LIBERI I KURDI ARRESTATI IN ITALIA
Il tribunale del riesame di Venezia ha ordinato la scarcerazione degli ultimi sei kurdi arrestati quasi tre settimane e accusati di aver organizzato dei campi di addestramento per giovani reclute da mandare in Kurdistan a combattere con il Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Il tribunale del riesame aveva già scarcerato la settimana scorsa quattro cittadini kurdi e oggi, con la scarcerazione degli altri arrestati, ha confermato sostanzialmente che non c’era motivo sufficiente a giustificare il carcere. Le indagini della Digos di Venezia avevano portato alla presunta identificazione di campi di addestramento ideologico. Il procuratore della repubblica di Venezia, Borraccetti, già il giorno degli arresti, aveva sottolineato come non fossero state trovate armi e come in Italia i giovani kurdi coinvolti non venissero addestrati militarmente ma solo, appunto, ‘ideologicamente’. La decisione di oggi nei fatti ridimensiona e non di poco l’inchiesta: l’accusa era associazione con finalità di terrorismo.
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Peacereporter. Figlio di un magnate delle costruzioni di origine yemenita (Mohammed Awad Bin Laden) e di una donna di origine siriana, Osama nasce il 10 marzo 1957 a Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita. All’età di 13 anni perde il padre. A 17 si sposa con la prima delle tre mogli, una ragazza siriana, sua parente. Il matrimonio a una così giovane età fa parte – per il suo carattere di protezione dalla corruzione e dall’immoralità – della rigida educazione religiosa che gli viene impartita. Compie tutti i suoi studi nelle scuole della città di Gedda, fino a conseguire la laurea in Management ed Economia all’università Re Abdul Aziz.
In questo periodo si accosta al movimento della “Fratellanza musulmana” e, negli anni che seguono, inizia a stringere sempre più stretti contatti con numerosi gruppi di integralisti islamici. Oltre che ad accumulare una discreta fortuna occupandosi della gestione dell’impresa paterna. Abbandonerà tale attività nel 1979 quando, a seguito dell’invasione dell’Afghanistan da parte di truppe sovietiche, si dedicherà ad aiutare i fratelli musulmani contro i “senzadio” comunisti. Inizia infatti ad investire le proprie ricchezze per reclutare volontari, e, in seguito, per addestrarli e per fornirgli le armi necessarie per combattere al fianco dei mujaheddin afgani. Crea così il gruppo del “Fronte di salvezza islamico”, potendo tra l’altro contare, oltre che sui propri fondi, anche sull’aiuto economico proveniente dagli Stati Uniti e sul appoggio della Cia (vedi sotto “Blowback”).
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