ABERRI EGUNA: FOTOGRAFIA DI UN PAESE
Dal 1932, il giorno di Pasqua, viene celebrato in Euskal Herria, il giorno della patria. Como avviene ormai da anni le diverse forze politiche celebrano per separato questa giornata evidenziando una visione politica diversa del paese. Convocata dalla neonata rete cittadina Indipendentistak, migliaia di persone, 8 mila secondo gli organizzatori, hanno dato vita ad una manifestazione tra Hendaya, ed Irun sul confine tra Spagna e Francia. La manifestazione era stata appoggiata dalla sinistra indipendentista e da EA, inaugurando quello che viene definito come un blocco politico progressista per la sovranità. Nonostante i controlli istituiti da Guardia Civil per ostacolare la presenza alla manifestazione ed una pioggia incessante, migliaia di persone hanno concluso la manifestazione nel parcheggio di Ficoba a Irun. Il rappresentate di Independentistak, Txuxi Ariznabarreta, ha definito “storico” questo Aberri Eguna perché dimostra la capacità di “agire uniti” per ottenere uno Stato basco. Allo stesso tempo ha chiesto a Spagna e Francia di lasciare decidere “al popolo in totale libertà”. Arznabarreta, ha detto che “gli indipendentisti baschi del XXI secolo abbiamo iniziato ad unire le nostre forze per spingere la maggioranza sociale affinché porti il nostro popolo verso l’indipendenza, il giorno in cui il nostro popolo potrà decidere liberamente il proprio futuro”. Da parte sua il Partito Nazionalista Basco (PNV) in un atto celebrato a Bilbao, attraverso il suo presidente Inigo Urkullu, a invitato i nazionalisti democratici ad “ integrare un medesimo progetto di paese”, sottolineando che “atomizzazione senza precedenti” che vive attualmente il nazionalismo basco “ha aperto la strada all’esito della strategia del PSE-PP”. Contro i due partiti al Governo nella Comunità Autonma Basca (CAV), si è diretto Urkullu, accusandoli di “paralizzare Euskadi”. Il PSE, da parte sua ha definito l’Aberri Eguna di oggi quello che ha subito “il maggior fallimento della sua storia”. Il segretario generale del PSE di Alava, Txarli Prieto, ha detto che dopo la “morte e lo strepitoso fallimento” del giorno della patria vasca, l’unica commemorazione è quella della approvazione dello Statuto di Gernica (statuto di autonomia della CAV) definito come “un simbolo unitario del paese”. Sulla stessa linea le dichiarazioni di Leopoldo Barreda, portavoce del PP nella CAV, il quale ha detto che il PNV rimarrà all’opposizione perché le dichiarazioni di Urkullu dimostrerebbero che il PNV “non supera lo scenario di patti con ETA e del Piano Ibarretxe (riforma dello statuto di autonomia) degli ultimi anni”. Ieri, intanto migliaia di giovani si sono riuniti a Durango in una giornata organizzata da GaztEherria, a sostegno del movimento indipendentista e progressista basco. Hanno partecipato delegazioni di movimenti giovanili di diversi paesi tra i quali, Irlanda, Bolivia, Kurdistan, e Palestina.
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