulle politiche portate avanti durante i loro mandati. Se è ben poca cosa, rispetto agli indizi sulle responsabilità nella parapolitica, la richiesta della procura colombiana di indagare sull’attuale presidente Alvaro Uribe per possibili ingerenze durante l’ultima campagna elettorale, proibita dalla legge per presidenti in carica, più pesanti sono le richieste nei confronti di altri mandatari. Un tribunale di Buenos Aires ha confermato la richiesta di rinvio a giudizio contro l’ex presidente argentino Carlos Menem con l’accusa di aver divieto le indagini sul’attentato (1994) contro la sede della Asociacion Mutal Israelita Argentina, a Buenos Aires, che provocò la morte di  84 persone. Menem è già stato processato per le privatizzazioni messe in atto durante il suo mandato (1989-1999), che contribuirono in modo determinante al default dello stato argentino nel 2001. Manuel Noriega, ex collaboratore dell CIA e presidente di Panama attualmente in carcere a Miami (USA) per traffico di droga, sarà estradato in Francia dove deve affrontare un processo per il quale è stato condannato a dieci anni di carcere per riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico.  Alonso Portillo, ex presidente del Guatemala (2000-2004), attende il responso del ricorso presentato alla Corte costituzionale guatemalteca, dopo che è stata concessa l’estradizione, nei suoi confronti,  agli USA dove deve affrontare un processo per riciclaggio di danaro sottratto alle casse dello stato guatemalteco, attraverso il sistema bancario statunitense per un una cifra pari a 70 milioni di dollari. La repressione sanguinosa di movimenti di protesa sociali e politici sono al centro delle due iniziative giudiziarie e legislative messe in atto dalle autorità Venezuelane e boliviane. In Venezuela sia la Procura Generale che lo stesso presidente Hugo Chavez, hanno chiesto l’estradizione  di Andres Perez ex presidente del Venezuela accusato di essere responsabile, durante il su mandato, della repressione sanguinosa conosciuta come il “caracazo”. Il 27, 28 febbraio e primi di marzo del 1989, una forte protesta sociale contro le misure economiche  adottate dal governo venezuelano su indicazioni del FMI, vennero represse nel sangue. Il numero delle vittime noi è mai stato precisato ( le diverse stime parlano di 400 fino ad alcune migliaia). Andres Perez si trova attualmente come rifugiato politico negli USA e viste anche le sue condizioni di salute, sarà improbabile un sua estradizione. In Bolivia, dopo l’approvazione in parlamento della Ley de Juicio de Reponsabilidades, è aperta la strada a processi contro ex presidenti accusati d diversi delitti tra i quali l’uccisione di manifestanti come nel caso  di Sanchez Losada che ordinò la repressione, nel ottobre del 2003, delle proteste sociali contro il progetto di privatizzazione del gas. Almeno un centinaio di persone morirono uccise dalla forze di sicurezza. Un episodio che provocò una sollevazione popolare che costrinse Losada alla fuga, riparando negli Stati Uniti,  e che pochi anni dopo portò alla vittoria il MAS guidato dall’attuale presidente boliviano Evo Morales.


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